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Simone è un testardo e anche se dopo quella botta presa sul campo è tornato a casa zoppicando vistosamente, minimizza la cosa fino allo sfinimento.
Intanto il livido si allarga per tutto il ginocchio ed è Dante che decide di portarlo in ospedale.
Per fortuna nulla di rotto, deve solo restare il più possibile a riposo e camminare con le stampelle per un paio di giorni.
Tornano a casa parecchie ore dopo, l'auto si ferma nel vialetto della villa e i fari illuminano la figura di Manuel che va avanti e indietro, preoccupatissimo.
Si avvicina all'auto come una furia, Simone abbassa subito il finestrino.
"È tre ore che provo a chiamatte! 'ndo cazzo l'hai messo il telefono?!"
"Si è scaricato mentre eravamo fuori, scusa amore non volevo farti preoccupare solo che - ahi!".
Una fitta al ginocchio.
"Che è successo? Che c'hai?"
"Ho preso na botta sul campo. Amore, mi aiuti a scendere? Ci sono le stampelle dietro"
"Non te posso lasciá un secondo solo! Te trovo sempre tutto rotto"
Apre lo sportello e l'aiuta a scendere, gli offre le spalle, chinandosi leggermente per aiutarlo a salire.
"Dai,sali, te porto dentro"
"Amore ma peso"
"Sali! Tu padre porta dentro le stampelle, stasera divano e riposo!"
È titubante Simone, mentre si lascia mettere a cavalcioni sulla sua schiena, ma si stringe forte a lui, abbracciandolo.
"Scusami, t'avrei avvisato subito, a casa"
"Non ce pensá più, mò devi solo pensá a riprenderti."
"Che guardiamo stasera?"
"Quel cartone animato che me volevi fá vedè l'altro giorno"
"E resti con me stanotte?"
"Resto con te per sempre, così forse me resti tutto intero"
