Capitolo 72

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Tornai da lei, in quella che solo una settimana fa era casa nostra, con la mia camera che condividevamo ormai da mesi. Mi svegliavo con il suo calore, il suo profumo e quei capelli color corvino che mi solleticavano il viso. Era casa. Casa non è dove dormi. Casa è la pelle di chi quando ti abbraccia, ti fa sentire al posto giusto. Lei per me era casa.

Suono il campanello e mi apre proprio lei. Sembra sorpresa, non si aspettava certo di rivedermi anche perché è stata estremamente chiara al riguardo. Mi osserva per poco prima di chiedermi "Quale parte del non voglio vederti mai più non hai capito Bionda?"

Non rispondo alla provocazione "Fammi entrare"

Mi osserva sul suo zerbino e si appoggia alla porta "Stai bene lì"

Sbuffo e faccio letteralmente irruzione a casa sua, dandole una leggera spallata "Piantala di fare la bambina" dico entrando per poi voltarmi.

La guardo mentre richiude la porta e si gira, il tutto con una certa naturalezza nei gesti "Prego, accomodati pure" dice con tono ironico "Scalpito all'idea di parlare di nuovo con te" aggiunge mentre mi sorpassa. È chiaro che non mi vuole nemmeno vedere in fotografia.

La seguo in cucina e la osservo aprire il frigo e prendersi l'acqua, versarla in un bicchiere. Praticamente si tiene occupata, dandomi le spalle per non dover incrociare nemmeno una volta il mio sguardo "Castillo ti sta cercando"

Ridacchia appena mentre sorseggia dal bicchiere in vetro e rimette la bottiglia a posto "Sono evasa.. è ovvio che lo stia facendo"

Mi appoggio all'isola della cucina, sui gomiti e faccio violenza su me stessa per non pensare al numero sconsiderevole di volte in cui mi sono appoggiata per altre ragioni, in altri contesti, decisamente più divertenti "..E mi crede coinvolta"

Lei si volta appoggiandosi al ripiano e incrocia le braccia al petto mentre finalmente mi guarda negli occhi. È bellissima. "Certo che lo crede, non è mica stupido"

"Un'ora fa era a casa mia" la informo. Voleva che parlassi con lei e ora lo sto facendo.

Alza le spalle mentre continua a sorseggiare l'acqua nel suo bicchiere "Tranquilla Bionda.. non può arrestarti se non ha prove"

"Non mi importa di me" le rispondo subito, così convinta di questo che forse in fondo mi crede.

Tuttavia, a prescindere da ciò che pensa delle mie parole, la guardo mentre ridacchia passandosi una mano sulla fronte "Per favore.. ti importa solo di te stessa" commenta mentre risciacqua il bicchiere per metterlo poi via "Ti serve altro?"

"Tu non mi stai ascoltando.." rispondo mentre la osservo distante mille miglia da me e da ciò che siamo state.

"Oh invece ti ascolto.." sbuffa per poi riportare lo sguardo nel mio ".. è solo che non ti dò più retta" fa il giro per uscire "Deve essere frustrante per te non riuscire più a manovrarmi come un cazzo di burattino"

Quando mi passa accanto la prendo per un polso, gesto inconsulto che eravamo abituate a fare "Devi stare attenta"

Lei mi fulmina con lo sguardo e con uno strattone si libera dalla mia mano, arriva a pochissimo dal mio viso "E tu devi tenere giù le mani" mi ringhia.

Mi sfida. Tutto del suo corpo suggerisce che mi detesta più di chiunque altro. Odio e amore non hanno mai avuto un confine così sottile "Perché altrimenti che fai?" Le chiedo senza abbassare lo sguardo nemmeno per sbaglio "Mi spari?" Le chiedo ancora.

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