Capitolo 64

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Con la scusa di andare a correre, faccio il doppio dei chilometri. Sono determinata a farlo ma non so se ho il coraggio di chiudere il mio amore per lei dentro a un cassetto e poi murarlo dentro di me.

Mentre correvo ricordavo gli ultimi istanti prima di uscire di casa. Il risveglio. I suoi baci. Le sue carezze. Quel sorriso. Il suo sguardo. Avevo la mente impregnata di Lei. Una morsa allo stomaco non mi lasciava respirare. Era davvero impossibile per me fare una cosa simile. Non avevo mai considerato l'idea che sarei stata costretta a farlo ma invece.. mi ritrovai al solito posto. Una macchina nera accostata e quell'autista dell'ultima volta. Salgo a bordo e vengo portata in un complesso di edifici molto asettico. La base. Camuffata in mezzo agli appartenenti in centro. Vengo scortata negli uffici e cammino tra i corridoi lunghi e stretti finché non mi trovo davanti a una porta chiusa. Il nome di David Johnson era stato scritto sulla targhetta. Non potevo più tornare indietro.

Aprono la porta e mi ritrovo Johnson seduto alla scrivania con un ghigno sul viso mentre giocherella con la penna "Di sicuro ora ti sei giocata la copertura" fa un cenno agli altri di lasciarci soli.

Cammino per l'ufficio. Indosso la maschera di Zulema, quella che mi ha insegnato a portare in questi mesi di relazione. Una maschera indifferente, gelida. Molto distante dalla vera me ma che mi permette di affrontare tutto senza venire risucchiata dai sensi di colpa. Mi affaccio alla finestra che da sul mare. Quando sono venuta qui e ho visto questo panorama per la prima volta ne rimasi affascinata, sembra una vita fa. Ora è tutto diverso, io sono diversa "Sono pronta a consegnarti Zulema"

Qualche ora prima

Sdraiata con lei nel letto, la ascolto mentre mi rivela i dettagli del piano "Il boss da un grande ballo per il suo sessantesimo compleanno al palazzo principale in cui lui e i suoi uomini fidati abitano. Ci procureremo un invito"

"Che intendete fare?" Chiedo accarezzandole il corpo caldo accanto al mio.

"Qualsiasi mostro, tagliata la testa, muore" risponde tenendo lo sguardo rivolto al soffitto. Sembra determinata.

"Quindi lui è l'obiettivo" penso ad alta voce.

Annuisce senza guardarmi "Esatto" si schiarisce la voce prima di continuare "Saray e Riccia entreranno dal portone principale.. avremo modo di imbucarci alla festa per monitorare la situazione, dopodiché io e te entreremo in scena" mi guarda determinata con un sorrisetto stronzo sulle labbra "Sarà tutto rapido. Dovremo portare via il boss con una scusa.. eliminarlo. Scatenerà l'inferno la sua morte, per questo ci sarà una carneficina.. Per evitare vendette" mi accarezza il viso mentre inverte le posizioni, parlare di morte la eccita cosa di cui non ne ero a conoscenza, sfiora le labbra con le mie mentre la sua mano inizia a percorrere prepotentemente il mio corpo "Un lavoro sporco di cui ci dimenticheremo molto presto"

"Zulema.. stai lasciando troppe cose al caso" le faccio notare e la sua mano mi sfiora il centro in una carezza. Mi sfugge un gemito e lei mi morde il labbro.

"Credo che l'ignoto sia eccitante" mi sussurra passano le dita fra le mi pieghe mentre la sua bocca si attacca al mio seno. Gemo di piacere pur sapendo che sta andando tutto a puttane "Non sei d'accordo?"

Adesso

"Sei pronta a consegnarmi Zulema?!" Mi ripete Johnson avvicinandosi al mio corpo, sento i suoi passi farsi sempre più vicini
"Interessante.. quindi non sei qui a supplicarmi di lasciarla stare.. ma per continuare il tuo lavoro" mi accarezza il fianco appena e sento il suo respiro sul mio orecchio mentre continuo a guardare fuori dalla finestra "..quindi scusa se te lo chiedo ma perché ora? Vivi con una donna e la sua squadra per mesi durante i quali non riceviamo una sola prova utilizzabile e ora sei pronta a lavartene le mani?" Le sue labbra si fanno più vicine al mio orecchio "Sei coinvolta.. non è vero?"

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