Capitolo 65

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Una volta arrivata in America, un ragazzo mi aspetta.

Dopo aver preso le valigie, vado da questo ragazzo, che si presenta con il nome di Max, capo della crew.

Rimpiango già Alessandra.

Durante il tragitto, mi riempie di domande, quasi tutte private, che svio abilmente.

Arriviamo in un residence di New York, il principio è lo stesso di quando stavo a LA: è praticamente tutto nostro.

Max mi accompagna in stanza, e mi riferisce che devo essere nella hall in poco tempo.

Mi faccio una doccia velocemente, mi vesto e vado giù.

Trovo Max, imbronciato, insieme a Pasquale, che invece mi sorride.

"Piacere, Pasquale.", mi dice porgendomi la mano.

"S-Sara", balbetto stringendogli la mano sorridendo.

"Non ti mangio mica, eh!", mi dice ridendo.

Max ci dice che abbiamo un quarto d'ora, poi dobbiamo andare in sala prove, e se ne va, lasciandoci li.
Diciamo che sono stata 'affidata' a Pasquale, visto che è italiano ed è qui da più tempo di me.

"E così tu saresti la mia fan?"

"S-sì."

"Anche io sono tuo fan.", appena me lo dice credo di essere arrossita. "Mi avevano detto che sei timida, ma non pensavo così tanto.", aggiunge poi.

"Faccio fatica ad aprirmi. Riesco a parlare più facilmente davanti ad uno schermo. E poi avere davanti il tuo idolo che ti dice che è tuo fan di certo non aiuta!", dico sorridendo, mentre lui inizia a ridere.

"Dai, andiamo in sala, che Max non perdona ritardi.", mi dice poi.

"Va bene. Ma..."

"Dimmi."

"Posso chiamarti Lino, vero?"

"Certo.", mi dice sorridendo, felice. "Era da tanto che non mi sentivo chiamare così."

Entriamo nella sala, e tutti i gruppetti si sciolgono, ed iniziano tutti a fissarmi.

Pasquale mi prende per mano, come a tranquillizzarmi.

"Mi mettono a disagio.", gli sussurro.

Max viene a separarmi da Pasquale, mi porta al centro e mi presenta.

Due ragazze, però iniziano a ridere indicando le mie braccia, e presto iniziano tutti a ridere, tranne Pasquale, che corre in mio aiuto con un "Shut up, guys!".

Max lo incenerisce con lo sguardo, e lo chiama a parlare.

Direi che ho iniziato bene: ho già tutta la crew contro.

Pasquale mi si avvicina.

"Hanno molti pregiudizi sugli autolesionisti, scusali."

"Non fa niente.", dico con gli occhi bagnati di lacrime, ma deglutisco e le ricaccio indietro.

"Stasera ti faccio vedere New York, ci stai?", mi propone.

"Scusami, ma vorrei riposare, il fuso orario mi ha sfinita. E dovrei anche chiamare il mio ragazzo."

"Ah, Stash vero? Lo ammiro molto.", ma nella sua voce noto una punta di disprezzo, o forse è solo la mia immaginazione.

All'improvviso parte Diamonds, ed io mi metto a ballarla, spensierata.
Tutta la crew si gira a guardarmi, ed iniziano a parlare tra di loro, ma me ne frego.
Io sono qui per ballare, e lo dimostrerò a tutti.

Quando finisce, Pasquale è l'unico ad applaudirmi con il sorriso stampato in faccia, mentre gli altri restano ammutoliti.

Max annuncia la fine, essendo le 23, ed io torno in stanza, ma prima di entrare vengo bloccata da Lino.

"Amici?", mi chiede.

"Amici.", rispondo accennando un sorriso.

Mi lascia un bacio sulla guancia e se ne va.

Appena entro in stanza, chiamo Stash.

"Piccola, come stai?", mi chiede, ed io inizio a piangere. "Cos'è successo?", il suo tono si fa preoccupato.

"Niente.", singhiozzo. "Voglio averti qui con me, ora."

"Mi dici che hai?"

Alla fine cedo, e gli racconto tutto. Tralascio, però, il bacio sulla guancia di Pasquale.

"Sono felice che almeno Pasquale ti abbia difeso. Ma guarda che sono geloso, eh!"

"Tranquillo. Credo che a parte tutto, lui rimarrà sempre e solo un idolo per me."

"Mi fido. Devo andare a provare, ci sentiamo più tardi."

"Va bene, io ora dormo."

"Allora buona notte."

"Grazie, buone prove."

"Grazie."

Chiudo la chiamata, mi metto il pigiama e mi sdraio sul letto, quando realizzo di non aver nè cenato, nè pranzato. Mi rifarò forse domani.

'Portami dove si vola.'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora