Lydia non incontrò di nuovo Daryl Ashton fino a quando egli non fece il suo ingresso all'interno dello spogliatoio dei Dark Knights, quella sera all'arena di Long Island, dov'erano arrivati nelle prime ore del pomeriggio. Non lo avevano incrociato in hotel né tantomeno per i corridoi dell'arena, ma Samuel e Russell sapevano che li avrebbe raggiunti prima che lo show fosse cominciato. Infatti, a un'ora dall'inizio, la porta dello spogliatoio si era aperta e Daryl si era introdotto nella stanza, borsone in spalla e un berretto in testa.
«Ti sei preso il tuo tempo» disse Chase a mo' di saluto, meritandosi un'occhiata d'ammonimento da parte di Jaxon, che di certo non voleva che tra i due scoppiasse una nuova lite.
«Sono qui, no?» rispose Jon, lanciando il borsone su una panchina.
Non degnò Lydia di una singola occhiata e questo le fece salire un groppo alla gola.
Aveva paura di poter scoppiare stupidamente in lacrime da un momento all'altro e questa soddisfazione proprio non gliela voleva dare. Daryl Ashton voleva che lei si spezzasse... ma questo non sarebbe successo.
Si alzò in piedi, catturando l'attenzione di Samuel. «Tutto bene, tesoro?»
Nessuno notò le spalle di Ashton irrigidirsi al sentirlo pronunciare quell'appellativo affettuoso.
«Sì. Vado a prendere qualcosa da mangiare nella zona catering: Russell ha detto che devo mangiare di più se voglio sostenere i vostri ritmi, no?» Regalò un sorriso all'uomo dai lunghi capelli scuri, che ammiccò e le mostrò il pollice all'insù.
«Sicura di voler andare da sola?»
«Giuro che non mi perdo, puoi stare tranquillo Samy.»
Questa volta furono entrambe le mani di Daryl a irrigidirsi in due pugni tremanti.
«Torno tra breve, volete qualcosa?»
«Facci un favore, prendi delle bottigliette d'acqua» disse Russell.
«Sissignore!» esclamò Lydia con un sorriso, mettendosi sull'attenti. Poi, senza aggiungere altro, uscì in tutta fretta dallo spogliatoio.
Trovare la zona catering fu meno difficile del previsto. Nel backstage dell'arena, già pullulante di wrestlers, addetti alla sicurezza e membri dello staff, erano appesi cartelli ovunque, con le varie indicazioni: Ring, Zona Make Up, Parcheggio, Zona Audio... Catering!
Seguendo le istruzioni (e incrociando sul suo cammino vari atleti, tra i quali le Cheerleaders e le Gemelle Bennett, che spettegolavano mentre alcune ragazze si occupavano del loro make-up e delle loro acconciature; David Zane, che faceva qualche esercizio di riscaldamento pre-show; l'Air Band che provava nuovi assoli con strumenti immaginari; e Colin Rogers che chiacchierava in modo concitato al telefono), Lydia raggiunse la zona catering.
La stanza non era molto affollata, ma c'erano Nora e TJ (due wrestler che si erano conosciuti proprio in RWA e che si erano poi sposati) seduti a un tavolo, Ronnie e John Smith stavano entrando in quel momento e Robert Orwell sembrava starsi annoiando a morte in una conversazione con Jim e Joyce Uki.
Lydia cercò di passare inosservata, sperando che tutti la scambiassero per un membro dello staff, e si avvicinò al buffet. C'erano piatti deliziosi, ma lei non aveva alcuna voglia di mangiare. Anche se aveva detto ai ragazzi (o meglio, a Samuel e Russell) che usciva per andare e prendere qualcosa da mettere nello stomaco, la verità era ben diversa.
Aveva solo bisogno di allontanarsi da quello spogliatoio... di allontanarsi da Daryl Ashton.
Non riusciva più nemmeno a guardarlo in faccia, non dopo quello che era successo, non dopo quello che le aveva detto. Più ci pensava, più non riusciva a capacitarsi di come avessero fatto le cose a precipitare così tanto nel giro di una nottata.
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𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨
Romance«Nel momento stesso in cui ho deciso di entrare in quel vicolo e salvarti, sei diventata un mio problema.» Lei sentì un tuffo al cuore e deglutì. «Vieni a casa con me.» Quelle iridi blu erano così serie e intense che lei non riuscì a sostenere il su...