5.

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«Daryl... chi sono io?»

La frase aleggiò a lungo nel silenzio della cucina.

«Cosa?» sussurrò Jon, incapace di dare un senso a quelle parole.

Lei abbassò lo sguardo. «Chi sono io?» ripeté, un mormorio basso e incerto.

«Mi stai prendendo per il culo?» sbottò lui, il tono più sgarbato di quanto avesse voluto. «Perché, se questo è uno scherzo, non è divertente.»

«Uno... uno scherzo? No!» protestò subito lei, sulla difensiva.

Jon le rivolse uno sguardo scettico. «Quindi, fammi capire bene, vuoi farmi credere di aver perso la memoria?»

Lei incrociò le braccia al petto. «Sì.»

Jon scoppiò in una risata incredula. «Esilarante, davvero!»

«Sono contenta che tu lo trovi esilarante, perché io non ci trovo proprio niente di divertente!» replicò agitata. «Mi ricordo di te, mi ricordo di tutte le cose relative al wrestling, ma non ricordo un cazzo di chi sia io... e tu lo trovi divertente?»

Jon allargò le narici e un nervo teso gli ballò sulla guancia. Dovette chiudere gli occhi e le mani, per riuscire a calmarsi. «Okay, d'accordo» disse, dopo aver preso un lungo respiro. «Ammettiamo pure che io ti creda.» Lei gli lanciò un'occhiataccia, così lui le puntò un dito contro. «Ah no, non guardarmi così. Devi riconoscere che la tua storia è alquanto assurda. Come può essere possibile che tu ricordi solo della RWA e non della tua vita? Come faccio a credere che non tu non mi stia semplicemente prendendo per il culo? Che non stia inscenando tutto questo solo per...»

Lei scattò in piedi, le guance rosse, gli occhi lucidi. «Senti, vaffanculo, okay? Non sono così disperata da fingere una commozione cerebrale e conseguente perdita di memoria solo per attirare le attenzioni di un wrestler!»

Lui sollevò un sopracciglio, così lei lo mandò di nuovo al diavolo e scappò verso il bagno, sbattendosi la porta alle spalle.

Non si sarebbe fatta trattare in quel modo da uno sconosciuto, per quanto quello sconosciuto fosse Daryl Ashton. Non voleva crederle? Liberissimo di farlo, non aveva bisogno di lui! Se la sarebbe cavata benissimo da sola, come sentiva di aver sempre fatto.

Si tolse in fretta la maglietta e la gettò sul pavimento. Il vestito bianco e il giacchetto di jeans che aveva indossato la sera prima erano ordinatamente piegati sul mobiletto. Ignorò la fitta che sentì al cuore alla constatazione del fatto che Daryl si fosse preso cura di lei con davvero troppa premura e si infilò il vestitino e le Converse abbandonate sotto. Senza nemmeno aver finito di mettersi il giacchetto, riaprì la porta e si diresse a passo di carica verso la sala. Non degnò il wrestler di una singola occhiata nemmeno quando gli passò davanti, ma Jon la agguantò per un gomito, costringendola a girarsi.

«Dove avresti intenzione di andare, ora?»

La ragazza si liberò della sua presa e fece un passo indietro per allontanarsi da lui. «Non lo so. Non qui. È evidente che non faccio parte della tua vita, questo è uno dei pochi punti che mi è chiaro. Ieri sera è stata la prima volta che ci siamo visti, ma Dio solo sa quello che è successo e perché. Vuoi la verità? Non ricordo molto neanche di cosa sia accaduto prima che tu mi trovassi in quel vicolo. Perché ero lì? Chi erano quei tipi che sono scappati? Non lo so. Io... non lo so!»

Jon rimase stupidamente in silenzio, mentre lei tirava su col naso e cercava di darsi un contegno.

«Ascolta, ti ringrazio davvero tanto per tutto quello che hai fatto per me. Per avermi salvata, per avermi portata qui, per avermi curata e per avermi permesso di trascorrere la notte a casa tua. Ti ringrazio davvero. Vorrei potermi sdebitare in qualche modo, ma le parole, al momento, sono l'unica cosa che so di avere, quindi ti prego di accettarle, perché sono sincere.» Jon fece per interromperla, ma lei lo bloccò. «No, basta. Va bene così. So che tu hai la tua vita, la tua carriera e devi pensare a quella. Non sprecare il tuo tempo con me, me la caverò. Me la sono sempre cavata da sola, almeno credo, ma comunque non sono un tuo problema, davvero. Quindi ora» gli diede le spalle e lui la vide cominciare a tremare debolmente, «io vado per la mia strada e tu prosegui con la tua vita... non seguirmi.»

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora