29.

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Lydia si era pentita della sua scelta un secondo dopo averla compiuta.

Come aveva potuto lasciarlo andar via così? Perché non aveva lottato di più? Perché non aveva avuto il coraggio di chiedergli di restare? Che cosa aveva da perdere, in fondo?

No, le cose non potevano andare così.

Non dovevano andare così.

Era stanca di ascoltare la sua testa che continuava a ripeterle che non c'erano alternative.

Ci sono sempre alternative, si deve solo avere il coraggio di prenderle... di sbagliare.

In certi momenti, bisogna solo mettere a tacere il cervello e seguire l'istinto.

E quello era decisamente uno di quei momenti.

Lydia si alzò da terra, afferrò la maniglia e aprì la porta, pronta a inseguire Jon, a fermarlo. Quando la spalancò, quasi le prese un colpo.

Jon era lì.

Zuppo dalla testa ai piedi, coi capelli appiccicati alla fronte, gocce di pioggia che scendevano ai lati del suo viso serio. I fulmini in lontananza illuminavano la sua figura, rendendolo ancora più enorme così stagliato nell'oscurità.

Lydia si portò una mano alla bocca, mentre il cuore faceva un'improbabile capriola nel petto. Lui la fissò per lunghi istanti di silenzio, le sue iridi così fredde e decise da procurarle un brivido. Avrebbe voluto dirgli qualcosa, qualsiasi cosa, ma le sue labbra si mossero silenziose e neanche una parola riuscì a lasciare la sua gola.

Ugualmente silenzioso e terribilmente serio, Jon fece un passo in avanti e poi un altro ancora, finché non ebbe di nuovo superato la soglia, costringendola ad indietreggiare.

«Sei proprio un'ipocrita del cazzo» sputò, riservandole un'occhiata arrabbiata.

Lydia trasalì. «Daryl...»

Lui si sbatté la porta alle spalle e lei sobbalzò di nuovo. Si mosse lento, come un predatore, e avanzò fino a quando non la ebbe intrappolata contro il muro. La fissò dall'alto, le mani poggiate ai lati della sua testa. «Lo sai, Lydia, io odio tante cose, ma quello che mi manda il sangue al cervello sono le persone che mentono. E tu sei proprio una bugiarda del cazzo.»

«Ma di che stai...?» farfugliò confusa e col cervello in pappa, ma non ebbe modo di concludere la domanda.

Jon calò su di lei e le rapì le labbra con un bacio, dal quale si staccò quasi subito. Lo schiocco delle loro labbra riempì il silenzio come un suono proibito.

«Di questo» rispose duro, poi scese di nuovo a baciarla, questa volta più dolcemente, «di noi.»

La prese per i capelli e le fece piegare il capo per guardarla dritta negli occhi. Le sue iridi erano ghiaccio allo stato puro, intense e annebbiate.

Lydia gemette, ma Jon la ignorò. «Pensavi davvero che avrei seguito gli ordini di una ragazzina come te? Oh, no. No, no, no, Raggio di Sole. Non funziona così.»

La baciò di nuovo.

«Io ti ho salvato la vita, per due volte» disse, tra un bacio e l'altro. «Questo significa che mi appartiene. Tu mi appartieni. Tu sei mia. E non ho intenzione di lasciarti andare, mi hai capito bene?»

Si distanziò solo per guardarla dritta negli occhi e si stupì di trovarla ad osservarlo con la medesima intensità e lussuria che lui le stava riservando.

Lydia sollevò le mani, gliele infilò tra i capelli ancora bagnati dalla pioggia e glieli tirò indietro, liberandogli la fronte. Strinse le dita in due deboli pugni intorno ad essi, facendolo grugnire, e lo costrinse ad abbassarsi per incontrarla a metà strada, dato che lei si era ora sollevata in punta di piedi.

«Allora non farlo» sussurrò, ad un centimetro dalle sue labbra. «Resta.»

Jon le circondò la vita con le braccia e se la trascinò addosso, premendo le sue labbra su quelle di lei. Lydia si aggrappò alle sue spalle forti e quando lui la sollevò da terra, nell'impeto di quel bacio ruggente, gli allacciò le gambe intorno alla vita. Il suo corpo muscoloso aderì al proprio e i vestiti zuppi finirono ben presto col bagnare anche lei.

Era una sensazione bellissima ed euforica.

Jon la trasportò fino alla sua camera da letto, senza che Lydia nemmeno si rendesse conto di cosa stesse succedendo. Ogni centimetro del suo corpo e della sua mente era concentrato su di lui e sul bacio rovente con il quale le stava divorando le labbra.

Sempre tenendola per la vita, si inginocchiò sul letto e poi la costrinse a piegarsi all'indietro, fino a che Lydia non ebbe la schiena adagiata sul materasso.

Lei non ci stava più capendo nulla, era tutto così confuso, tutto così irreale. Un attimo prima aveva creduto di averlo perso per sempre e ora invece era lì, sopra di lei, che continuava a baciarla, a toccarla, ad accarezzarla.

No, non era un sogno, era tutto reale: il suo corpo muscoloso, che si fletteva sopra di lei ad ogni tocco insaziabile delle sue dita delicate, era decisamente reale.

Jon lasciò andare le sue labbra, ora gonfie e appena livide, e scese a baciarle il collo. Le sue dita le accarezzarono i capelli e poi tutta la lunghezza delle braccia, fino a che le sue mani non si intrecciarono con quelle di lei. Con una mossa repentina, che le fece sfuggire un gemito sorpreso, le inchiodò i dorsi al materasso, trattenendola ferma sotto di sé.

«Chissà, se ti marchio forse non lo scorderai più, che dici?» sussurrò, scendendo a baciarle il collo. «Eh, che dici?» ripeté, spostandole le braccia sopra la testa, sul cuscino, in modo da poterle allacciare i polsi con una sola mano, mentre l'altra l'afferrava per il mento, stringendosi appena sulle guance per costringerla a corrucciare le labbra.

Jon era in controllo totale e lei non poteva far altro che piegarsi al suo volere.

«E ti marchierò ogni fottuta notte, se dovesse essere necessario, così non scorderai più che tu-sei-mia.» Scese a rapirle le labbra corrucciate in un nuovo bacio, poi si spostò sul collo e cominciò a succhiare, facendola gemere: doveva aver trovato un altro punto debole, dal modo in cui si stava dimenando sotto di lui. Non la lasciò andare fino a che non fu soddisfatto del suo lavoro e quando si distanziò, con occhi pieni di lussuria, osservò il succhiotto rosso che scuriva la sua pelle candida.

Il suo marchio.

«Delizioso» mormorò, sfiorandolo con la punta dell'indice.

Lydia lo guardò dal basso, confusa ed eccitata. Lo attirò nuovamente a sé e lo baciò.

Quella notte, Jon fece sua Lydia molteplici volte, ricordando a entrambi che, ormai, nonostante tutto, appartenevano l'uno all'altra e da questo non sarebbero mai più potuti sfuggire.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora