Capitolo 21

860 68 5
                                    

Ci allontaniamo dal negozio, andando verso il castello.

"Dove si va per questa salita?", mi chiede Stash preoccupato.

"Verso il castello, ma non ci andiamo. È solo per evitare di incontrare loro due.", dico accennando alle persone che sono sotto di noi.

"Sono tua madre e tua nonna?"

"Sì."

"Perchè non vai a salutarle? Saranno in pensiero per te."

"Dopo tutto quello che mi hanno fatto? Preferisco morire."

"Sei solo troppo orgogliosa.", mi dice baciandomi.

"Dai, andiamo? Voglio tornare a Roma entro domani."

"Certo, piccola."

Arriviamo alla macchina, ed essendo ancora le 15, Stash decide di partire già ora.

"Stash?"

"Si?"

"Grazie.", gli dico girandomi verso il finestrino, guardando il paesaggio scorrere, quel paesaggio che tanto odio quanto amo.

"Certo che sei di una compagnia, eh...", mi dice Stash dopo un po'.

"Non ho voglia di parlare.", rispondo fredda.

"Allora scusa.", mi dice abbastanza incavolato.

Metto le cuffie e addio. Porto le ginocchia al petto circondandole con le braccia, poggiando i talloni sul sedile.

Dopo un pò parte Me Minus You, e quando finisce decido di togliere le cuffie, mentre le lacrime iniziano a scendere.

"Scusami.", dico tra le lacrime.

Stash si ferma in un autogrill, che fortunatamente era vicino, e mi prende la testa fra le mani.

"Tranquilla, sono io che sono troppo permaloso.", mi asciuga le lacrime, e poi ci abbandoniamo ad un bacio appassionato.

"Non vedo l'ora di tornare a Roma.", mi dice.

"Anche io."

Mettiamo il CD di Sansiro dei Modà, e il tempo passa più velocemente, e tra una canzone e l'altra siamo a Roma, sotto all'hotel.

Andiamo in camera mia, e iniziamo a baciarci, sempre più appassionatamente, e iniziamo a viverci dolcemente, tutta la notte.

"Ti amo."

"Anche io, ballerì.", e mi addormento tra le sue braccia.

-31 dicembre-

E anche quest'anno sta per giungere al termine.
Da un lato sono felice, dall'altro no.
È stato un anno intensissimo, durissimo e bellissimo.

Stasera io ed i ragazzi festeggiamo insieme, saremo solo noi quattro.

Festeggiamo a casa di Dani e Alex, e ora stiamo preparando tutto per il cenone.

"Prima che combinate guai, sparite, tutti e tre!", dico col mestolo in mano, scoppiando a ridere seguita da loro.

"Agli ordini chef!", mi risponde Alex facendo il gesto militare.

Vanno in salotto a giocare alla play, mentre io cucino.

Finchè si cucina, vado in salotto.

"PES o Fifa?", chiedo.

"Fifa!", mi rispondono in coro.

Vedo che Stash è in svantaggio di 13 a 1, così gli vado vicino prendendogli il controller.

"Ma...", protesta.

"Taci e guarda!", gli dico segnando un gol, sotto gli occhi di Alex e Daniele che mi guardano divertiti e scioccati.

In poco tempo il risultato è stravolto, 20 a 13 per me (e Stash).

"Non sapevo di avere una ragazza che ama i videogiochi", dice Stash baciandomi.

"Amo il calcio.", dico tornando in cucina.

"Che profumino", dice Daniele affacciandosi.

"Fuori.", lo fulmino, mentre rido.

Finisco di cucinare e chiamo i ragazzi.

"Buona ultima cena!", dico.

"Ma detto così suona malissimo!", dice Alex, e scoppiamo a ridere tutti.

"Era inteso ultima cena dell'anno.", lo guardo male.

"Me l'hai servita sul piatto d'oro.", dice Alex.

"Piano co sti doppi sensi!", conclude Stash fulminando il cugino.

"Mi volete dire se è buono o no?", chiedo fingendomi spazientita.

"È buonissimo!", dicono tutti e tre, facendomi felice, ma so che lo pensano realmente, perchè svuotano il piatto e richiedono il bis.

Parlando e scherzando, arrivano le 23, e decidiamo di giocare a tombola.

'Portami dove si vola.'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora