8.

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Lydia era seduta sul divano, nel salotto di Daryl Ashton.

Russell Royle era arrivato quella mattina e dal vivo era ancora più bello e imponente che in televisione, con i suoi lunghi capelli corvini, la pelle ambrata e quei grandi occhi grigi. Inaspettatamente, era la dolcezza fatta persona.

Non avevano avuto modo di scambiare molti convenevoli, perché i Dark Knights si erano precipitati subito in palestra per mettere a punto le ultime tattiche e strategie per La Notte del Sopravvissuto. Lydia aveva approfittato della solitudine per fare un po' di ricerche in internet, trovare tecniche che potessero aiutarla a ricordare o anche qualche informazioni su se stessa nei social. Purtroppo, non conoscendo le sue generalità, la sua ricerca era stata quanto mai infruttuosa. In compenso, sedendosi al pianoforte che Daryl aveva in salone (non gli sembrava davvero il tipo che sapesse suonare uno strumento musicale così raffinato, ma in fondo quanto sapeva davvero di Jonathan Gabriel?) aveva scoperto di saperlo suonare anche con una certa bravura.

Quando Daryl, Russell e Samuel tornarono a casa, erano ormai le diciannove e trenta passate.

Lydia li accolse con un sorriso caloroso, sventolando la mano dal divano.

«Ehilà» la salutò Samuel.

«Ehi» rispose lei, abbassando il volume della televisione. «Come va? Come è andato l'ultimo allenamento?»

Tutti e tre avevano in mano non solo le borse della palestra, ma anche parecchie buste. Assottigliando lo sguardo, Lydia notò che erano sacchetti di negozi.

«Alla grande» rispose Russell, regalandole un sorriso. «Tu come stai?»

Si diressero in cucina e Lydia li seguì. «Tutto bene. Ho fatto la brava e ho persino scoperto di saper suonare il pianoforte» disse, guardando compiaciuta Daryl, che alzò lo sguardo dalle buste che aveva poggiato sul ripiano dell'isola per rivolgerle un sorriso curioso. «Spero non ti dispiaccia se l'ho suonato.»

Lui scrollò le spalle. «Figurati, almeno qualcuno lo ha suonato dopo secoli in cui è fermo a prendere polvere.»

«Dopo potrai farci sentire qualcosa» ammiccò Russell e lei annuì con un sorriso.

«Spero ti piaccia la cucina giapponese: era il turno di Chase di scegliere per la cena» disse Jon, tirando fuori da una delle buste alcune confezioni di sushi.

«Sinceramente, non me lo ricordo, ma lo assaggio volentieri.»

Samuel le passò accanto e le fece un occhiolino. «Il primo turno della doccia è mio!» dichiarò poi, sparendo oltre la porta della cucina.

La serata trascorse in modo tranquillo e normale, per quanto potesse essere normale per Lydia una serata in compagnia dei Dark Knights, a casa di Daryl Ashton. Mangiarono il sushi e Lydia scoprì di amarlo. Alla fine, mentre sparecchiavano, la conversazione si spostò su La Notte del Sopravvissuto, ormai a sole ventiquattro ore di distanza.

«Farò il tifo per voi» esclamò Lydia, buttando piatti e bicchieri di plastica dentro il secchio.

«Vorrei ben vedere» rispose Samuel con un sorriso.

«Daryl, come farò a vedere l'evento? Non lo danno in chiaro, o sbaglio?» si informò Lydia.

«No» confermò Jon.

«E quindi...?» Lydia avrebbe voluto chiedere se potessero comprare la diretta streaming, ma non ne ebbe il coraggio. Insomma, già si sentiva a disagio per star scroccando vitto e alloggio, non poteva proprio avanzare richieste del genere, non sarebbe stato giusto.

Daryl, Samuel e Russell si scambiarono uno sguardo, poi l'ultimo si alzò. «Vieni con me, piccoletta.»

Lydia si lasciò condurre in salotto e Russell la fece accomodare sul divano.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora