Jon era rimasto in silenzio durante tutta la colazione e Lydia non aveva proprio avuto il coraggio di parlare.
Perché diavolo aveva dovuto dirgli quelle parole? Come le era venuto in mente?
Le cose tra di loro stavano andando bene... anzi, a dire il vero, stavano andando alla grande.
Lydia non conosceva Jonathan Gabriel da molto tempo (facendo un calcolo veloce erano passate meno di due settimane da che lui l'aveva salvata dalle grinfie Callum), eppure si sentiva legata a lui come se avessero trascorso una vita insieme.
E questo la spaventava a morte.
Ecco perché aveva voluto allontanarlo, aveva dovuto farlo, per il bene di entrambi.
La loro non era una relazione sana e genuina, probabilmente non lo sarebbe mai stata. Diamine! Lui l'aveva raccolta dalla strada come un cucciolo smarrito e lei non aveva fatto altro che approfittare della sua gentilezza senza potergli dare molto in cambio. Poi c'era la questione della sua memoria, che ancora faticava a tornare. Se all'inizio Lydia aveva pensato a una conseguenza temporanea della ferita che aveva riportato alla testa, ora cominciava a essere davvero preoccupata dal fatto che, dopo ben dieci lunghi giorni, non riuscisse a ricordare che poche immagini e momenti indistinti del suo passato.
Come poteva tutta quella situazione portare a qualcosa di buono? Come potevano illudersi di riuscire a costruire qualcosa di più? Non sarebbe mai stato così ed era meglio che entrambi cominciassero a scendere a patti con la realtà, perché più a lungo avrebbero vissuto in quel limbo di incertezze e false aspettative, più avrebbero sofferto dopo.
Non che Lydia non volesse trascorrere la sua vita accanto a Daryl Ashton, sia chiaro: insomma, quale ragazza sana di mente non lo avrebbe desiderato? Ma sapeva anche distinguere i sogni, le fantasie e i desideri dal mondo reale.
Lei e Jon non avrebbero mai potuto costruire una vita insieme.
E poi, a dire il vero, i flash che si illuminavano nella sua mente non erano granché piacevoli. Lydia non ne aveva mai parlato con Jon, non ne aveva proprio avuto il coraggio, ma qualche informazione su se stessa aveva cominciato a raccoglierla.
Era stata fidanzata (fidanzata? In una tresca? Impicciata?) con uno spacciatore, che accompagnava persino in vicoli bui e malfamati per vendere le dosi giornaliere.
Non aveva una casa, o almeno questo era quello che continuava a ripetersi e ciò che anche Callum, quasi con tono derisorio, le aveva ribadito. Doveva vivere con lui oppure in quella macchina sgangherata, con il panno interno del tettuccio spillato alla copertura, che spesso vedeva nei suoi sogni.
E poi, doveva essere successo qualcosa ai suoi genitori, ma Callum non le aveva detto cosa. Una delle sue ultime frasi continuava a girarle per la testa, portandola vicina a una crisi di pianto isterico ogni volta che le sue parole le rimbombavano nelle orecchie.
Mi avevano avvertito che tutti quelli attorno a te finiscono col morire. Sei dannata, Lydia... dannata.
Non erano bei ricordi. Non erano ricordi felice. Era sicura che, una volta recuperata la memoria, le cose sarebbero andate anche peggio di così.
Era per questo che doveva allontanarsi da Jon, mettere tra di loro le giuste distanze.
Lydia era roba difettosa e Jonathan Gabriel non avrebbe potuto fare niente per aggiustarla. Lo avrebbe portato giù con sé, nella sua dannazione e nel suo dolore, e lei non poteva proprio permetterlo.
Jonathan Gabriel era la cosa migliore che fosse mai successa alla sua vita e l'avrebbe salvato da se stessa, ad ogni costo.
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𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨
Romance«Nel momento stesso in cui ho deciso di entrare in quel vicolo e salvarti, sei diventata un mio problema.» Lei sentì un tuffo al cuore e deglutì. «Vieni a casa con me.» Quelle iridi blu erano così serie e intense che lei non riuscì a sostenere il su...