13.

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«Lydia!»

Non appena Samuel e Lydia misero piede nello spogliatoio dei Dark Knights, Russell la avvolse in un abbraccio da orso, stringendosela forte al petto.

«Per fortuna stai bene, mi hai fatto preoccupare! Dove sei stata? Che cosa è successo? Qualcuno ti ha fatto del male? Chi devo prendere a calci in culo?»

Lydia, intrappolata in quell'abbraccio stritolatore, fece fatica persino a ridacchiare. «R-Russell... non... non riesco a respirare...!»

Jaxon ammorbidì la presa e si distanziò, rivolgendole un sorriso imbarazzato. «Scusa, devo imparare a contenere la mia forza quando sono con te.»

Lydia si massaggiò il costato, continuando a ridacchiare. «Sì, dovresti» concordò, sollevando un braccio per lasciargli una carezza su un braccio.

«Vi lascio alle spiegazioni, io vado a farmi una doccia veloce, così possiamo andare» disse Samuel, prendendo il necessario dalla borsa e sparendo nella zona docce.

Lydia si sedette su una delle panchine e abbandonò il capo contro la parete. Chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi. Aveva davvero un gran mal di testa e l'unica cosa che desiderava era coricarsi nel letto e dormire. Qualcosa di morbido e caldo le avvolse le spalle e riaprì gli occhi. Trovò Russell chinò su di lei, che le avvolgeva la sua felpa attorno al corpo. «Stavi tremando...» disse a mo' di giustificazione.

Lydia gli sorrise e si strinse nella felpa, riuscendo finalmente a scaldarsi. «Grazie.»

«Hai l'aria di essere molto stanca» notò, mentre si frizionava i capelli bagnati con un asciugamano.

«In effetti lo sono... non so proprio come facciate a vivere così, voi. Una sola giornata mi ha stremata, faccio fatica persino a tenere gli occhi aperti.» Lydia scosse il capo, cercando di combattere il sonno che voleva abbottonarle le palpebre. «Sono un disastro.»

«Non sei un disastro, piccola: solo non sei abituata.»

«Sarà.»

Russell la osservò di sottecchi, mentre lei chiudeva di nuovo gli occhi. Il secondo dopo, vide la sua testa ciondolare verso una spalla e il petto alzarsi e abbassarsi a un ritmo regolare.

Chase uscì dalla doccia, l'accappatoio intorno al corpo e un asciugamano a frizionare i capelli. «Aaaah! Mi ci voleva proprio una bella d-»

«Shhhh!» lo zittì Jaxon con un'occhiataccia, facendo poi un cenno con il capo verso Lydia, ora sdraiata sulla panchina. «Si è addormentata.»

Samuel la fissò intenerito. Quando aveva il viso rilassato in quel modo, Lydia era ancora più carina.

«Chase?» Jaxon cercò di catturare la sua attenzione, schioccandogli le dita davanti al viso. «Va tutto bene?»

Lui annuì e si andò a sedere, cominciando ad asciugarsi.

Jaxon gli riservò una lunga occhiata pensierosa, poi si sedette di fronte a lui. «Quello che ha detto prima Jon, riguardo te e Lydia...» cominciò con cautela.

Chase lo guardò di traverso, cominciando a tirare fuori dalla borsa i vestiti puliti da indossare. «Stronzate» lo interruppe subito. «Io non ho una cotta per Lydia, non siamo mica al liceo. Però ci tengo a lei, è una cosa che non ti so spiegare. Lei mi sembra così... fragile, che sento l'inusuale desiderio di proteggerla» confessò, voltando lo sguardo verso la ragazza.

«Voglio crederti» disse Jaxon, «ma tu e Jon dovete chiarirvi. Non voglio...»

«Sì, lo so» tagliò corto Samuel. Si infilò la maglietta e le scarpe. «Sistemerò le cose con lui domani, tranquillo.»

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora