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«Prometto di prendermi cura di te come ho sempre fatto dopo che i tuoi genitori...»

Lydia non riuscì a sentire le successive parole di Callum, perché il volume della musica sembrava essere aumentato all'improvviso, impedendole di carpire altro.

Mentre lo fissava ancora con gli occhi spalancati, desiderosa di sapere di più, Call, senza togliere le mani dai braccioli della sedia, girò il capo per lanciare un'occhiata al locale. «Abbiamo scelto proprio la serata peggiore» mormorò, mentre il centro del locale, improvvisato a pista da ballo, si riempiva di luci intermittenti, fumo denso come nebbia e schiuma.

Si voltò di nuovo verso di lei e le mostrò un sorriso accondiscendente. Le disse qualcosa, ma Lydia non riuscì a capirlo, così scosse la testa e si indicò l'orecchio, come a comunicargli che c'era troppo casino. Callum si abbassò di più verso di lei e le parlò direttamente all'orecchio. «Qui sta diventando una bolgia, meglio uscire un po' se vogliamo finire il nostro discorso.»

Lydia lo fissò indecisa, mentre lui finalmente si allontanava e le porgeva una mano, indicando l'uscita più vicina con un cenno del capo.

Una parte di lei le stava urlando di non accettare e di tornarsene da Daryl Ashton... ma un'altra parte, quella più profonda ed emozionale, voleva saperne di più su di sé e sul proprio passato.

Dopo che i tuoi genitori... - aveva detto Callum poco prima.

Che cosa era successo ai suoi genitori?

Aveva bisogno di saperlo.

Alzò lo sguardo verso il punto dove sapeva ci fossero Jon, Chase e Jaxon, ma non riuscì a vederli. C'era troppa confusione e con la schiuma e il fumo era impossibile vedere a un palmo dal proprio naso.

Che cosa devo fare?

«Avanti, tesoro, andiamo fuori. Ti ho riportato anche la tua macchina, immagino tu la rivoglia indietro.»

Quella fu la scintilla che la fece scattare.

Riportò l'attenzione su Callum, che ora le stava mostrando un sorriso gentile, poi poggiò la mano su quella che il ragazzo le stava offrendo. Call la tirò su e la guidò fuori dal locale.

Jon si sarebbe arrabbiato, questo era certo... ma Lydia sperava che avrebbe capito le sue ragioni.

Lei aveva bisogno di sapere.

*

«Ma che cazzo sta succedendo?!»

Il locale fu presto pieno di fumo e schiuma ovunque e i corpi che danzavano scatenati sulla pista da ballo erano l'unica cosa che Jon riuscisse a vedere. Anche Chase e Jaxon cominciarono a mostrare i primi segni di insofferenza, soprattutto quando un gruppo di ragazze si mise a ballare vicino a loro, impendendogli di vedere il tavolo dove Lydia e Callum erano seduti.

Jon scattò in piedi, cercando di guardare oltre quella marea scatenata di testoline che ondeggiavano a ritmo di musica, ma con tutto quel fumo artificiale era difficile persino distinguere i volti di Russell e Samuel, figuriamoci riuscire a intravedere anche solo l'ombra di Lydia.

«Maledizione! Vaffanculo! Non riesco più a vederli! Lo sapevo che questa era un'idea del cazzo!»

Si infilò in mezzo alla folla scatenata e l'attraversò a forza di gomitate e spintoni, meritandosi per questo più di un insulto e persino qualche minaccia. Quando un ragazzone lo fermò per una spalla, costringendolo a voltarsi, Jon aveva sul viso un'espressione così arrabbiata e pericolosa che quello desistette subito dal suo intento litigioso e tornò a confondersi tra la folla con la coda tra le gambe.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora