Capitolo 12

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"Mi hai chiamata tu per aiutarti e ora ti aiuterò forza su dammi la mano" dice la mia migliore amica porgendomi la mano.

"Sei sicura che devo iniziare da qui??" Dico guardando la struttura davanti a me.

"Si, se vuoi tornare a essere Raquel Russo devi iniziare dalla danza perché è da qui che hai iniziato a essere te stessa ed è qui che devi tornare ad essere Raquel" dice stringendomi la mano che gli avevo dato precedentemente.

Beh ragazzi se vi state chiedendo cosa sto combinando ve lo dico subito.

Vi ricordate la conversazione tra me e Federico?? Ecco ho pensato a quella conversazione per ben una settimana e alla fine sono arrivata ad una conclusione, quale?? Beh a quella di riprendermi la mia vita in mano, perché ho anche pensato a mia madre, lei non vorrebbe questo, non vorrebbe che mandassi il mio sogno in fumo.

Quanto vorrei che lei fosse qui accanto a me a tenermi la mano per accompagnarmi dentro a quella sala che ho sempre condiviso con lei e lei mi diceva sempre che io sarei arrivata in alto con la mia passione proprio come lei e che avrei vinto ogni gara in cui avrei gareggiato, ma quel sogno, quelle parole non si sono mai realizzate.

Credo che quelle parole non si realizzeranno mai anche se tornerei a ballare.

"Sono qui Raquel" dice la mia migliore amica accanto a me svegliandomi dai miei pensieri.

Sento le mie gambe irrigidirsi al solo pensiero di fare questo passo dopo quasi un anno da quando mia madre non c'è più e mi sembra tutto così surreale.

"Ale non ci riesco, sento le gambe rigide" dico continuando a contemplare quella struttura davanti a me.

"Chiudi gli occhi" dice prendendomi anche l'altra mano facendola intrecciare alla sua e io faccio ciò che mi ha detto.

"Immagina che al posto mio ci sia tua madre e che ti sta accompagnando ad una tua lezione" dice con voce calda e premurosa allo stesso tempo.

Faccio ciò che dice e metto a fuoco la sua figura.

Il suo viso, il suo sorriso, la sua risata, i suoi occhi che emanavano gioia, felicità e a volte anche tristezza, il suo amore verso la famiglia, il suo orgoglio, orgoglio che io gli regalavo ogni giorno con la passione per la danza.

Quel sorriso stampato nel suo bellissimo viso, quel sorriso che non l'abbandonava mai anche quando le cose andavano male, anche quando non riuscivo a fare un passo di una coreografia che lei mi assegnava per allenarmi a lei non gli importava quante volte sbagliassi quel passo, ma gli importava che io non mollassi e che continuavo a lavorarla finché non era perfetto.

Le mie gambe si muovono senza che io abbia detto di farlo, stanno facendo tutto loro, io non ho deciso niente, mi sto solo facendo guidare dalla persona di cui mi fido ciecamente.

"Puoi aprire gli occhi" dice lasciando le mie mani e io faccio come dice e mi ritrovo in una sala.

Alessia si allontana da me e va in fondo la sala dove c'è una cassa per far partire una canzone a caso.

"Adesso manca solo una cosa, sei pronta??" Dice lei vicino a quella cassa pronta a premere il tasto invio per far sì che la musica si espande per tutta la sala.

Io annuisco senza dire una parola, lei preme invio e la sala si riempie con della musica che condividevo con mia madre e la ballavamo anche insieme.

Il mio corpo inizia a fare dei movimenti facendosi trasportare dalla musica facendo una coreografia inventata in quel momento, non so cosa sta uscendo fuori, ma so che mi sto sentendo veramente bene e come se lei fosse qui accanto a me.

Mi hai salvataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora