50.

806 37 6
                                    


Le registrazioni di quella sera erano andate decisamente meglio rispetto alla precedente.

Lydia era stata lasciata dietro le quinte, cosa che aveva mantenuto Jon di ottimo umore. La vittoria di Samuel e Russell ai danni dei gemelli Uki era stata poi la ciliegina sulla torta, che aveva permesso a tutti loro di tornarsene festanti e allegri negli spogliatoi.

Una doccia veloce e si erano diretti al "Wild Panther", un locale molto in, riservato prettamente ai VIPs, che Nellie era riuscita a prenotare per un piccolo party privato solo per la RWA.

I vantaggi di essere Nellie Bennette.

Il "Wild Panther", a dispetto del nome, era un locale dall'aspetto sofisticato, quasi d'altri tempi. Si sviluppava su due piani, o meglio, c'era la sala principale al piano terra, con un lungo bar di legno, dietro il quale si trovava un enorme mobile ricolmo di bevande e bicchieri, un piccolo palco e un singolare pianoforte nero al centro della sala; il secondo piano era più che altro una balconata con tavolini e lunghi divani di pelle nera e bianca che affacciava sul piano inferiore.

«Canterai per noi anche stasera?»

Lydia si girò verso Noemi, il cui sorriso bianchissimo scintillava a contrasto con la pelle scura. «Nah, non credo» rispose, sventolando la mano che teneva il bicchiere. Questa volta aveva optato per un semplice cocktail analcolico, non voleva ripetere l'esperienza dell'ultima sera in cui era uscita con la RWA.

«Devi sempre farti pregare, vero babe?» si introdusse David Zane, anche lui con un sorriso smagliante.

Jon lo considerò con un'occhiata di traverso e si portò la bottiglia di birra alle labbra. Non disse nulla: era di buon umore, in compagnia dei suoi amici e della sua ragazza, non si sarebbe fatto rovinare la serata da un idiota del calibro di Zane.

«No, non devo sempre farmi pregare. Solo che devo essere dell'umore giusto per cantare e questa sera non lo sono» replicò Lydia.

Jon sorrise orgoglioso.

«Come mai?» insistette David e si chinò sul tavolo per avvicinarsi di più a lei, ignorando del tutto la figura minacciosa di Daryl Ashton al suo fianco. «Qualcuno non ti dà abbastanza attenzioni? Perché potrei rimediare.»

Lydia sollevò un sopracciglio, ma non poté comunque impedire alle sue guance di tingersi di rosso, soprattutto quando un «Ooooooh!» generale si alzò dal tavolo e, specialmente le ragazze, cominciavano a sghignazzare per la neanche tanto sottile sfida che David stava lanciando ad Ashton.

Jon poggiò la bottiglia sul tavolo, fin troppo piano perché non fosse un segno di quanto quel gesto fosse stato controllato.

«Zane, che hai in testa?» intervenne Russell, cercando, come al solito, di salvare la situazione prima che potesse esplodere in qualcosa di pericoloso.

David sollevò le mani e si allontanò da Lydia, un sorriso innocente sulle labbra. «Niente, niente. Stavo solo scherzando, come siete tutti così seri!» sbuffò, passando una mano a scombinarsi i capelli, quella sera lasciati liberi di ricadere attorno al bel viso abbronzato. «Non te la sarai mica presa, vero Ashton?»

Jon lo fissò e, per un istante, Lydia temette che gli avrebbe lanciato la bottiglia contro. Invece, con una nonchalance invidiabile, Jon sorrise e lei poté sentirlo rilassarsi al suo fianco. «Figurati» rispose tranquillo. «Credo solo che quello in cerca di attenzioni, qui, sia tu, visto che sei solo, e non Lydia. Lei ha tutte le attenzioni che le servono, credimi» non poté poi impedirsi di aggiungere, scatenando un altro «Ooooooh!» da parte del gruppo.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora