McNellie's non era affatto la birreria tranquilla che Lydia si era aspettata. Era un locale grande e affollato, sui toni del nero e del blu scuro, illuminato da luci soffuse che non permettevano di distinguere le scarpe dal pavimento di marmo.
Non appena si introdussero all'interno della sala principale, vennero assordati dal chiacchiericcio confusionale dei clienti e dalla musica di sottofondo, indistinguibile tra tutti i suoni e le risate che si levavano dalla folla scatenata.
«Menomale che doveva essere una serata tranquilla» notò Lydia, e dovette quasi urlarlo per farsi sentire dagli altri.
Jon era subito dietro di lei, una mano poggiata al centro della sua schiena, per tenerla vicina. «Sei tu che hai insistito per venire» rispose e si guardò intorno.
«Siamo sempre in tempo per girare i tacchi e andarcene, io sarei a favore» propose Russell, già disorientato dalla confusione.
«Oh, avanti, ragazzi! Non fate i guastafeste! Ormai siamo qui, divertiamoci!» intervenne Samuel, guardandosi intorno con occhi scintillanti.
Daryl si chinò in avanti, portando le labbra all'altezza dell'orecchio di Lydia. «Se vuoi andare via...»
«Daryl! Siete arrivati, finalmente!»
Jon si sollevò di nuovo in tutta la sua altezza, allontanandosi appena da Lydia. «Rachel.»
La bionda intervistatrice stava avanzando verso di loro con un sorriso dolcissimo sulle labbra.
Lydia si irrigidì. Niente, quella ragazza non le piaceva proprio. E non c'era davvero da stupirsene, visto che sapeva il tipo di relazione che aveva avuto con quello che ora era il suo ragazzo. Ma era una cosa passata, giusto? Jon stava con lei, ora. Non avrebbe dovuto preoccuparsi, no?
E allora perché sentiva un nodo torcerle lo stomaco, mentre la osservava avvicinarsi a loro?
Rachel era proprio bella, quella sera. Indossava un tubino nero, che le aderiva al corpo asciutto come una seconda pelle, mettendo in risalto le sue belle forme. Il decolleté, di pizzo semitrasparente, era impreziosito da una collana con un opale nera che pendeva su di esso, e un giacchetto rosso, abbinato ai vertiginosi stivaletti che indossava, le copriva le braccia. Un cerchietto nero e un paio di orecchini a perla completavano il suo abbigliamento, rendendola davvero molto, troppo, bella.
Lydia abbassò lo sguardo a osservarsi, sentendosi un po' a disagio. Indossava un semplice maglioncino rosso e un paio di jeans e nemmeno gli stivali neri, alti fino al ginocchio, che a lei piacevano molto, riuscivano a farla sentire all'altezza di Rachel e del suo vestiario mozzafiato.
Ho bisogno di bere qualcosa.
«Ce ne avete messo di tempo, pensavo aveste cambiato idea!» trillò, una volta che si fu avvicinata. «Russell, Samuel!» li salutò poi.
I ragazzi ricambiarono con un cenno del capo.
«Abbiamo trovato traffico» rispose Jon.
Rachel annuì, ancora con quel sorriso luminoso sulle labbra lucide di rossetto. Poi, i suoi occhioni da cerbiatta si posarono su Lydia ed era evidente, dall'espressione sorpresa che assunse il suo viso, che non l'avesse notata.
E che non si fosse aspettata di vederla.
«Oh!» fece. «Perdonami, non ti avevo vista! Ci... ci siamo già conosciute, vero?» domandò, mentre il suo sorriso si faceva incerto. «Lilya, giusto?»
«Veramente sarebbe...»
«Lydia!»
Tutti si voltarono verso la voce che aveva pronunciato il nome corretto.
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𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨
Romance«Nel momento stesso in cui ho deciso di entrare in quel vicolo e salvarti, sei diventata un mio problema.» Lei sentì un tuffo al cuore e deglutì. «Vieni a casa con me.» Quelle iridi blu erano così serie e intense che lei non riuscì a sostenere il su...