True Lies

Capitolo 13

"Sì"

Assottiglio lo sguardo insicura se stia dicendo sul serio o è solo un modo per prendermi in giro "Cosa?!"

"Non lascerò vincere la gitana" mi spiega, l'unico modo per non essere il divertimento di qualcuno e non permettergli di esserlo. Prende in mano la situazione e la sua mano scende dal mio polso alle mie dita che intreccia con le sue "Vieni Rubia" è la prima volta che abbiamo questo contatto, tutte le volte che ci sfioriamo è per farci male. Tutte le volte che sento le sue mani sul mio corpo sono per strangolarmi. Perciò mi sorprende sentire la sua mano unita alla mia mentre mi trascina in mezzo alla pista da ballo. Mi fa fare una giravolta su me stessa e mi tira a sé.
Siamo vicine, quella vicinanza che mi mette a disagio perché non so come agire o cosa dovrei provare. La mia testa è confusa, piena di domande a cui non ho risposta "Sei sorpresa"

"Non credevo che avresti detto di sì" dico alzando leggermente le spalle ed entrambe iniziamo a muoverci a tempo di musica.

Lei alza lo sguardo dietro di me e ridendo dice "Nemmeno loro" Mi volto e vedo le espressioni totalmente sorprese delle mie amiche, con la bocca leggermente spalancata e gli occhi su di noi. Zulema si attacca dietro di me e un milione di brividi mi percorrono il corpo, le sue labbra calde e morbide mi sfiorano l'orecchio, il suo respiro aumenta il mio battito cardiaco e il corpo è pieno di puntini dati dai brividi di emozione che non riesco a placare, le sue mani sono sui miei fianchi per reggersi. Mi sussurra "Non permettere mai a nessuno di metterti in situazioni di disagio contro la tua volontà"

"Non mi sento a disagio" le dico mentre chiudo istintivamente gli occhi, concentrandomi su quello che mi fa provare. Il suo profumo sulla mia pelle, il suo tocco e il suo respiro.. tutto ha il sapore di proibito.

"Allora cosa senti?" Mi chiede stringendo appena la presa sui miei fianchi. Appoggio la testa sulla sua spalla e sento le sue labbra sfiorare il mio collo scoperto senza toccarlo veramente. È come se giocassimo ad arrivare molto vicino al limite senza volerlo superare. Un limite che è stato tracciato dalle nostre razionalità, perché in fondo sappiamo che semplicemente non possiamo farlo. Non possiamo abbandonarci a questo. Per gli stessi motivi o per motivi diversi, entrambe abbiamo ottime ragioni per non arrivare fino in fondo "Che cosa senti, Bionda?"

"Non lo saprai mai" rispondo voltandomi, le vieto di continuare a fare ciò che vuole nonostante io abbia ancora voglia di sentirla. Lego le braccia intorno al suo collo mentre le sue mani sono ancorate sui miei fianchi.

I nostri sguardi sono legati indissolubilmente, è come se avessimo la necessità di capirci fino in fondo ma senza riuscirci mai. ciò che è successo in camera, nessuna delle due lo ha dimenticato. Non si fida di me come io non mi fido di lei, ciò che sta succedendo dentro di noi e sulla superficie della nostra pelle non ha molta importanza "Macarena.. mi stai tradendo?"

Sbuffo mentre distolgo lo sguardo da lei "Continui a pormi la stessa identica domanda da giorni"

"Questa è l'ultima volta" non riconosco la tonalità della voce che usa, è nuova come se me lo stesse chiedendo gentilmente "Te lo chiedo in sincerità.. guardandoti negli occhi.." fa una leggera pausa e capisco che ha un bisogno disperato di credere che non sto giocando con lei "..ti prometto che non subirai conseguenze e ne parleremo da persone civili ma voglio la verità" fa una leggera pausa prima di chiedermi "Mi stai tradendo?" Non so cosa cazzo dirle. Io non sto giocando ma sono Comunque incastrata in questa situazione. Ciò che sento è maledettamente reale e mi spaventa, perché so che se lo approfondisco c'è il rischio che possa mandare il piano a puttane cosa che non voglio. Ho bisogno di essere libera. Merito di essere libera. Scuoto la testa, abbassando lo sguardo. Mi sento colpevole senza aver fatto nulla. Scivolo via da lei, sentendo il bisogno di aria. Esco sul terrazzo interno, non c'è molta gente e non è molto illuminato.