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È stato Manuel a scegliere quel posto, è un angolo molto silenzioso, poco frequentato e non propriamente facile da raggiungere e, dal momento in cui lo conosce quasi come le sue tasche, è piuttosto rapido nel camminarci sopra e sistemarsi sia per prendere il sole che per tuffarsi in acqua senza farsi male.
Simone prova ad imitarlo nel modo in cui si muove tra i vari massi.
Ha un po' paura perché i bordi non sono per niente regolari, anzi.
Sono spigolosi, aguzzi e taglienti.
Manuel è qualche passo più avanti ma a Simone sembra sia distante mille metri.
Prova a muovere i piedi lentamente, uno dopo l'altro.
Li tiene vicini per non scivolare.
"Manu"
Manuel si gira, lo guarda. Simone è fermo su di uno scoglio e a Manuel fa una tenerezza immensa perché ha le mani giunte, gli occhioni grandi e un'espressione quasi disperata.
"Manu mi dai la mano?"
E allora torna indietro,a recuperarlo.
"Fai un paio de passi qua, poi me prendi la mano, ok?"
Ed è lì che succede il fattaccio: Simone avanza su uno scoglio, ma scivola e si ritrova con il piede pieno di spine.
Caccia un urlo di dolore e quasi scoppia in lacrime come un bambino.
"Manu, ci sono le spine, le spine!!!"
Manuel l'ha già raggiunto, e ora lo trascina prendendolo dalle ascelle per portarlo seduto.
"Come hai fatto a non vederli?!"
Simone continua a piagnucolare, scuote la testa "non lo so!"
"Dai amore non è niente, ora piano piano le togliamo tutte e disinfettiamo tutto. Stringimi la mano mentre le tolgo, se senti male stringi forte. Faccio più piano che posso"
Le sfila una ad una, sul piede rimangono diversi puntini arrossati dal sangue.
"Fa malissimo"
"Forza amore, Piano piano passa tutto"
(il mio cuore di mamma sta soffrendo molto immaginando il mio bambino con il piedino ferito, è bene che si sappia)
