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La festa di Matteo si tiene in un piccolo locale nei pressi del Colosseo.
Lo spazio è davvero ridotto e ci sono davvero pochi posti a sedere, quasi tutti occupati.
Quei pochi lasciati liberi sono comunque prenotati da grandi o piccole borsette poggiate sulla seduta impagliata.
Simone è in piedi, in un angolino vicino alla porta del bagno ed è già capitato due volte che nel modo di aprirla l'anta della porta gli sbattesse sulla schiena.
È l'unico angolo in cui può stare però, perché il bancone è posto lì e quello è l'unico posto che è riuscito a conquistare nell'attesa di ordinare il suo drink.
Ha perso di vista Manuel, che si è allontanato un attimo alla ricerca del festeggiato.
Si sporge tra le persone per cercarlo ed urta per sbaglio Roberto e Luca, due ragazzi di quinta. Hanno avuto poco a che fare, solo saluti di circostanza ma quel tanto che bastasse per aggregarsi nella loro comitiva.
"Ao ma che te sei? Rincoglionito?!" gli urla Roberto, spingendolo verso il bancone così forte da farlo sbattere.
"Robè ma lascialo stare!"interviene l'altro "Non o vedi che è Simone? Che stai a fá? Cerchi a Manuel? E certo, se prima eri dipendente da lui, mó che te diventato pure più brutto co sto apparecchietto figurati se lo lasci respirá"
Simone non replica, incassa il colpo e pensa pure non sia davvero il caso di rispondergli.
Non vuole un altro spintone e non vuole altre botte.
"Manuel" dice, ad alta voce, per richiamarlo.
Il ragazzo arriva poco dopo, lo vede massaggiarsi il costato.
" Che te sei fatto?"
"Niente, solite cose "
"Cioè?"
"Quei due coglioni de Roberto e Luca, m'hanno spinto perché ti cercavo e forse-boh-li ho urtati"
"Mò ce penso io"
"Manuel, no , non è -"
Troppo tardi.
Simone guarda Manuel raggiunge i due, lo vede urlargli contro e gesticolare.
