Capitolo 41

242 22 27
                                    

Una settimana. Avevo una settimana per smascherarla. Dentro di me sapevo che lei non era un buon poliziotto. Helena era marcia, esattamente come Hierro, come lo sapevo? Zulema, o per meglio dire il suo lato oscuro, ne era attratta. Sapevo che era questione di tempo prima che si rifacesse viva. Era come un tarlo che si era insinuato tra di noi, che scavava e scavava, con l'unico obiettivo di separarci.

Mi sveglio la mattina seguente, non ho permesso a Zulema di toccarmi. Lei non ha insistito, ha semplicemente acconsentito alla mia richiesta di darmi tempo. Abbiamo dormito separate, non potevo sopportare l'idea di averla accanto. Zulema è in bilico fra la sua luce e la sua oscurità, penso che non si senta degna di me e non ne ha il motivo perché nemmeno io sono così pulita come crede, e che combatte ogni giorno per non cedere al suo lato oscuro, cedere a ciò che era. È una lotta che la stanca, che la rende nervosa e spesso confusa. Una lotta che, con le cattive influenze, rischia di perdere.

Entro in cucina, lei non è ancora scesa. Saray mi guarda "Che ti succede?" È il suo buongiorno.

"Niente" mento spudoratamente, non voglio coinvolgere Riccia perciò le faccio cenno di alzarsi e di affiancarmi mentre inizio a prepararmi la colazione scegliendo di farmi appositamente un frullato "Helena è qui"

Lei mi guarda e nei suoi occhi leggo quanto è contraria "Zulema?"

"Cederà.. è questione di tempo" mi avvicino e determinata aggiungo "Saray.. devi aiutarmi.. ho solo una settimana per dimostrare che non è chi dice di essere"

"Una settimana?" Mi chiede confusa "Perché? Che succede tra una settimana?"

"Non.. non te lo posso dire" abbasso lo sguardo colpevole "Senti se vinciamo.. non succede proprio niente.. ma se perdiamo.. beh.. credo proprio che lo scoprirai da sola"

"Maca.. io ti voglio bene e amo vedervi insieme perché tu le tiri fuori il suo lato migliore ma lo sai che non mi ascolta.. mai! Nemmeno per sbaglio!" Continuo a frullare la frutta facendo un baccano terribile.

"Non bisogna affrontarla di petto infatti" la guardo negli occhi "Dobbiamo essere più scaltre di Helena"

"Non lascerò che la mia amica cada di nuovo nella sua trappola.. conta su di me" mi dà un paio di pacche e verso l'intruglio in un bicchiere.

E poi lo sento. Non so nemmeno come descriverlo. La mia pelle sa quando mi guarda perché sento il suo sguardo bruciare"Buongiorno"
Non mi volto, le altre le rispondono. Lei mi affianca "Possiamo parlare? Di là?" Alzo lo sguardo nel suo e acconsento con un gesto del capo.

Andiamo in sala e lei mi prende per la vita "Hai detto di voler parlare.." scivolo via dalla sua presa "..parla"

Sbuffa e si siede sul divano "Sono attratta da lei ma questo non vuol dire che io la voglia"

Resto in piedi e sbuffo una risatina isterica "È esattamente quello che vuol dire invece e dovresti saperlo dal momento che il nostro rapporto è iniziato dall'attrazione che provavamo l'una per l'altra"

"Non andrò a letto con lei" incrocia le braccia al petto e mi guarda.

Scuoto la testa "Tu questo non puoi promettermelo"

"Scusa e allora Kabila?" Mi chiede alzandosi in piedi.

"Che c'entra Riccia?" Le chiedo adirata.

"Stavi con lei e adesso convivete!" Mi spiega come se fosse la stessa cosa.

Rido mentre scuoto la testa "Io non sono attratta da lei, non mi vengono i brividi quando mi tocca e non la spoglio con gli occhi.. cosa che invece tu sembri provare" Mi passo una mano sul viso "E mi hai mentito"

True LiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora