Capitolo 27

413 24 5
                                    

Pov's Raquel

Non ce la faccio più, non riesco a reggere tutto questo, non sopporto più il fatto che mio padre mi stia facendo di nuovo del male, non posso ascoltare le urla di Christian che lo prega di smetterla.

Tutti i tentativi che ha fatto Christian sono stati ignorati dall'uomo che mi sta dando calci e pugni davanti a quel ragazzo, che è stato circondato dall'amore della propria famiglia.

Con quella poca forza che mi rimane faccio una domanda a mio padre.

"Credi davvero che la mamma tornerà da te se tu mi tratti così??" dico ormai in lacrime.

Lui non riesce a rispondere alla mia domanda, che subito la porta della stanza viene aperta e lasciata sbattere al muro.

In quella stanza sono entrati Mattia, seguito da Alessia e dalla dottoressa che mi tiene in cura per capire tutto sull' accaduto di quasi una settimana fa.

"Prendetelo" dice con un tono severo e deciso.

Entrano non so quanti poliziotti, che allontanarono via mio padre da me, gli misero le manette ai polsi e lo portarono via, ma prima di andare aveva qualcosa da dirmi.

"So che, nel caso non avessi riavuto mia moglie, al suo posto ci dovevi essere tu" dice con tutto l'odio che aveva nel corpo.

Sento due braccia stringermi in un abbraccio, un abbraccio che vale più di mille parole.

Non mi rendo conto che le lacrime continuano a cadere sul mio viso senza sosta, e sento stringermi sempre di più.

"E' tutto finito" mi dice la mia migliore amica.

Mi lascio cullare dal suo abbraccio e mi lascio andare, incurante di chi mi stava guardando in quel momento.

"Ehy calmati è tutto apposto" sento la sua mano fare su e giù sulla mia schiena cercando di calmare i singhiozzi e le lacrime che continuavano a scendere senza fermarsi.

"Christian come stai??" Dice la mia migliore amica, rivolgendosi al ragazzo moro.

"Ho male dappertutto, ma sto bene" dice lui con un tono tranquillo.

Come fa ad essere così tranquillo??

Io non ci riesco, non riesco a non pensare a ciò che è appena successo.

"Vai in infermeria e fatti medicare il labbro" dice la dottoressa parlando con il diretto interessato.

In tutto ciò non mi sono staccata dall'abbraccio della mia migliore amica, e sto sentendo ciò che dicono senza guardare le loro facce, non ho il coraggio di farlo.

"Non c'è bisogno, sto bene" dice con tutta la tranquillità del mondo.

"Può venirti un'infezione, vai in infermeria" dice la donna con un tono duro e deciso.

Sento uno sguardo bruciarmi addosso e capisco che è lui che mi sta guardando, come se non volesse più lasciarmi, alzo lo sguardo verso di lui e noto la delusione, la tristezza e la rabbia nei suoi occhi.

Quando starò meglio dovrò parlarci, non adesso, ma voglio parlare con lui.

"Ci siamo noi con lei, vai" dice la mia migliore amica, convincendolo ad andare a medicarsi il labbro da cui gli esce sangue.

"Va bene" dice guardandomi per l'ultima volta, questa scena mi sembra un deja vu.

Lui esce dalla stanza seguito dal migliore amico che lo accompagna a medicarsi, spero non si sia fatto male.

Adesso in stanza siamo rimaste solo io, la mia migliore amica e la dottoressa.

Pov's Christian

"Ti ha conciato bene" dice Mattia dopo vari minuti di silenzio, quei minuti necessari per raggiungere l'infermeria.

"Non dovevo lasciarla sola" dico dando voce alla mia più grande preoccupazione che mi sono portato dietro tutto il giorno.

"In che senso non dovevi lasciarla sola??" Dice, non capendo la mia affermazione.

Lui non sapeva che io e Raquel avevamo litigato e che io l'avevo lasciata lì da sola.

"Abbiamo litigato" dico, sedendomi su una delle sedie scomode.

"Come avete litigato??" chiede stupito, dopo quello che gli ho appena detto, so che non se lo aspettava, ma è successo.

"Si, Matti, lo abbiamo fatto" dico passandomi le mani sulla faccia, frustato da ciò che ho affermato.

"Perché??" Ecco l'ennesima domanda della giornata.

"Aspe, non dirmi che è per quello che è successo oggi a colazione??" Dice dopo aver pensato a quello che è successo stamattina.

Annuisco a ciò che ha detto, e lo vedo passarsi le mani sul volto per poi sistemarsi i capelli.

"Adesso mi sento in colpa" dico guardandolo negli occhi.

"Non potevi sapere che suo padre si sarebbe presentato qui, e anche se lo avessi saputo, avresti dovuto lasciargli i loro spazi" dice mettendomi una mano sulla spalla per tranquillizzarmi, ma quel senso di colpa non se ne va.

"Sarebbe stato diverso Matti" dico girandomi verso di lui.

"Non penso sarebbe stato diverso, non sapevi che lui fosse così" dice alzando il tono della voce come se volesse rimproverarmi.

È vero, non sapevo che suo padre si sarebbe comportato così, ma dovevo immaginarlo, lei non ha mai cercato suo padre da quando è qui, e lui ha fatto lo stesso con lei.

"Me lo dovevo immaginare" dico, per poi appoggiare la testa al muro.

"No, non potevi farlo" dice convinto della sua teoria.

"Raquel doveva dirtelo" continua.

"Ma io l'ho lasciata sola comunque Matti, lo capisci?? L'ho fatta stare per troppo tempo tra le sue mani e quando l'ho vista a terra con lui che la picchiava, mi sono sentito impotente, gli ho urlato addosso di fermarsi, ma non lo ha fatto" dico, appesantendo ancora di più il mio senso di colpa.

"Christian Stefanelli??" Dice una voce, mi giro e vedo un'infermiera.

Spazio Autrice,

Ecco a voi un nuovo capitolo 🤍💜

Scusate se non sono riuscita a pubblicare prima, ma ho avuto un contrattempo e sono riuscita a pubblicare solo adesso.

Spero che questo capitolo vi piaccia 💜🤍

Lo so è breve, ma allo stesso tempo è anche intenso.

Buona lettura 💜🤍

Mi hai salvataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora