Capitolo 51

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Raquel Russo.

Il mio nome e cognome continua a invadermi la testa.

È arrivato il mio momento, quello in cui devo mostrare chi sono.

Faccio un bel respiro prima di entrare seguita da Anna e Ivan.

Eh si, loro hanno deciso di entrare a guardare il mio esame proprio come hanno fatto con Alexia e Christian.

Io non volevo, anzi non volevo che tutti loro oggi fossero qui, ma hanno insistito così tanto che alla fine hanno vinto e adesso parteciperanno al mio esame.

Christian, Mattia, Alexia, Alessia e Lorenzo, sono rimasti fuori davanti alla porta.

"Bene Raquel puoi iniziare" dice la donna dai capelli biondi con un sorriso sul volto.

Inizio a guardare ogni professore che ho davanti, poi mi giro verso la porta e vedo i ragazzi lì a guardare.

Osservo lui che mi dà il coraggio di iniziare a parlare.

Prendo l'ennesimo respiro e inizio.

"Il principio di uguaglianza non si è affermato in modo pacifico nella storia, infatti in Europa nel novecento, i diritti umani vennero travolti dal nazismo" iniziai a parlare del mio argomento di esame.

L'uguaglianza.

"Nella costituzione italiana viene inserito l'articolo tre, in questo articolo rappresenta il principio di uguaglianza che possiamo dividere in due commi..." dico guardando la prof di diritto continuando a parlare della sua materia finché lei mi ferma.

Ecco la parte che ho avuto paura che accadesse e così è successo.

"Secondo te Raquel l'uguaglianza cioè la parità di genere è stata raggiunta??" Mi chiede la prof come se mi volesse sfidare, come se mi stesse mettendo in difficoltà, come sempre ha fatto in tutti questi anni.

"Non è stata raggiunta totalmente, ma è in evoluzione, come ad esempio nei paesi islamici la donna è ancora sottomessa all'uomo, la donna non ha il diritto di parlare, deve solo portare un velo che le nasconda le forme del corpo e molto spesso subiscono delle violenze" dico l'ultima frase abbassando il capo per non guardare negli occhi i professori.

Questa parte non sono mai riuscita ad esporla al meglio, perché e come se stessi parlando di me stessa.

Prendo un bel respiro profondo mi giro verso i ragazzi fuori che mi guardano.

"Non mollare" mi mima il moro capendo che sono in difficoltà, così faccio tesoro di quello che ha detto, mi rigiro verso i prof e ricomincio a parlare.

"Invece nei paesi democratici le donne godono di molti diritti come ad esempio, partecipano alla vita politica, economica e anche sociale del paese, ma molte donne invece sono considerati degli oggetti per gli uomini, molti di loro non si rendono conto del valore che hanno, li trattano come se fossero delle persone inutili, li fanno sentire solo degli stracci, non si rendono conto dell'amore che può emanare una donna per l'uomo, gli uomini non si rendono conto delle loro azioni tanto che arrivano ad uccidere la donna e ciò viene chiamato femminicidio" affermo continuando a parlare del mio argomento.

Non so esattamente quanto tempo sono stata seduta su questa sedia davanti ai professori che ti ascoltano attentamente senza farsi scappare una parola.

L'ansia mi mangiava dentro nonostante stessi esponendo il mio argomento senza mai bloccarmi.

Con la coda dell'occhio vedo i miei amici con il sorriso stampato sul volto, vedevo il moro con lo sguardo fiero, fiero di me.

"Ok Raquel, basta così" mi disse la donna davanti a me.

Mi alzai da quella sedia e mi diressi dalla prof di italiano che mi mostrava lo svolgimento del mio compito e del punteggio che ho ottenuto, poi mi sposto dal prof di economia aziendale che anche lui mi mostra il compito.

Non riesco a capire come mi sento in questo momento, non riesco a spiegare la serenità che sto provando.

I prof mi fanno l'ultima domanda prima di farmi uscire da quella stanza che stava iniziando a stringersi.

"Adesso cosa farai Raquel??" Mi domanda la prof di inglese guardandomi con gli occhi dolci.

"Seguirò il mio sogno" dico con il sorriso stampato sul volto, non voglio rivelare il mio sogno, lo scopriranno loro stessi.

I prof annuiscono e finalmente mi lasciano andare.

Mi dirigo fuori dall'aula e faccio un bel respiro una volta che ho superato la porta chiudendola alle mie spalle.

"Sei stata bravissima piccoletta" afferma Ivan venendomi ad abbracciare.

Ricambio l'abbraccio che lui mi sta dando, tanto che ho sentito il calore di un padre fiero del proprio figlio.

Dice sempre che io ormai sono come sua figlia e mi proteggerà come tale, io quella protezione la sento.

"Bravissima" dice Anna avvicinandosi a me abbracciandomi e vedo che ha gli occhi lucidi.

"Ti prego Anna non piangere" affermo asciugando quelle lacrime che gli stavano rigando il viso.

Tutti si avvicinano a me per darmi un abbraccio e si congratulano per aver fatto un eccellente esame.

Ma solo una persona non è rimasto qui ad aspettare la fine del mio percorso.

Christian.

Avevo bisogno di un suo abbraccio, sarà andato dalla sua fidanzata.

"E' andato via vero??" Le domando alla mia migliore amica e lei annuisce.




Spazio Autrice,

Ecco a voi un nuovo capitolo 🤍💜

Scusate se sto pubblicando solo adesso, ma prima mi ero dimenticata di farlo, spero che non mi odierete per aver dimenticato questa cosa importante 💜🤍

Buona lettura 💜🤍

Mi hai salvataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora