Capitolo 8

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Sono le quattro del mattino e sto tornando a casa a piedi come ogni volta, ormai ci ho fatto l'abitudine.

Vi chiederete ma tuo padre non può venire a prenderti??

Beh mio padre da quando mia madre non c'è più ha deciso che io non faccia più parte della sua vita, quando ci furono i funerali di mia madre lui mi disse una volta tornati a casa che mi sarei dovuta prendere tutte le responsabilità e che me la dovrei cavare da sola.

Ormai sono abituata a cavarmela da sola anche se ho paura tornare a casa da sola, ma non posso fare altrimenti.

Mi vibra il telefono segno che mi è arrivata una notifica e vedo che mi è arrivata una notifica di Instagram ed entro per vedere di chi sia.

Non posso crederci, non è reale, forse sto sognando.

@turbojr_ha chiesto di seguirti.

Sembra che sto sognando a occhi aperti.

Sono finalmente arrivata a casa, apro la porta piano cercando di non far svegliare mio padre, lui odia essere svegliato a quest'ora.

"Dove sei stata?" Dice una voce dura è impostata che conosco molto bene.

"Oddio papà mi hai fatto spaventare" dico a bassa voce visto che è abbastanza tardi.

"Rispondi!! Dove sei stata??" Dice alzando la voce non curandosi dell'orario e che potrebbe svegliare i vicini sentendo le sue urla.

"Ero a lavoro papà, te lo avevo detto che oggi avrei fatto tardi" dico sempre con la voce bassa.

"Non ti credo, sicuramente ti sarai scopato qualcuno" dice mio padre avvicinandosi a me pericolosamente.

"Non è vero" dico alzando un po' la voce e indietreggio finché non tocco il muro con la schiena.

"Si certo aspetta che io ti creda" dice sempre più vicino.

Non vedo il suo viso, ma deduco che sia arrabbiato e dalla sua bocca esce puzza di alcol, deduco che ha bevuto più del solito.

"Hai bevuto vero??" Dico affrontandolo sapendo a cosa andrò incontro.

"A te non te ne deve fregare se ho bevuto o no, non sei nessuno" dice alzando la voce nuovamente e mi prende il braccio e lo stringe con tutta la forza che si ritrova.

"Sono tua figlia e mi importa di quello che fai" dico cercando di non fargli capire che mi sta facendo male.

"E invece ti devi fare i cazzi tuoi" dice vicino alla mia faccia, lo capisco perché ho il suo fiato sul collo e riesco a percepire la vicinanza che c'è e deduco che sia così vicino che i nostri corpi si possono toccare.

"Lei non vorrebbe questo" dico facendogli capire che lei non vorrebbe che lui, mio padre mi tratti così e che lui torni ubriaco la sera e che mi riempia di lividi in ogni parte del mio corpo.

"Tu non sai cosa non vorrebbe lei, tu non sai niente, tu sei la mia rovina è tutta colpa tua se lei non è qui!!" Mi urla in faccia, mi lascia il braccio e mi prende il polso e mi fa cadere a terra e inizia a darmi calci, sulla pancia, sui fianchi, sulle braccia che uso per parare i colpi che lui mi sta riservando.

Non riesco ad alzarmi non ho più le forze di fare nessun passo e neanche di parlare, voglio solo avere pace, voglio che questa tortura finisca, voglio essere felice, voglio essere libera di vivere la mia età, ma so che non potrò farlo.

Mi prende nuovamente dal braccio e mi alza per avvicinarsi alla sua faccia.

"Ringrazia che oggi mi trovi buono, ma se la prossima volta non ti fai cazzi tuoi non ti risparmierò" mi dice a due centimetri dalla mia faccia per poi buttarmi di nuovo per terra, lasciandomi lì dolorante e lui invece va in camera con la coscienza pulita.

Spazio Autrice,

Ecco a voi un nuovo capitolo.

Cosa ne pensate dell'atteggiamento del padre nei confronti di Raquel??

Spero che il capitolo vi sia piaciuto un abbraccio grande 🤍💜

Buona lettura 💜🤍

Mi hai salvataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora