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Non era ben chiaro di chi fosse stata l'idea. Lydia ricordava di averlo accennato quasi per sbaglio dopo l'ultimo Evento – come a voler cercare un timido tentativo per distrarre i Dark Knights, furiosi dopo aver perso il match contro PJ Constantine, nonostante l'esito fosse inizialmente tutto in loro favore.

Samuel ne era sembrato entusiasta, Russell aveva affermato che Kyla avrebbe adorato l'idea e Jon si era limitato a fare spallucce, in una tacita affermazione quasi indifferente. In fondo, nonostante tutti gli sforzi di Lydia, Daryl Ashton continuava ancora a non essere particolarmente coinvolto dallo spirito natalizio, che invece permeava l'ambiente e le persone accanto a lui – specialmente la sua ragazza.

Doveva ammettere che non gli dispiaceva affatto vederla sempre sorridente e spensierata, quasi dimentica delle sue condizioni e del suo passato ancora avvolto nell'oscurità, e non gli andava di rovinarle la festa, quindi stava facendo del suo meglio per assecondarla e lasciarsi coinvolgere dalla sua esuberanza – e prova ne erano le mille decorazioni nel suo appartamento che, nonostante tutto, non disdegnava neanche troppo... seppur non lo avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura.

«Non capisco perché, di tanti posti disponibili, abbiamo dovuto farlo proprio qui da te» commentò Jon, mentre tirava fuori da sotto gli scompartimenti dell'isola della cucina le pentole che Lydia gli aveva appena chiesto.

«L'idea è stata la mia, quindi è giusto che sia io a ospitare tutti» rispose lei, mentre si infilava un grembiule e se lo allacciava in vita. «E poi, sono sempre da te e anche Russell mi ha invitata a casa sua, quindi mi sembrava il minimo ricambiare.»

«E per Samuel? Qual è la sua scusa? Sei stata a casa sua e non me lo hai mai detto?»

Lydia roteò gli occhi. «Touché, ci hai scoperti!» lo prese in giro, portandosi la mano alla fronte. «Ooooora coooooome fareeeeemo?» Scoppiò a ridere, mentre prendeva la padella che Jon aveva poggiato sul ripiano e la metteva sui fornelli alle sue spalle.

«Vedi di fare poco la sveglia, principessa» la rimproverò, bloccandola tra il suo corpo e il ripiano della cucina. «Non vorrei dover essere costretto a ricordarti cosa accade alle bambine cattive che hanno la lingua troppo lunga.»

Lydia si poggiò contro il suo petto ampio, lasciando che Jon l'avvolgesse a sé. «Mi piacerebbe continuare a sfidarti, Mr. Ashton... ma ho una cena della Vigilia di Natale da preparare e i nostri ospiti saranno qui tra poco.»

Per tutta risposta, Jon grugnì frustrato. «Ti prego, non me lo ricordare.»

Lydia ridacchiò e scivolò via dal suo abbraccio. Aprì il frigorifero per tirar fuori gli ingredienti che aveva comprato quello stesso pomeriggio per la cena: il menù di casa Russo prevedeva cocktail di gamberetti in sfoglia su letto di lattuga; pennette salmone e vodka; frittura di pesce, con gamberoni al forno e cozze gratinate; patate sabbiose; e l'immancabile macedonia di frutta, tipica della sua famiglia – o almeno così credeva, ne aveva trovato la ricetta nel libro che sua madre conservava in una delle credenze e che doveva essere appartenuto a sua nonna.

Dei suoi genitori non si era vista ancora nemmeno l'ombra, nonostante fosse ormai un mese che era tornata a casa. Cominciava a domandarsi se vivessero lì con lei, oppure se quella fosse casa sua e avesse adibito una delle camere matrimoniali per loro, quando venivano a trovarla. Sinceramente, continuava a sperare fosse così, perché altrimenti non voleva nemmeno immaginare perché ancora non fossero mai tornati a casa... o perché ancora non l'avessero mai cercata.

Lydia era stata più volte sul punto di prendere il cellulare, aprire la rubrica e cliccare sui loro nomi, ma la verità era che era ancora troppo codarda per scoprire una verità che con buone probabilità l'avrebbe fatta cadere in un baratro di delusione, depressione e forse rimorso.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora