70. Non voglio perderti, Lexi

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Lexi


Mentre io e Lewis stiamo cenando da Johnny Rockets, lo osservo e sembra finalmente rilassato dopo molto tempo. È ancora a casa dei Woolner da quasi un mese, e non vede i suoi genitori dal giorno in cui l'ho portato via da casa sua.
«Ti vedo rilassato finalmente.» esclamo, addentando il mio hamburger.
«Lo sono. E devo tutto a te, Lexi.»
Stringo la mano di Lewis e gli sorrido.
«È stato un piacere aiutarti.»
«Ma tu tra quattro mesi te ne andrai. Io come farò quando succederà?»
«Sarai tornato a casa tua e ci sarà un'atmosfera da famiglia normale. Potrai tornare a vivere sereno.» gli rispondo.
«Come fai ad esserne così sicura? Credo che stiamo precipitando, la mia famiglia sta precipitando in un precipizio.»
«Non devi dire così. Le cose si sistemeranno, vedrai. Devi solo avere pazienza.»
«Non ce l'ho.»
«Ce l'hai eccome, invece. Sei rimasto per troppo tempo a casa tua.»
«Perché ancora non era successo un casino.»
«Adesso non ci pensare, okay? Adesso dobbiamo pensare al presente, dobbiamo pensare a noi due. Io ci sono, Lewis, te l'ho detto mille volte ormai, e te lo dirò sempre.» dico, stringendogli la mano.
Mi sorride e si china in avanti per baciarmi.
«Non voglio perderti, Lexi.»
«Neanch'io, Lewis. Non ho mai creduto alle storie a distanza, ma voglio provarci, voglio provarci comunque con te.»
«Anch'io ci voglio davvero provare, Lexi. Ti amo e non voglio perderti proprio adesso che ti ho trovato.»
«Non mi perderai, Lewis, te lo prometto.»
Lewis mi stringe la mano e me la bacia, guardandomi dritto negli occhi.
Penso davvero quello che gli ho detto. Poi penso a quello che mi ha appena detto: ti amo e non voglio perderti proprio adesso che ti ho trovato.

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