Capitolo 25

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Mi ha ferita. Non le rivolgo parola per il resto del viaggio, non so cosa dire. Il nervoso puro scorre nelle mie vene più denso del sangue. Un nervoso viscerale ma totalmente immotivato. Non ho alcun diritto di parola eppure mi sento come se mi avesse tradita. D'improvviso ciò che abbiamo vissuto negli ultimi giorni perde drasticamente valore e mi ritrovo senza aver niente in mano con il sapore amaro in bocca. Mi dico che sono un'idiota per aver pensato a qualcosa che sicuramente non esiste e non esisterà mai tra di noi. Mi sono illusa. Adesso devo solo prenderne atto e comportarmi di conseguenza.

Parcheggiamo l'auto e quando scende mi dice "Devo fare qualche giro.. ci vediamo tra un paio d'ore"

"Okay" dico affiancondola mentre camminiamo per la fila principale.

"Come? Niente domande?" Ride sperando che io faccia lo stesso ma ovviamente non avviene. Spera di smorzare la tensione ma ci vorrà molto più di una battuta scema per allentare la pressione fra noi.

La guardo attraverso gli occhiali da sole che tengo ben inforcati sul naso. Non ho alcuna intenzione di mostrarle i miei occhi che, come ben so, sono lo specchio di ciò che provo "Perché? Mi risponderesti?"

Continua a ridacchiare "Certo che no"

"A dopo allora" dico estremamente seria, la lascio lì mentre continuo a camminare.

Ne approfitto per guardare la città, molto piccola e accogliente. Mi è sempre piaciuto viaggiare, conoscere, esplorare. Il viaggio arricchisce l'anima e la mente. In questo paradiso tutto profuma di nuovo e sono contenta di avere queste due ore di libertà per poterlo assaporare.

ZULEMA

L'ho ferita. Glielo letto in faccia nel momento in cui lo ha visto uscire dalla mia stanza. Non credevo che vederla così potesse farmi tanto male. Io non voglio che si allontani, mi piace il rapporto che abbiamo e mi piace lei. Mi piace davvero. Non ci sono emozioni forti, ha ragione a dire che non mi fido ma quel passato così pesate lo accantono sempre quando la vedo sorridere. Non voglio perderla. Hierro non ha importanza, e non lo dico per dire. Mi piacerebbe vederlo morto. Ma non posso, non voglio aggravare la mia fedina e non posso permettergli di andarmi a denunciare ai suoi ex colleghi. Sono in trappola e, quando si è presentato, non ho visto un'altra scelta. Ma vorrei che Lei sapesse che per ogni istante la mia testa immaginava lei. Quelle labbra, quel sorriso, quella lingua che per adesso ho solo sentito sul collo ma che un giorno spero di sentire ovunque. Lei è stata il centro dei miei pensieri per tutto il tempo e, una volta finito, sono uscita dal letto approfittando del fatto che si era addormentato. L'ho lavato via quando ancora il mio corpo era caldo e sudato. Non ho aspettato che le sue tracce di raffreddassero sulla mia palle, volevo solo toglierlo. Ho passato la notte sul divano. Non volevo dormire con lui. Non era mai successo prima. Prima non mi importava del mio corpo, consideravo il buono che c'era in quelle scopate senza sentimento. Un sollievo dal peso di essere me stessa. Ma ieri non ho voluto niente di tutto ciò. Vorrei che Lei sapesse che sono terrorizzata da lei, da quello che mi fa provare, da quello che potremmo essere forse un giorno quando saremo pronte ad accettare il passato e il nostro presente. Voglio che torni a ridere con me, rivoglio quel sorriso.

Quando finisco i miei giri, torno nella via principale e la cerco. Cerco quella criniera bionda ovunque. Vorrei poterle dire che quel vestito le sta benissimo, che lei è splendida e che adesso.. la vedo. Come ho fatto a non vedere quanto fosse bella? Dovevo essere cieca.

Ed eccola lì, quei capelli color dell'oro e quel fisico spettacolare lo riconoscerei ovunque. È minuta, molto più bassa di me, il che la rende ancora più perfetta.

So perché si sente così ferita.
Simon è stato un bastardo.
L'ha tradita, era la sua amante e l'ha fottuta. Il fatto che ci sia Hierro rende tutto ancora meno sopportabile. La capisco.

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