Il risveglio di Jon era stato orribile, persino peggio di uno dei tanti che aveva avuto dopo una sbornia pesante e una notte di sesso con qualche sconosciuta adescata in uno strip club.
Aveva aperto gli occhi sul mondo dopo una nottata tutt'altro che tranquilla e una strana sensazione gli si era premuta sul petto, come un macigno troppo pesante da poter sopportare a lungo.
E non era di certo la testolina bionda di Rachel Yvonne, appallottolata contro di lui sotto le coperte.
Si stiracchiò e si scombinò i capelli già arruffati dalla piega del cuscino. Mentre cercava di prendere respiri profondi e di cacciare via quella sensazione di malessere che gli stava stritolando il cuore, abbassò lo sguardo per sbirciare Rachel: dormiva beatamente, con i capelli sparpagliati sul suo petto.
Jon sollevò una mano e le accarezzò la chioma con un gesto delicato e pensieroso, stando attento a non svegliarla. Non voleva che lei aprisse gli occhi e non voleva vederla sorridere nel modo stucchevole in cui le donne lo facevano quando avevano trovato la loro felicità.
Lui odiava i risvegli così, era per questo che se ne andava sempre prima che le ragazze che si portava a letto potessero accorgersi della sua assenza.
Di solito, Daryl Ashton lasciava la stanza di Rachel poco dopo che avevano fatto sesso, nel cuore della notte. Dopo la solita sigaretta, si congedava e tornava nella suite che condivideva con Chase e Jaxon.
Quella volta, tuttavia, non aveva avuto proprio alcuna voglia di tornarsene in camera sua.
Sfiorò ancora i capelli di Rachel. Erano morbidi, ma non erano soffici quanto quelli di... Lydia.
Lydia...
Era lei il motivo per cui era lì, in camera di Rachel Yvonne, invece che nella propria, dove avrebbe invece dovuto essere. Non ce l'avrebbe fatta ad affrontarla.
Per la prima volta in vita sua, Jon aveva paura di qualcosa. Una sensazione nuova, che gli scombussolava tutte le idee.
E, nonostante la notte selvaggia appena trascorsa, si sentiva ancora inspiegabilmente frustrato, come se non ne avesse abbastanza. Come se volesse di più. O forse... semplicemente qualcosa di diverso.
Qualcosa... o qualcuno?
Scivolò fuori dal letto, poggiando la testa di Rachel sul cuscino. Lei mugugnò qualcosa, ma non si svegliò. Jon afferrò i pantaloni dal pavimento e se li infilò, poi, senza che nemmeno avesse ancora finito di indossare la maglietta, prese il cellulare dal comò e sgattaiolò fuori dalla stanza.
I corridoi dell'albergo erano vuoti e silenziosi, il che era anche normale, considerando che fossero ancora le sei del mattino. Lo show di quella sera sarebbe andato in onda da Long Island, New York, a quattro ore di macchina da Boston.
Il giorno che seguiva uno degli eventi importanti della RWA era abbastanza tranquillo, per dare la possibilità a tutti i wrestler di riprendersi e rimettersi in forze per lo show successivo, così nessuno aveva appuntamenti, posti dove essere a orari improponibili, interviste o cose del genere. L'unica regola era che entro le sei del pomeriggio si trovassero tutti all'arena successiva per la registrazione della puntata, il resto della giornata era libero.
Jon sapeva che i suoi compagni di stanza, specialmente Jaxon, preferivano dormire un po' di più durante quelle giornate libere. E, solitamente, era così anche per Jon. Non sentiva proprio il bisogno fisico di dormire, perché aveva la capacità di rimanere sveglio e attivo anche con una o due ore di sonno a notte (il che era anche normale, considerando la grande quantità di caffeina che ingeriva giornalmente), ma a Jon era sempre piaciuto dormire fino a tardi, forse proprio perché era una di quelle cose che poteva fare raramente e che quindi sapeva ben apprezzare quando ne aveva l'occasione. Di fatti, entrando all'interno della suite, trovò la sala principale deserta e le porte delle loro camere ancora chiuse. Nel silenzio del mattino riusciva a sentire il rumoroso russare di Russell e questo lo fece sorridere. Certe cose non sarebbero mai cambiate e lui, in quel momento, aveva bisogno di tranquillità e routine, perché troppe cose gli stavano scombussolando la mente.
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𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨
Romance«Nel momento stesso in cui ho deciso di entrare in quel vicolo e salvarti, sei diventata un mio problema.» Lei sentì un tuffo al cuore e deglutì. «Vieni a casa con me.» Quelle iridi blu erano così serie e intense che lei non riuscì a sostenere il su...