Capitolo 26

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MACARENA

Ho ceduto. L'ho sentita davvero parlarmi con il cuore e le ho creduto. Non credevo che avrebbe mai fatto un gesto del genere solo per accarciare le distanze che avevo volutamente messo fra di noi. Per protezione e per gelosia o semplicemente perché penso che se ci avviciniamo troppo rischiamo di bruciarci. Ho voluto fare comunque un passo nella sua direzione e, adesso che la vedo accanto a me, so che ho fatto la scelta giusta. Abbiamo passato un pomeriggio stupendo insieme, il mondo sembra un posto meraviglioso quando fingiamo di essere normali. Senza problemi. Senza passato. Senza segreti.

"È quasi il tramonto" le faccio notare con una punta di tristezza, torneremo a casa e dovremo affrontare altre persone, fingere di essere lontane quando non facciamo altro che avvicinarci.

"A che cosa pensi?" Mi chiede e io abbasso la testa, senza incontrare il suo sguardo. Sapendo che basta un niente per farle capire il mondo che nascondono i miei occhi. Un mondo che è più colorato da quando vado d'accordo con lei "Prima di andare, voglio farti vedere una cosa" apprezzo che non insista mai troppo e lascia che non esprima sempre quello che sento.

"Che cosa?" Le chiedo incuriosita, scaccio i miei turbamenti e le sorrido. Un sorriso che ricambia.

"Vieni con me, Biondina" saliamo una rampa di scale, non una tre.. e poi ancora una salita "Muoviti Bionda o non arriveremo in tempo" mi incita a dieci metri davanti a me.

"Non tutte hanno due metri di gamba, Zulema" mi lamento e lei scoppia a ridere.

"Mi sembri la bionda viziata e lamentosa che eri.. neanche troppo tempo fa" mi guarda in attesa di un'occhiataccia che le rivolgo immediatamente.

Arriviamo sul punto più in alto dell'isola "Arrivate" c'è un muretto sul quale si siede, le gambe a penzoloni sul vuoto ma non è quello che ci importa perché un tramonto sull'oceano dalle mille sfumature dal giallo all'arancione caldo si prospetta imperioso davanti a noi "Ti piace?"

"È.. spettacolare, Zulema" sento il suo sguardo su di me ma io resto incantata da quella visione, non ho mai visto niente del genere.

È libertà. Questa è libertà.

Mi siedo accanto a lei e nel farlo la mai mano si scontra con la sua, nessuna delle due la ritrae. In questo momento non mi importa niente l'orgoglio, la prendo e vedo che lei intreccia le nostre dita.

Guardo l'orizzonte. Niente può essere paragonato a questo. Il suo profumo mischiato a quello del mare che arriva fino a qui.

Gli ultimi raggi tiempidi di una giornata pazzesca si stanno spegnendo davanti a noi.

Ma questo non è un posto in cui ci porteresti chiunque. Non è una cosa anche faresti con chiunque.

"Perché mi hai portata qui?" I miei occhi guardano le nostre dita intrecciate. La mia pelle, nonostante l'abbronzatura, continua ad essere leggermente più pallida della sua. La sua stretta. Il modo in cui accarezza il palmo della mia mano con il pollice.

"Perché è diverso" sento il suo sguardo su di me "E voglio che tu lo capisca" stringe appena la presa "Io e te.. è complicato e lo stiamo semplificando lasciando fuori i sentimenti e va bene.. perché hai ragione.. ma non puoi paragonarci a Lui e non puoi nemmeno farlo con Saray e Riccia perché loro non sono noi... E lo sai che si metteranno insieme domani per lasciarsi il giorno dopo e rimettersi insieme quello dopo ancora perché sono fatte così ma noi no.. tu non lo sei"

"Quindi? Cos'è che vuoi dirmi?" Incontro il suo sguardo e mi ci perdo totalmente dentro "Perché tra poco rientremo in quella che adesso chiamiamo normalità.. nella quale tu hai una persona"

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