Capitolo 32

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Pov's Christian

"Tutto ebbe inizio con la passione di mia madre, da quando era piccola ha avuto la passione per la danza" dice, iniziando a parlare dopo diversi secondi di silenzio.

Guardo il suo profilo perfetto, osservo ogni suo singolo lineamento, senza mai distrarmi.

"Quando era piccola, le sue giornate le passava sempre in sala, senza curarsi di quante ore stava lì, la passione per la danza gliel'hanno trasmessa i miei nonni, perché anche loro ballavano" dice guardando fuori dalla finestra.

"Che stile facevano i tuoi nonni??" Gli domando con un mezzo sorriso, lei si gira verso di me e mi guarda, con gli occhi sognanti.

"Loro praticavano latino americano e mia madre praticava Hip Hop, ha provato anche latino, ma lo stile che ballava era il Modern, e ti giuro che era davvero brava, tanto che ha partecipato a diverse gare e le ha pure vinte" racconta in modo fiero della passione che faceva la madre.

Vedo che le scende una lacrima, così mi affretto ad asciugarla e la stringo a me, avvolgendola in un abbraccio.

"Durante la sua carriera, mia madre incontrò mio padre in una gara, visto che la sorella di mio padre aveva la stessa passione di mia mamma, così si incontrarono e s'innamorarono l'uno dell'altra" dice facendo un piccolo sorriso, mentre ripensava a ciò che gli raccontavano.

"Da quel giorno non si sono mai più separati fino a quando si sono sposati, la carriera di mia madre continuava, con l'appoggio di mio padre, lei aveva un sogno" dice alzando la testa dalla mia spalla e girandosi verso di me, facendo scontrare i miei occhi con i suoi.

"Qual'era il suo sogno??" Dico, curioso di sapere qualcosa di più di lei.

"Era quello di avere una scuola di danza tutta sua, così iniziò a lavorare ancora di più di quanto facesse prima, e mio padre, per renderla felice e farle realizzare il suo sogno, si fece aumentare le ore di lavoro e faceva molto spesso gli straordinari per avere lo stipendio più alto, i miei nonni hanno provato ad aiutarla prestando dei soldi, ma non bastava perché le quote delle strutture erano troppo alte e non arrivavano mai alla cifra stabilita" dice raccontandomi ogni sforzo dei suoi genitori per realizzare il sogno di sua madre.

"Poi cosa è successo??" Dico, più curioso di un bambino quando gli raccontano una storia.

"Continuarono a lavorare sempre, senza mai staccare, mia madre cominciò a viaggiare sempre per lavoro e faceva sempre sacrifici per il suo sogno, poi non so quanto tempo è passato, finalmente riesce a raggiungere il suo obiettivo, aveva una struttura per insegnare a tutti quei bambini che volevano coltivare la loro passione, poi sono arrivata io nella loro vita" dice facendo una piccola risata.

"Il loro sogno di coppia era quello di avere una figlia, così finalmente quello che desideravano si sarebbe realizzato, all'età di tre anni iniziai a fare i primi passi di danza, scoordinati, ma li facevo, mia madre mi portava sempre ad ogni lezione, sia con lei che con mia zia, cioè la sorella di mio padre, mia zia insegnava Hip Hop e ogni volta rimanevo lì a guardarla con occhi innamorati, mia madre invece insegnava modern, non riuscivo mai a staccare gli occhi di dosso a nessuna delle due" dice facendo un'altra risata.

Vederla un po' più serena, raccontando tutto ciò, mi rende davvero felice, sembra proprio che si sia tolta un peso dal cuore.

"Un giorno però, arrivò una chiamata a mio padre, a cui dissero che sua sorella si era sentita male mentre stava facendo uno spettacolo che tanto aspettava e tanto sognava, era più di un anno che stava lavorando al suo evento, e quel giorno, era il suo giorno, noi purtroppo non siamo potuti andare a vederla, ma eravamo lì con lei con il cuore, mia madre stava insegnando sia a me che ad altri bambini, perciò non poteva abbandonare tutto per vedere mia zia, e per fortuna lei capì, sapeva cosa significava per lei quella scuola, mio padre invece lavorava, ha mantenuto i ritmi di sempre per non far mancare mai niente a me e a mia madre" gli scende una seconda lacrima, che asciuga subito, facendo un piccolo sorriso, come se avessi sognato di vederla lacrimare.

"Quando arrivò quella chiamata, sia mio padre che mia madre si alzarono dalle sedie, presero i giubbotti, per poi dirigersi verso l'ospedale che era stato indicato, io in tutto questo ero con loro, non parlavo, non sorridevo, ma speravo che mia zia stesse bene, speravo che tornasse con me e i miei genitori a casa, ma una volta arrivati in quell' ospedale i medici ci dissero che non c'era più niente da fare, mia zia non ce l'aveva fatta" dice con voce strozzata, era così legata a lei, le voleva un mondo di bene, tanto che adesso le viene difficile trattenere le emozioni.

"I miei genitori non crebbero alle parole dei medici e vollero vederla, io ho solo sentito le loro urla, e da lì ho realizzato che mia zia non c'era più, poi tutto è cambiato, mio padre iniziò a lavorare di meno per stare più tempo con me e mia madre, iniziò a preoccuparsi talmente tanto, che disse sia a me che a mia madre di iniziare ad andare sempre meno a danza, di non stare li le giornate intere, ma io e mia madre siamo tanto testarde, e non lo abbiamo mai ascoltato." dice, fermandosi a causa dei singhiozzi che le impedivano di continuare il discorso.

Spazio Autrice,

Ecco a voi un nuovo capitolo 🤍💜

So che è breve, ma spero che questo capitolo vi piaccia 💜🤍

Buona lettura a tutte 💜🤍

Mi hai salvataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora