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«Non capisco che ci trovino in lei.»

Lana era seduta su una sdraio a sgranocchiare patatine. Gli occhi azzurri, carichi di astio e mal celata gelosia, erano fissi su Lydia, circondata da un gruppo di bambini.

«In chi?» domandò Jessica distratta, prendendosi finalmente una pausa per sedersi accanto all'amica.

«In Lydia.»

Jessica seguì il suo sguardo fino a incontrare la figura della ragazza in questione. Stava giocando con sua figlia e gli altri bimbi, come se lei stessa fosse una bambina, e la scena la fece sorridere; Lydia si era persino tolta i vertiginosi tacchi, ora abbandonati sull'erba, per poter saltare e correre insieme a loro.

«Perché? Mi sembra una ragazza apposto.»

«Non lo so, nasconde qualcosa.»

Jessica sollevò un sopracciglio e poi ridacchiò. «Sì, sono sicura che in realtà sia una strega e che stia giocando con i bambini solo per poi rapirli e mangiarli per cena!»

«Da quando saresti diventata così simpatica, eh?»

«Da quando tu hai un orribile mostro verde sulla spalla.»

Lana interpretò decisamente male le sue parole, perché scattò in piedi e lanciò un urletto isterico, cominciando a colpirsi la spalla per scacciare chissà cosa. «Levamelo, levamelo! Qualsiasi cosa sia!» Jessica scoppiò a ridere, scatenando ancora di più l'isterismo di Lana. «Ma che ti ridi?! Aiutami!»

«Ma non hai niente sulla spalla!» Jessica rise ancora più forte. «La mia era una metafora, calmati!»

Lana si fermò e la guardò storta. «Una... una metafora...?» ripeté scettica, continuando a lanciarsi occhiate ansiose sopra la spalla.

Jessica sospirò, cercando di trattenere altre risate. «Il mostro verde di cui parlo si chiama gelosia, hai presente?»

Lana arrossì, sia per il disappunto sia per aver fatto la figura della scema. «G-gelosa io?» ripeté incredula, tornando a sedersi sulla sdraio. «Di chi, di quella là? Ma per favore, non essere ridicola! Cos'avrei da invidiare a una come quella?»

«Non lo so, dimmelo tu.»

Lana sbuffò e incrociò le braccia al petto, tornando a guardare Lydia in cagnesco.

«E smettila di fissarla così oppure non avrò scuse sufficienti per difenderti quando verrà giustamente a chiederti se hai qualcosa contro di lei.»

«Oh, che venisse pure, se ne ha il coraggio» sibilò Lana, già sul piede di guerra. «Le cambio i connotati del viso senza bisogno di mettere mano alle mie numerose trousse.»

«Comportati bene, LaLa. È la festa della mia bambina, non voglio drammi o litigate, sono stata chiara?»

Lana alzò gli occhi al cielo e sbuffò di nuovo, ma alla fine annuì. «Tranquilla, io non farò niente. Ma se lei si avvicina ancora a Chase, io...»

«Mostro verde in arrivo» cantilenò Jessica divertita.

«Io non sono...!»

«Gelosa. Sì sì, ho capito.» Jessica si alzò. «Suvvia, non essere sempre così seria o ti verranno le rughe!» Le fece un occhiolino e Lana la guardò storta. «Vado a controllare che non manchino vivande, vieni con me?»

Lana fece un cenno con la mano, come a dire di precederla, poi tornò a guardare Lydia.

Jessica sospirò e scosse il capo: quella ragazza era gelosa marcia, altroché.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora