Adam
La luce è ancora accesa, ma lei sembra che stia dormendo.
Cerco di aprire la portafinestra, ma non ci riesco. È chiusa dall'interno.
Vedo un'ombra provenire dal corridoio su cui affaccia la sua camera e mi nascondo dietro il muro per non farmi vedere.
Quando vedo di sfuggita che si tratta di Hans, il suo patrigno, rabbrividisco.
Vaffanculo.
Si avvicina al letto di Ginevra e le abbassa la maglietta per poi sistemarle i pantaloni.
Lei dorme ancora.
Il cuore mi batte forte, la vista quasi mi si appanna.
Quel verme le dà un bacio sulla fronte, poi raccoglie qualcosa da terra.
Riconosco il telefono di Ginevra.
Lo mette sul suo comodino e d'improvviso mi arriva il messaggio che Ginevra è tornata raggiungibile.
Non può essere.
Prende un'altra cosa da terra e quando esce dalla camera, spegnendo la luce, vengo colto dal panico.
Che cosa devo fare?
Non può essere vero.
Cerco di concentrarmi. Ho bisogno di trovare subito un modo per entrare. Quando vedo lo stendino di lato alla portafinestra, la mia mente sa già cosa fare.
Lo alzo di peso e lo spingo con tutta la forza che ho contro il vetro della portafinestra. Più e più volte, ma quello che ottengo sono solo delle piccole crepe. Non è possibile.
Cerco di pensare più lucidamente, poi il mio sguardo cade sull'asta che tiene la tenda.
La tiro via di peso, è di ferro. Questa funzionerà. Devo solo sbrigarmi, credo di star facendo troppo rumore.
Guardo Ginevra ancora a letto, immobile, e l'ansia comincia ad assalirmi.
Non sta semplicemente dormendo o si sarebbe già svegliata con tutto il fracasso che sto facendo.
E se le avesse dato qualcosa? Come lui ha fatto con lei?
Do un colpo dritto alla crepa più evidente e quando finalmente vedo il vetro frantumarsi, riesco ad infilare la mano all'interno per aprirmi, fregandomene del sangue che inizia a fuoriuscire dai tagli sul mio braccio.
Entro velocemente, fiondandomi subito su Ginevra con il cuore in gola.
Le prendo il viso fra le mani, facendola voltare verso di me. Respira.
«Ginevra, svegliati» glielo ripeto costantemente, anche a voce più alta, ma niente.
Non mi sente.
La testa mi gira quando sento dei passi fuori al corridoio. Chiudo la porta della camera di fretta, e a chiave.
Prendo il mio telefono, componendo subito il numero della polizia.
Quando un uomo mi risponde, parlo a bassa voce per non farmi sentire da Hans dall'altro lato della porta, che continua a chiamare Ginevra.
Dico all'uomo l'indirizzo di casa, ma quando lo faccio lui mi chiede subito se sia l'abitazione di Hans Collins. Gli rispondo di sì e la linea cade improvvisamente.
Non so chi cazzo chiamare anche se il pensiero mi va dritto a Ross.
Mi odia, certo, ma si tratta di Ginevra adesso.
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𝑺𝒍𝒆𝒆𝒑𝒊𝒏𝒈 𝑩𝒆𝒂𝒖𝒕𝒚
Roman d'amourCOMPLETA.🩶 #1 A Cleveland, nessuno è mai quello che sembra: i ragazzi popolari in realtà hanno delle vite di merda, ma a loro piace far finta di nulla e vivere la loro vita in una bolla di vetro. Il vetro però, se cade, si frantuma in mille pezzi...