Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Sono già passate parecchie settimane da qualche quel leggero dolore agli occhi si è intensificato a tal punto da stordirlo e dargli la nausea.
La scelta di fare un controllo è stata ponderata e soppesata per tanti giorni, non che non ce ne fosse il palese bisogno, solo che Simone è un fifone.
Non ama avere a che fare con chiunque abbia un camice bianco addosso ed è sempre così spaventato da dover stringere forte la mano di Manuel come fosse un orsacchiotto di peluche.
Questo controllo dura poco, è abbastanza evidente che Simone abbia contratto un'infezione oculare che gli provoca tutto quel rossore e quella lacrimazione continua.
Dovrà indossare una benda, per qualche giorno e applicare, alla sera, delle gocce.Fuori dallo studio, salgono rapidi in macchina.
"Te la senti di andare a cena fuori a sto punto?"
"Si, mi sento un po' scemo con questa ma andiamo!"
Se ne ricorda solo di fronte al ristorante, di quel paio di occhiali da sole conservati nel cruscotto.
Quindi li indossa e vanno a sedersi ad un tavolo.
A servirli è un'esuberante ragazza con le trecce ed un sorriso simpatico.
Si rivolge sempre a Manuel, per chiedere cosa può portare al tavolo, ignorando totalmente Simone; non che lui abbia tanta voglia d'interagire, quella sera.
A fine cena, la ragazza porta il conto, un lungo scontrino con le varie pietanze consumate e un bigliettino a parte, con il suo numero.
"E questo?" chiede Manuel.
"Ho pensato te facesse piacere, chiamami quando non te scarrozzi l'amico tuo"
"L'amico mio è mio marito. E non me lo scarrozzo, lo porto a cena fuori. È diverso. E grazie ma -" afferra il bigliettino, riconsegnandoglielo tra le mani "-non me interessa. Ora, prima che me ne vada, forse è il caso di scusarsi con mio marito e di portargli quel dolce che aveva richiesto già venti minuti fa, grazie!"
