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«No, sì... certo che capisco, non preoccupatevi.» Lydia sospirò, stringendosi di più nel giacchetto mentre camminava verso l'entrata posteriore dell'arena.

«Però, se vuoi...»

«No, sta' tranquilla, Nellie. Capisco che Bessie voglia stare un po' con Dason, dopo tutto quello che ha dovuto affrontare stasera contro le Ombre della Paura.»

«Già... è stata proprio una nottataccia» concordò Nellie, dall'altro capo del telefono. «E io volevo approfittarne per stare un po' con Jim. È appena tornato dagli Emirati Arabi e, beh, sai...»

«Non hai bisogno di spiegarti, dico sul serio!»

«La prossima volta, però...!» si affrettò a dire Nellie.

«Con piacere» concordò Lydia.

«Allora, passa una buona serata.»

«Anche voi. Buonanotte, Nellie.»

«Notte, Lydia».

La comunicazione si interruppe e Lydia sospirò di nuovo, rinfilandosi il telefono in tasca. La sua copertura era appena sfumata via: le gemelle, che di solito dormivano nella stessa camera d'albergo, per una serie fortuita di eventi si erano invece separate per quella sera, prendendo ognuna una stanza col proprio uomo. Per questo non potevano proprio ospitare Lydia per la notte, sarebbe stata decisamente un indesiderato terzo incomodo.

Si passò una mano tra i capelli e fissò l'entrata di servizio dell'arena, poi estrasse di nuovoe il cellulare. Lei stessa e Jon la fissarono dallo schermo e sentì una morsa stringerle il cuore. Sbloccò il telefono e cliccò sul simbolo della rubrica, scorrendo la lista: con le gemelle fuori causa, a chi poteva chiedere ospitalità? Né Samuel né Russell erano una scelta plausibile. Come voleva star lontana da Jon, voleva ugualmente prendere le distanze anche da loro, soprattutto dal primo, visto il modo secco in cui le aveva risposto, quando lei aveva soltanto cercato di dare una mano; inoltre, il modo in cui Jaxon lo aveva seguito, abbandonando Jon, non le era piaciuto per niente.

Daryl aveva solo cercato di aiutare... proprio come lei.

Forse l'ingratitudine dilagava tra i Dark Knights, quella notte.

Aveva in memoria il numero di Noemi, ma non era così in confidenza con lei da chiederle il favore di ospitarla per la notte.

Il suo dito si fermò con indecisione sul nome di David Zane. Lui le avrebbe dato asilo, nessun dubbio al riguardo, e sicuramente sarebbe stato in grado di farla sorridere e stare meglio, eppure qualcosa la frenò. Il ricordo della gelosia di Jon nei confronti di David e la rabbia latente che dimostrava ogni volta che lui, anche solo per sbaglio o casualità, la incontrava nei corridoi... no, sarebbe stata proprio una bastardata da fare. Non che Jon non la meritasse, sia chiaro. Considerando che si era comportato proprio come un vero stronzo, gli sarebbe stato bene, ma non voleva mettere in mezzo Zane. Lo avrebbe solo usato e magari alimentato quella speranza che invece Jon sembrava essere riuscito a estinguere del tutto con quella dichiarazione cantata a sorpresa, che aveva messo a tacere tanto David quanto Rachel Yvonne.

Già... come si sarebbe sentita lei nel sapere che Jon se ne fosse andato a farsi consolare da Rachel, quella notte? Ci era già passata e onestamente sperava proprio di non ripetere l'esperienza.

D'altro canto... chi diamine è Ash?

Si costrinse a cacciare quel pensiero che le era baluginato nella mente e le aveva punto il cuore. Scosse il capo e spense il telefono, ricacciandolo in fondo alla tasca. Non avrebbe chiamato nessuno. Avrebbe aspettato un taxi e si sarebbe fatta riportare in albergo. Poi, lì, avrebbe deciso il da farsi.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora