28.

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Per quanto piccola e un po' vecchiotta, la Renault Clio di Lydia andava a meraviglia. Il viaggio verso casa fu tranquillo e silenzioso. Le uniche volte in cui Jon avesse comunicato con lei era stato per indicarle le strade da prendere per raggiungere Rawhide st.

Nonostante gli scambi di teneri gesti e parole incoraggianti, il ghiaccio che era sceso tra di loro da quella mattina non si era ancora sciolto.

Certo che, si ritrovò a pensare Lydia con una certa amarezza, non facciamo in tempo a riappacificarci che qualcosa ci allontana di nuovo.

Forse non era proprio destino, quindi, di conseguenza, la scelta di separarsi, una volta che lei fosse stata al sicuro a casa sua, era la più saggia.

Lydia continuava a ripetersi che non c'erano alternative, non era possibile scegliere un percorso differente: Daryl Ashton doveva pensare alla propria carriera ora e non poteva assolutamente distrarsi per prendersi cura di lei. Il fatto di essergli costata il match a La Notte Del Sopravvissuto la faceva ancora sentire terribilmente in colpa.

No, era meglio così. Non era destino.

Fu con grande tristezza e un enorme groppo alla gola che, imboccando finalmente Rawhide st., Lydia si costrinse a scacciare via l'unica domanda che non riusciva proprio a tacere al suo cuore.

Se davvero non era destino, allora perché le loro strade si erano intrecciate in quel modo?

Parcheggiando davanti al numero dodici di Rawhide st, si ritrovarono a osservare una lunga schiera di case. Aveva l'aspetto di un comprensorio molto carino e ben tenuto, con la facciata in mattoni rossi e un bel giardino curato sul davanti.

Scendendo dalla macchina, Lydia esaminò con cura ogni dettaglio, dal prato verde alla piccola fontana nel mezzo, dalle panchine di legno alle finestre dalle imposte bianche. Dava l'idea di essere un bel quartiere, dove le persone erano tutte deliziose e i vicini portavano cesti di benvenuto ai nuovi arrivati.

Non sembra proprio il posto dove un drogato come Callum potrebbe vivere.

«Sei sicuro che siamo nel posto giusto?» chiese Lydia una volta che Jon l'ebbe raggiunta.

«Sì. Rawhide street, vedi?» Le indicò il cartello poco distante, sul quale figurava il nome della via.

«Mmm.»

«Che c'è?»

«Niente, è solo che...» Sospirò e scosse la testa. «No, niente. Su, andiamo.»

Lydia fece per incamminarsi, ma Jon l'afferrò per un braccio e la costrinse a fermarsi. «È solo che...?»

«Ma niente, te l'ho detto.»

«Lydia.»

«Era solo uno stupido pensiero, d'accordo?»

«Ti conosco, Lydia. Conosco quell'espressione: significa che la tua testolina sta pensando a qualcosa e non è qualcosa di stupido. Tutt'altro. Cos'hai?»

Mi conosci?! Come puoi essere così arrogante da crederlo, dopo dieci miseri giorni?!

Lydia avrebbe voluto gridargli quelle parole, ma invece sospirò arrendevole e si torturò le mani in grembo. «Ricordi quando ci siamo conosciuti?»

«Non è una cosa che si dimentica facilmente» rispose Daryl seccato, non dalla domanda ovvio, ma dal ricordo della scena ancora nitida davanti ai suoi occhi.

Lydia cercò di ignorare la sua reazione: poteva capirla. Lei per prima non avrebbe mai dimenticato – anche se, detto da una che aveva perso la memoria, era quasi esilarante.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora