30.

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Il calore del corpo nudo di Jon contro il proprio era una delle sensazioni più piacevoli che Lydia avesse mai provato. Si sentiva in pace con il mondo, cullata dal ritmo cadenzato del suo cuore. Jon, con le dita, stava tracciando linee lungo il suo braccio.

Rimasero ad ascoltarsi respirare, interrotti solo dalla pioggia che ancora batteva violenta contro la vetrata della camera. Il cielo era buio, ma una luminescenza fioca, proveniente dalle strade, gettava sulla stanza una penombra rilassante, che veniva rischiarata solo dai fulmini in lontananza.

«A che stai pensando?» domandò Jon, le labbra premute contro i suoi capelli.

«Al presente.» Lydia sorrise, accarezzandogli il petto.

Lui corrugò la fronte. «Non per fare lo stronzo insensibile e rovinare la poeticità del momento, ma potresti spiegarti meglio? Sai, non sono proprio al massimo delle mie facoltà mentali, dopo...»

...dopo aver scopato, avrebbe voluto aggiungere, ma non lo fece.

Non poteva di certo ammettere che lui e Lydia avessero fatto l'amore, ma qualunque fosse il modo di chiamare quello che c'era stato tra di loro, non era di certo una semplice scopata.

Era decisamente qualcosa di più. Solo, non sapeva cosa.

Così, decise di tacere e di lasciare alla graziosa testolina di Lydia, sicuramente più fantasiosa della sua in quel momento, il compito di riempire il silenzio lasciato dalle sue parole.

Lei ridacchiò e sollevò il capo per incontrare la sua espressione corrucciata, ma serena. Aveva i capelli arruffati, gli occhi brillanti e quelle due meravigliose fossette sulle guance.

Lydia non lo aveva mai visto così rilassato... e felice.

Sollevò la mano e con l'indice gli sfiorò la fossetta sulla guancia destra. Jon sorrise e le afferrò il polso, avvicinandosi la mano alle proprie labbra. La baciò con tenerezza.

«Sei... bello» sussurrò, mentre gli sfiorava il labbro inferiore con le dita.

Jon le mostrò un sorrisetto irriverente. «Dimmi qualcosa che non so.»

Lydia gli diede un debole schiaffo su di una spalla e lui scoppiò a ridere. Rimase incantata nel guardarlo ed ascoltarlo ridere. La sua risata era adorabile e contagiosa e presto anche lei si ritrovò a ridere di cuore.

«Anche tu...» mormorò lui, sollevando lo sguardo verso il soffitto.

«Anch'io... cosa?» domandò Lydia, con un sorrisino sulle labbra.

«Lo sai» borbottò.

«Sì, ma voglio sentirtelo dire.»

Jon sbuffò e le afferrò il viso, facendole corrucciare le labbra. Le si avvicinò. «Sei bella anche tu» sussurrò a pochi centimetri dalla sua bocca, prima di baciarla con dolcezza.

Sentirla sorridere contro le proprie labbra era una delle sensazioni più belle del mondo, non si vergognava ad ammetterlo, almeno con se stesso. Dirlo poi ad alta voce... beh, quello era tutto un altro paio di maniche.

«Allora sai essere dolce anche tu» lo prese in giro.

«Non mi provocare, Raggio di Sole» la avvertì, mordendole le labbra. Lei gemette. «Dio, questi suoni che fai...!»

Lydia si lasciò baciare fino a quando non ebbero di nuovo fiato, poi si accoccolò meglio contro il suo fianco e socchiuse gli occhi. «Jon?»

«Sì?»

«Posso farti una domanda?»

«Anche più di una.» rispose lui, giocando con una ciocca di capelli rossi.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐋'𝐎𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora