Jon rimase immobile a fissare il viso pallido e atterrito di Lydia, che continuava a guardare lo schermo del suo cellulare con occhi sconvolti.
Aveva sentito bene? Aveva davvero detto... Callum? Quello schifoso maiale aveva ancora il coraggio di contattarla, dopo quello che aveva cercato di farle in quel vicolo buio? Non gli era bastata la lezione che Jon gli aveva impartito?
Oh, avrebbe dovuto spaccargli la faccia e non solo il naso.
Che cosa voleva da Lydia? Non gli avrebbe permesso di avvicinarsi a lei ancora una volta e di sfiorarla anche solo con un dito.
Lydia fece qualche incerto passo indietro e crollò sul divano.
Jon la raggiunse. «Che cosa vuole?»
Lei chiuse gli occhi e strinse le gambe contro il petto, senza rispondere.
«Lydia? Che cosa ti ha scritto?» insistette Jon.
«Vuole... vuole incontrarmi.»
«Cosa?» sibilò lui. «Perché? Perché ora, dopo una settimana? Che ti ha scritto? Fammi leggere.» Prima che lei potesse anche solo provare a protestare, le aveva strappato il telefono dalle mani e aveva letto il messaggio. C'era una foto di una borsa allegata a esso.
Callum » Hey, pupa, non ti manca qualcosa? A me mancano molto le tue labbra, il tuo corpo... Dio, mi manca tutto di te. Ma che fine hai fatto? Mi dispiace per quello che è successo, credo ci sia stato un malinteso. Ero ubriaco e fatto e io... lo sai che non ti farei mai del male, vero, piccola? Incontriamoci domani sera al Missing Melodies e ti spiegherò tutto. Possiamo sistemare le cose, non deve andare per forza così. Torna da me, ti aspetto. Mi manchi così tanto...
Jon rilesse il messaggio più e più volte e a ogni rilettura la sua mano si stringeva attorno al cellulare con una forza tale da fargli tremare l'intero braccio. Dovette aprire le dita e lasciarlo scivolare sul divano, altrimenti avrebbe rischiato di romperlo in mille pezzi. Non disse nulla, rimase in silenzio a fissare un punto indefinito, senza vederlo davvero. I suoi occhi erano ciechi e inespressivi e, quando Lydia alzò il viso per poterlo guardare, ne ebbe quasi paura.
Non lo aveva mai visto con un'espressione tanto furiosa.
Cercando di riprendere il controllo delle proprie emozioni, sollevò una mano tremante e glie la poggiò su una coscia, cercando di catturare la sua attenzione. «Jon?»
Lui sembrò riprendersi, perché i suoi occhi scintillarono e si voltò a guardarla. Una delle sue mani si posò sopra quella di lei, come se volesse insieme rassicurarla e impedirle di allontanarsi. «Tu non ci andrai» stabilì duramente.
«Che cosa?» sussurrò Lydia sconcertata.
«Tu non ci andrai» ripeté Jon. «Io non ti lascio tornare da lui.»
«Ma...»
«Cosa?» sbottò, faticando a trattenere la rabbia. «Vuoi veramente da lui? Da quello schifoso maiale? Devo ricordarti che è colpa sua se ti trovi in questa situazione di merda?» la aggredì, alzando il tono della voce senza rendersi nemmeno conto del fatto che stesse scaricando la sua rabbia sulla persona sbagliata.
Lydia deglutì e indietreggiò con il busto, ma non poté allontanarsi perché lui la stava ancora trattenendo per mano. «Non... non voglio ritornare da lui, ma...»
«Ma niente, Lydia. Tu non ci andrai, fine del discorso.»
Jon le lasciò andare la mano e si alzò in piedi. Raggiunse l'attaccapanni vicino all'ingresso e rovistò tra le tasche del suo giacchetto di pelle, estraendo il pacchetto di sigarette e un accendino. Se ne accese una e prese una lunga boccata.
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𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨
Romance«Nel momento stesso in cui ho deciso di entrare in quel vicolo e salvarti, sei diventata un mio problema.» Lei sentì un tuffo al cuore e deglutì. «Vieni a casa con me.» Quelle iridi blu erano così serie e intense che lei non riuscì a sostenere il su...