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Jon rientrò nello spogliatoio e si chiuse la porta alle spalle. Due lunghe falcate e aveva raggiunto il giacchetto di pelle, appeso a un gancio sopra la panca dove aveva poggiato le sue cose. Infilò una mano nella tasca e tirò fuori il cellulare di Lydia. Lo osservò, non sapendo bene nemmeno lui cosa fare.

Si rendeva perfettamente conto di come tutto ciò non fosse corretto, che non avrebbe dovuto farlo... ma lui doveva sapere.

Non poteva rischiare che B., o chiunque altro, la portasse via da lui, non ora che era finalmente felice.

Era un pensiero egoistico da fare... ma non gli importava.

Lui era sempre stato così, egoista e menefreghista. Contava solo ciò che voleva lui, perché solo lui era importante. Aveva dovuto imparare a ragionare così, con il tempo. Ora niente lo avrebbe fatto cambiare.

Lydia era entrata nella sua vita come un uragano e l'aveva sconvolta, ma adesso era sua e lui l'avrebbe protetta e tenuta con sé a ogni costo.

Si sedette accanto al suo borsone e prese un profondo respiro, prima di premere il pulsante laterale. Lo schermo del cellulare si accese e il se stesso della foto lo occhieggiò quasi severo, mentre Lydia, con quel suo sorriso spensierato, lo abbracciava affettuosa.

Dio, quel sorriso... era la sua droga.

Le dita tremarono appena. Scacciò ogni pensiero dalla mente e alla fine digitò il codice: 11-19-2013.

La schermata principale apparve davanti ai suoi occhi, come sfondo c'era ancora la sua vecchia foto, quella a petto nudo, con il collare, scattata prima di un suo match nelle federazioni indipendenti.

Piccola, incorreggibile fan.

Scosse il capo e controllò le notifiche: otto chiamate senza risposta... d'accordo, meglio cominciare da quelle. Ci cliccò sopra: cinque erano da parte della famigerata B. – bisognava ammirare la sua insistenza, davvero. Tre, invece, erano da parte del... Dr. Jimenez.

Dottore? Chi era questo tizio, ora? E perché l'aveva chiamata? Doveva saperne di più.

Tirò fuori il suo cellulare e segnò il nome nelle note, avrebbe fatto delle ricerche in internet... o chiesto a Chase di farle, visto che lui e la tecnologia non andavano molto d'accordo. Sempre che Reed non avesse fatto troppe domande e si fosse dimostrato collaborativo, altrimenti lo avrebbe mandato a farsi fottere senza problemi.

Ultimamente sembrava sempre pronto a remargli contro, soprattutto nelle scelte che Jon prendeva nei confronti di Lydia. Lo sapeva benissimo da sé di non essere il miglior fidanzato del mondo, ma cazzo! Si stava impegnando e stava cercando di fare del suo meglio per rendere la sua donna felice. E poi, non se la sentiva proprio di accettare consigli e ramanzine da uno che era in una relazione da sette anni e tradiva la fidanzata una sera sì e l'altra pure. Samuel non aveva alcun diritto di immischiarsi nella sua relazione con Lydia, in special mondo quando stava miseramente fallendo con la propria. Avrebbe dovuto cominciare a preoccuparsi un po' più della sua situazione e lasciar perdere la loro.

Jon sbuffò frustrato, felice che di lì a poco avrebbe potuto sfogare la sua rabbia nel match contro PJ Constantine. Controllò l'ora: mancavano solo dieci minuti, doveva sbrigarsi, anche perché Lydia e i ragazzi sarebbero rientrati nello spogliatoio a breve.

Cancellò il registro delle chiamate perse e cliccò sui messaggi. Ce ne erano parecchi di B. Il primo era quello di cui aveva potuto leggere l'anteprima dalla schermata di blocco, la notte precedente.

B. [ 3.Dic.2013 | h. 12.45 am ] » Lydia, ti prego, rispondi a questo cazzo di cellulare! Ti ho vista in TV, eri su un cazzo di ring della RWA a fare la ring-announcer... che cazzo! Chiamami! Non puoi escludermi così dalla tua vita! Ho cercato di essere paziente e di rispettare le tue esigenze, ma sono la tua migliore amica! Ho bisogno di sapere che diavolo sta succedendo!!! Come sei arrivata alla RWA?! Che cosa mi nascondi? Capisco che tu voglia crearti una nuova vita e ne hai tutto il diritto... ma io mi preoccupo ancora per te. Ti prego, chiamami.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora