"Ragazzi, noi andiamo a casa, a domani!", dice Dani, una volta finito il tramonto.
"Buona serata.", aggiunge Alex, lasciandomi un bacio sulla guancia, facendomi arrossire.
Se ne vanno, ed io e Stash rimaniamo soli.
Fisso l'orizzonte, mentre si tinge lentamente di blu scuro."Mi abbracci?"
"Ovvio."
Mi abbraccia, e inizio a piangere.
"Che ti succede, piccola?"
"Niente, stavo solo pensando."
"A cosa?"
Il suo tono di voce mi spinge a raccontargli tutto di me, ma finchè posso, evito.
"A quanto è bello stare qui con te, al fatto che ho trovato un amico subito, e che tu mi abbia capita senza neanche conoscermi."
"I tuoi occhi mi dicono tutto. Non sono mai riuscito a capire nessun altro prima di te.", dice stringendomi più forte.
Un brivido mi attraversa la schiena.
"Hai freddo?", mi chiede dolcemente, stringendomi più forte.
"No.", replico abbozzando un timido sorriso, mentre Stash mi raccoglie col pollice qualche lacrima.
Parlando, arriva la sera, mangiamo e poi dormiamo.
"Buongiorno!", urla Stash.
"Che ti urli di prima mattina?!", replico, tirandogli il cuscino.
"Vuoi la guerra?", mi si avvicina.
"No, la colazione.", rispondo stropicciandomi gli occhi e stiracchiandomi.
"Ecco a te."
Me la porge su un vassoio, con tanto di rosa e bigliettino: 'Alla rosa più bella'.
"Ma sta dolcezza mattutina?"
"È per introdurti alla giornata."
"Ma grazie." Gli lascio un bacio sulla guancia.
"Ora vado, sennò tuo zio mi licenza al quarto giorno.", dico cercando di sembrare seria.
"A dopo", dice ridendo.
Vado in sala, e ad accogliermi trovo Marco.
"Sara, puoi seguirmi?"
"Certo. Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
Mi porta nel retro, in un vicolo cieco.
"Si, stai troppo tempo con mio nipote."
Prova a prendermi per mano, ma la sposto.
"Vieni qui, piccolina!", dice avvicinandosi a me, che ormai sono bloccata al muro.
"Lasciami!", urlo.
"Fatti prendere, bellezza!"
"Neanche morta! Da uno come te, poi!"
"Che succede?"
Questa è la voce di Alex.
"Sara! Papà, mollala subito.", si avvicina con fare minaccioso, e Marco si allontana da me.
"Cosa ti salta in mente?"
"Volevo divertirmi."
"Non con lei. E sopratutto non con la forza."
"Sara, sei licenziata!", mi urla Marco, mentre Alex gli tira un pugno in faccia.
Non so cosa gli abbia fatto.
Chiamo la polizia, e racconto tutto, mentre Alex stende suo padre, che ha perso i sensi.
"G-grazie."
Mi abbraccia.
"È tutto, apposto, adesso chiamo Stash, ok?"
"S-sì.", tremo tutta e piango, sono scossa.
Arriva la polizia, che arresta Marco, e nel frattempo arriva Stash che mi abbraccia.
"Che è successo?"
"Marco...", sono sconvolta, non riesco a continuare.
"Stava per violentare Sara.", conclude Alex al posto mio.
"Quel pezzo di merda!"
"L'ho sistemato una volta per tutte.", dice soddisfatto Alex.
"Grazie, davvero.", dico riconoscente ad Alex.
"Adesso devo prendere io in gestione l'hotel?", chiede allarmato Stash, mentre torniamo in sala.
"A quanto pare", ride Alex. Più che ridere, cerca di sdrammatizzare la situazione.
"Aiutatemeee!", dice Stash portandosi una mano sulla fronte ed imitando teatralmente un disperato. Stanno cercando di farmi sorridere, li adoro.
"Dai, ti aiuto io!", dico provando a sorridere.
"Finchè voi vi decidete io vado dove stavo andando. Ciao!"
"Ciao!", gli diciamo noi sorridendo.
"Direi che per ora possono cavarsela i nostri collaboratori, andiamo su."
Mi prende dolcemente la mano e mi porta sulla terrazza.
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'Portami dove si vola.'
Romance' "Sai, penso che tu sia come il mare.", mi dice guardandomi. "Cioè?" "Sei calma come il mare d'estate, ma può bastare un attimo per farlo diventare tempestoso. E poi, nonostante il mare continui a sbattere sugli scogli, trova sempre la forza di rip...