La puntata era finita e Lydia era potuta tornare nel backstage. Non era andata subito dai Dark Knights, perché voleva lasciargli il loro spazio, per discutere ed eventualmente chiarirsi, perché aveva come il presentimento che ne avessero proprio bisogno e lei non voleva trovarsi in mezzo a due (o meglio tre) fuochi e rischiare di restare coinvolta perché, come al solito, non riusciva a tenere a freno la sua lingua. Jon diceva sempre che aveva metodi migliori per metterla al lavoro, ma Lydia era convinta che non ne avrebbe sperimentato neanche uno, quella notte. Quando Ashton era così incazzato, era meglio stargli alla larga e, anche se ancora doveva incontrarlo o parlarci, da che il suo match era finito, Lydia sapeva già che fosse di pessimo umore.
Aveva perso contro Constantine. Di nuovo.
E aveva dimostrato, ancora una volta, di non sapersela cavare da solo, visto che Samuel e Russell erano dovuti tornare indietro e aiutarlo a stendere il suo avversario.
Male.
Molto male.
Rientrò nello spogliatoio delle lottatrici, dato che era lì che aveva lasciato le sue cose quando si era cambiata con il vestito di Nellie.
La gemella la travolse non appena mise piede all'interno della stanza. «Allora, sei dei nostri stasera, vero, vero, vero?» trillò entusiasta. Indossava un bellissimo vestito di un rosso acceso, che metteva in risalto le forme perfette del suo corpo. Nella mano destra stringeva la statuetta dorata che aveva vinto insieme a Bessie.
Lydia sorrise mesta. «Io... mi piacerebbe davvero, Nellie, ma...»
«Oh, avanti!» sbuffò la gemella. «Non dirmi di no! Dobbiamo festeggiare! Sono la wrestler dell'anno!»
«Siamo le wrestler dell'anno» la corresse Bessie dalla panchina, mentre finiva di infilarsi un vertiginoso paio di decolleté nere.
«E che ho detto io?» la liquidò Nellie, sventolando la mano. Bessie sorrise esasperata e roteò gli occhi. «Tu devi venire, Lydia! Non ci capita quasi mai di stare una serata solo fra noi donne!» Mise il broncio sulle labbra rosse.
Lydia sospirò amareggiata.
«Dai, accontentala» intervenne Bessie.
«Non posso...» mormorò, «vorrei... stare un po' con Jon, stasera... se capite che intendo...» aggiunse, oltrepassando Nellie e andando a sedersi vicino al suo borsone.
Bessie schiuse le labbra e poi annuì comprensiva, ma Nellie travisò le sue parole e le sue labbra si aprirono in un ghigno malizioso.
Le si avvicinò, sorniona come una gatta, e le si sedette accanto, passandole un braccio attorno alle spalle e stringendola a sé. «Ma certo: vuoi consolare il tuo psicotico ragazzo, eh?» fece pettegola. «Vuoi leccare le sue ferite, mmm?»
«Nellie!» esclamò Lydia, arrossendo.
«Oh, avanti!» Quella le pizzicò un braccio. «Non c'è bisogno di essere timide, qui! Sei tra amiche! E ti capisco, sai? Anch'io passerei volentieri la serata a leccare Jim.»
«NELLIE!» la ripresero in coro Lydia e Bessie, mentre Amanda Lame, seduta in un angolo, scoppiava a ridere: Nellie Bennette non sarebbe mai cambiata.
«Cosa?» fece lei con una smorfia. «Non ho detto nulla di male!»
«Noooo, mica» rispose Bessie. «Sai, non a tutti interessano i dettagli della tua vita sessuale con Mr. Idolo per bambini.»
«Non è per niente Idolo per bambini, quando si tratta di sesso, credimi.»
STAI LEGGENDO
𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨
Romance«Nel momento stesso in cui ho deciso di entrare in quel vicolo e salvarti, sei diventata un mio problema.» Lei sentì un tuffo al cuore e deglutì. «Vieni a casa con me.» Quelle iridi blu erano così serie e intense che lei non riuscì a sostenere il su...