27.

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Quando Lydia uscì dal portone principale del palazzo, Daryl era poggiato contro il muro basso che circondava il vialetto, con una nuova sigaretta tra le dita. Sapeva che era una nuova, perché l'altra l'aveva accesa prima di uscire, quindi non poteva essere la stessa.

Era nervoso e lo si poteva capire anche dal modo in cui continuava a battere il piede sull'asfalto.

Si avvicinò.

Lui le riservò solo una veloce occhiata da dietro gli occhiali da sole. Nonostante fosse stato solo un breve contatto, fu in grado di cogliere a pieno la sua figura minuta e di stamparsela a fuoco nella memoria. Lydia non gli era mai sembrata una bella ragazza. Aveva sempre ammesso che fosse graziosa, ma niente di più. Invece era da quella mattina che continuava a vederla sotto una luce diversa... come se fosse la più bella ragazza su cui avesse mai posato gli occhi.

Le cose che la mente fa.

E tutto perché ora sapeva di non poterla più avere... ma poi, aveva mai potuto averla davvero? Era mai stata sua?

Le diede le spalle e scacciò quei pensieri, prendendo una lunga boccata di fumo che consumò tutta la sigaretta. La gettò in terra e la schiacciò sotto il piede, con più forza di quanta ne fosse necessaria.

«Su, andiamo.»

Lydia lo seguì. «Non... non prendiamo la macchina?» domandò, quando lui passò davanti alla propria auto e tirò dritto.

«No.»

«Casa mia è così vicina?» Lydia non aveva sinceramente idea di dove diavolo si trovasse Rawhide rd.

«No» rispose ancora lui, leggermente infastidito.

«Allora, come...?»

«Prenderemo la tua.» Ancora quel tono freddo.

«Oh... e poi...?»

«Poi ti riporto a casa tua, te l'ho già detto.»

«E tu da lì come...?»

Daryl si fermò così all'improvviso che lei, che gli stava dietro, quasi gli finì contro. Riuscì a fermarsi giusto in tempo, prima che il suo naso si scontrasse contro la sua schiena. Si voltò a lanciarle un'occhiataccia. «Non è un tuo problema. E ora basta domande, mi stai facendo venire il mal di testa.»

«Ma io...»

«Basta, ho detto. Troppe domande mi irritano e quando sono irritato non sono una buona compagnia, dovresti saperlo ormai. Quindi ora zitta e seguimi.» Daryl si girò e riprese a camminare.

«Perché invece ora sei una compagnia così divertente...»

Anche se Jon l'aveva sentita non lo diede a vedere, perché continuò a camminare imperterrito.

*

Il Missing Melodies di mattina era chiuso. Il parcheggio era pressoché deserto, ma tra le poche macchine presenti non figurava la Renault Clio di Lydia.

«Sei sicuro che la mia macchina sia una Clio?»

«Sì.» Jon si guardò intorno. «Hai detto che ti stava portando alla tua macchina ieri.»

«Call...»

«Non pronunciare il suo nome.»

Lydia annuì.

Jon, quella mattina, era molto più Daryl Ashton, il rabbioso e violento membro dei Dark Knights, di quanto non fosse mai stato e questo la rendeva nervosa e irrequieta. Lydia sapeva che Jon non le avrebbe mai fatto del male, ma le loro litigate durante La Notte Del Sopravvissuto e la puntata seguente della RWA erano ancora fresche nella sua mente e ben sapeva di cosa lui fosse capace quando qualcuno gli pestava i piedi. Così non fece più domande e parlò solo quando interpellata.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora