"Buongiorno!", dico, porgendo la mano al direttore.
"'Giorno.", risponde lui stringendomela con poco interesse, senza neanche guardarmi negli occhi.
"Sono Sara. Avevo chiesto il colloquio di lavoro."
"Ah sì, ora ricordo! Prego, da questa parte!"
Mi fa entrare in una saletta, dove vi è seduto un ragazzo che avrà poco più di 22-23 anni, comodamente stravaccato sulla sedia, un ciuffo enorme in testa. Gli occhi sono truccati, si vede da lontano. A contornare il tutto, un piercing sotto al labbro gli rende le labbra più rosa e carnose.
"Ho analizzato il suo curriculum, e direi che può iniziare già da domani mattina, alle 8:00 si apre il ristorante per la colazione, quindi per le 7:00 deve essere qui."
Il ragazzo seduto vicino al direttore continua a fissarmi.
"Lui è Antonio", dice il direttore, indicandolo "e ti farà da guida per l'hotel, ti aiuterà nei primi giorni."
Essendo interpellato, si risveglia dall''incanto' e mi sorride, porgendomi la mano.
"Piacere."
"Piacere mio, Sara."
"Bene, allora a domani, Sara. A proposito, se hai bisogno di me, basta che chiedi di Marco!", annuisco, ed esce dalla sala seguito da me ed Antonio. Non appena si alza, noto che è altissimo, a stento gli arrivo al petto.
Antonio mi prende la mano e mi porta davanti all'ascensore.
Lo fisso, prima in faccia, poi la mia mano stretta alla sua, più volte.
È strano come le nostre mani combacino perfettamente.
Quando se ne accorge, molla la presa."Oh, scusa. È che mi viene spontaneo. È come se volessi proteggere le ragazze deboli, lo faccio senza pensarci, scusa, scusa, scu..."
Lo zittisco ridendo.
"Tranquillo Antonio, non è nulla. Solo che non sono abituata, tutto qui. Ma... Quindi mi consideri una ragazza debole?"
Nel frattempo l'ascensore è arrivato, ed entriamo.
"Ti faccio vedere il -1, l'area wellness e fitness. Comunque, sì, i tuoi occhi mi dicono che hai bisogno di protezione, di essere capita."
Una lacrima sta per scendermi, ma prima che lui la veda mi volto e l'asciugo.
Non mi conosce neanche da dieci minuti, che già mi ha capita.Usciamo dall'ascensore, e mi mostra la palestra, le piscine e la sauna, poi mi porta al primo piano.
"Direi che il piano terra lo possiamo evitare, passiamo al primo, dove si trova la sala congressi, due sale animazione per i bambini e una sala per gli eventi."
Me le fa vedere, e rimango incantata davanti alla sala per gli eventi. È enorme, c'è un palco grande con due altoparlanti enormi ai lati, riflettori in alto, e almeno trecento posti a sedere.
"Ti piace questa sala?", mi chiede il moro, notando che fisso meravigliata il palco.
"Sì, sarebbe bellissimo potermi esibire davanti a tutta questa gente."
"Canti?"
"Ballo."
Mi sorride.
"Io canto."
Vorrei rispondergli 'chi te l'ha chiesto', ma il tono dolce con cui me l'ha detto mi spinge a non rispondergli male.
"Vieni, ti faccio vedere un posto."
Lo seguo nell'ascensore.
"Dal secondo al quinto piano ci sono le camere degli ospiti."
Preme il numero cinque.
"Non te le faccio vedere le stanze, ma un altro posto."
Usciamo dall'ascensore.
"Posso?", dice prendendomi la mano.
Annuisco, e mi porta verso una porta, che nasconde una scalinata.
"Dove mi stai portando?", chiedo, divorata dalla curiosità.
"Aspetta e vedrai."
Salendo le scale, la luce del sole si fa sempre più intensa.
Ciao a tutti!
Questa è la mia prima Fan Fiction su Stash.
È quella a cui tengo più di tutte, per questo ho deciso di revisionarla.
Spero che vi piaccia, commentate e votate se vi va!
Un bacione,
~Sara
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'Portami dove si vola.'
Romance' "Sai, penso che tu sia come il mare.", mi dice guardandomi. "Cioè?" "Sei calma come il mare d'estate, ma può bastare un attimo per farlo diventare tempestoso. E poi, nonostante il mare continui a sbattere sugli scogli, trova sempre la forza di rip...