-Sei giorni dopo-
Ed eccoci in aeroporto.
Con me ci sono Giuseppe ed Alessandra.
Il tour di Lady GaGa è finito, ed io credo di essere migliorata tantissimo, oltre che aver imparato meglio l'inglese e conosciuto due persone fantastiche.
A metà agosto tornerò, ma per il tour di Rihanna, e non vedrò più i miei amici.
"Teniamoci in contatto.", propone Ale.
"Volentieri.", rispondo.
Saluto entrambi con un abbraccio, e poi prendo il volo.
Per dieci ore non sono riuscita a dormire.
Appena atterriamo, a Verona, prendo le valigie, e mi aspetto di trovare Stash, ma niente.
In compenso, trovo Veronica ad aspettarmi.
Le corro incontro, abbracciandola."Come stai?", mi chiede.
"Bene dai, te?"
"Bene grazie.", mi risponde sorridendo. "Vieni, ti porto all'hotel dove potrai riposare."
"Grazie.", non vedo l'ora di poter farmi una doccia fredda, e dimenticare il fatto che Stash non mi abbia più chiamata nè scritto dopo la sua partenza.
Domani è pure il suo compleanno.
"Che hai?", mi chiede Veronica, vedendomi silenziosa.
"Niente.", mi sforzo di sorriderle.
"Come nella scuola, sai che se hai bisogno, io ci sono. In qualsiasi momento."
"Lo so, grazie mille."
Arriviamo all'hotel, parla con la receptionist, ed infine mi da la chiave della stanza.
"Ci vediamo domani, per le prove."
"Va bene, grazie.", ci salutiamo con un bacio sulla guancia, ed io vado in camera.
Posto una mia foto sui social, 'Finalmente in Italia', e quasi mi spavento da tutte le notifiche che ho, soprattutto su Facebook, nel quale non entravo da secoli.
Molte persone che mi chiedono l'amicizia, inviti a pagine, richieste di giochi...
Chiudo i social, e crollo addormentata.Quando mi sveglio, sono le 19. Ho dormito tutto il giorno, considerando che sono arrivata alle 10 di stamattina.
Controllo il cellulare, nessuna notifica.
Ammetto che ci sono rimasta male, molto, ma ci passo sopra, sarà impegnato con gli instore.
Prima di scendere a cenare, faccio il mio rito giornaliero, e mi sento meglio, più leggera.
Vengo interrotta dal cellulare che suona, rispondo senza guardare chi sia.
"Piccola, scendi, dobbiamo parlare.", la sua voce, quanto mi era mancata.
"Arrivo.", dico con un sorriso che va da orecchio a orecchio, anche se la sua voce era abbastanza preoccupante.
Mi lavo via il sangue, e metto la prima felpa che trovo, con un paio di jeans.
Quando scendo, lo trovo ad aspettarmi seduto su uno dei divanetti della hall."Ciao.", gli dico dandogli un bacio all'angolo della bocca.
"Ciao.", dice freddamente lui.
"Cosa dovevi dirmi?", chiedo andando dritta al punto.
"Non posso prendermi la responsabilità di un bambino, ora.", le sue parole mi arrivano come un pugno in pancia.
E dire che l'aveva presa bene.
E poi non è ancora ufficiale. Domani richiederò la visita."Dimmi qualcosa.", dice.
"Cosa dovrei dirti? Che abortirò? No. Piuttosto crescerà come sono cresciuta io, ma io mi prenderò le responsabilità. Ciao.", replico quasi urlando, con le lacrime che mi rigano il volto, tornando in stanza, e lasciando Stash.
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'Portami dove si vola.'
Romance' "Sai, penso che tu sia come il mare.", mi dice guardandomi. "Cioè?" "Sei calma come il mare d'estate, ma può bastare un attimo per farlo diventare tempestoso. E poi, nonostante il mare continui a sbattere sugli scogli, trova sempre la forza di rip...