Mi tengo il ginocchio con la mano e tento di ricacciare indietro le lacrime, con scarsi risultati."Credo si sia rotto.", dico sconsolata. "Prima o poi sarebbe accaduto."
"In che senso?", chiede Alex, mentre Stash decide di prendermi in braccio per portarmi all'ospedale.
"Ormai sono cinque anni che il ginocchio mi fa male. Poi aveva smesso, e prima ha ripreso a farmi male."
"E perchè non l'hai detto?", chiede Stash, visibilmente preoccupato.
"Ho sempre ballato col male al ginocchio, ormai mi ero fatta l'abitudine."
Guida Alex, in modo che Stash possa mettersi vicino a me.
Arrivati all'ospedale, vengo, stranamente, presa subito.
"Deve essere operata.", dice il dottore.
"No.", dico io mordendomi l'interno del labbro.
"Si. È rotto, e la rotula è fuori posto. Se non viene operata il prima possibile rischia di perdere l'uso della gamba, soprattutto perchè lei balla, giusto?"
"Sì...", dico trattenendo un singhiozzo, mentre Stash mi prende la mano.
"Quindi meglio operare. E per tre mesi le stampelle sono assicurate."
"Più di tre mesi senza ballare?! Ma anche no!", scatto.
"Non hai altra scelta.", mi dice Stash.
"Quindi non posso neanche partire?", guardo speranzosa il dottore.
"È meglio se resti in Italia."
Sospiro, rassegnata, e poi vengo portata in sala operatoria.
Non so dopo quanto tempo, mi ritrovo col ginocchio ingessato, ed i ragazzi in stanza.Daniele ed Alex sono in disparte, mentre Stash è al mio fianco.
"Per colpa mia non avete provato.", dico sconsolata.
"Ma tranquilla. Noi abbiamo tempo di recuperare le prove. Tu invece devi rimetterti in sesto il prima possibile.", dice Alex.
"Ma che ore sono?", chiedo.
"Le 23 e 15.", risponde Stash.
"Sono stata tutto sto tempo addormentata?", chiedo stupita.
"Sì."
"Dai, ora andate che domani avete l'aereo.", mi giro verso Stash. "Tranquillo, okay?"
"Ti prego, Sara. Non farlo. Promettimelo.", la sua è una supplica.
"Non ti prometto nulla.", gli dico con gli occhi bassi. "Ti amo."
"Anche io.", ci baciamo appassionatamente, e poi esce, seguito dai ragazzi.
"Buon tour."
"Buona guarigione.", mi dicono in risposta loro.
Credo che sia d'obbligo avvisare i fan.
Dopo secoli, entro nella mia pagina, e posto una foto della gamba ingessata, scrivendo 'Incidenti di percorso. Sto bene, tranquilli.'
Subito dopo mi arriva un messaggio da Emma uno da Elisa, e uno da Briga.
Parto da quello di Emma, in cui mi chiede se può venire a trovarmi, lo stesso Elisa.
Quello di Briga, invece, è totalmente diverso: 'Ballerì, che hai fatto? Ci vediamo in sti giorni, dato che non parti?'
Non so che rispondergli. E poi per cinque giorni devo stare in ospedale.
'Se vuoi venire in ospedale, vieni. Sennò la prossima settimana.', gli scrivo semplicemente questo. Mi risponde che vuole vedermi la prossima settimana. Confermo, e ci sentiremo più avanti.Poi, crollo addormentata.
-Il giorno dopo-
Mi sveglio che sono le undici, e un'infermiera passa per gli antidolorifici.
Prendo il cellulare, che inizia a vibrare.
Emma mi sta chiamando.
"Pronto?"
"Buongiorno, io ed Elisa vorremmo venire, possiamo?"
"Ovvio.", rispondo sorridendo.
"Perfetto, tanto eravamo già qua sotto.", dice ridendo lei.
In poco tempo sono entrambe in stanza, per fortuna che sono da sola.
Le saluto abbracciandole e dandogli due baci sulle guance."Che ci combini?", dice Elisa sedendosi sul letto, seguita da Emma.
"Ginocchio problematico.", sospiro. "Erano cinque anni, prima o poi sarebbe successo. All'ospedale mi dicevano sempre che era o la crescita o che doveva venirmi un raffreddore. Poi mi era passato, e ieri mi è tornato il dolore al ginocchio. Ho voluto ignorare il male, e sono andata a fare le prove insieme ai ragazzi, oggi sarei dovuta partire anche io con loro, ma niente.", spiego, cercando di non piangere. Ballare è tutta la mia vita, senza ballo non saprei proprio cosa fare. "Il fatto è che non avrei mai pensato che si rompesse, ma ancora peggio, è la rotula spostata."
"I ragazzi ti hanno lasciata qui?!", chiede quasi incredula Elisa.
"Sì. Loro hanno il tour, non possono annullarlo per me. Io me la caverò, tanto è solo un mese.", tento un sorriso.
"Ormai credo di conoscerti abbastanza bene.", inizia Emma. "E quindi, per qualsiasi cosa, chiamami. Non fare cazzate."
"Ma perchè mi dite tutti sempre la stessa cosa?!", sbotto, ma poi me ne pento subito notando lo sguardo sbigottito di Emma ed Elisa. "Scusate. Pure Stash mi ripete le stesse cose. E anche Dani, Alex, Cinzia, Vale, Angela... Vabbè, la lista è lunga. Dopo un po' stanca."
"Vieni qua.", Emma si avvicina e mi abbraccia, e pure Elisa fa lo stesso, ed io mi lascio andare ad un pianto liberatorio.
"Si può?", l'inconfondibile voce di Veronica fa capolino alla porta.
"Certo.", entra e si unisce all'abbraccio.
"Ora via con queste lacrime, però!", mi dice Elisa, asciugandomele.
"Sì."
Rimangono tutte e tre a farmi compagnia, anche quando dovrebbero andarsene perchè mi portano il pranzo, ma riusciamo a convincere tutte e quattro l'infermiera, che alla fine ci lascia stare insieme.
Mi fanno raccontare di tutto quello che ho fatto in America, e tralasciando il bacio con Pasquale, racconto tutto.
"Quando vi sposate?", mi chiedono in coro appena gli dico che Stash mi ha fatto la proposta di matrimonio.
"Ancora non lo sappiamo, ma tranquille, sarete tra le prime invitate.", sorrido sinceramente.
Passiamo anche il pomeriggio insieme, ormai i dottori si sono rassegnati, ma la sera se ne vanno, ed io rimango da sola con i miei pensieri.
Stash non si è ancora fatto sentire, strano.
Heidi è tornata in montagna e di conseguenza posta. :')
Domani inizio a lavorare, quindi non so se domani avrò tempo di scrivere.
Un bacione
~Sara
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'Portami dove si vola.'
Romansa' "Sai, penso che tu sia come il mare.", mi dice guardandomi. "Cioè?" "Sei calma come il mare d'estate, ma può bastare un attimo per farlo diventare tempestoso. E poi, nonostante il mare continui a sbattere sugli scogli, trova sempre la forza di rip...