78. Una crisi isterica

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Liz


«Ehi. Cos'hai? Perché piangi?» mi chiede Olive appena apro la porta di casa dei Carr a metà maggio.
La faccio entrare e non riesco neanche a parlare, ma solo a singhiozzare.
Ci sediamo sul divano in sala e la abbraccio in preda alla disperazione. Sento che mi accarezza la schiena e mi dice:
«Avanti, calmati. Dimmi cos'è successo. Non sarà una cosa così grave da disperarsi.»
C'è un silenzio di qualche secondo e poi esclamo:
«Sono incinta.»
Olive spalanca gli occhi, mi allontana da sé e domanda:
«Cosa? Ma non usa sempre il preservativo Sandy?»
«Sì, infatti non capisco com'è potuto succedere. Spero solo che i tre test di gravidanza che ho fatto siano sbagliati. Ma sono tre diversi, non uno. Tre non possono sbagliare.»
«Già, non credo possano sbagliare tutti e tre.»
Mentre continuiamo a parlare e Olive continua a consolarmi, arriva Melissa, seguita da Lux e infine Lexi. Le ragazze rimangono letteralmente scioccate e non possono credere che io sia veramente incinta. Io, la piccola e ingenua Liz, come mi chiamano loro, che ormai tanto ingenua non sono più, dato che sono incinta. No, non posso essere incinta, è assurdo.
In camera mia le ragazze mi parlano molto tranquillamente e mi rassicurano il più possibile, ma senza risultato, perché io all'improvviso crollo in una crisi isterica. Abbraccio le mie migliori amiche e, completamente disperata, mi stacco da loro e inizio a parlare a raffica in francese, dicendo:
«Com'è potuto succedere, ragazze? Perché è successo? Perché proprio a me? Siamo sempre stati attenti, Sandy ha sempre usato il preservativo. Perché proprio adesso? Siamo troppo giovani per diventare genitori, troppo giovani, davvero troppo giovani. Abbiamo solo sedici anni, a sedici anni non si può avere un figlio, è da pazzi. A sedici anni bisognerebbe divertirsi, non crescere il proprio figlio. Cosa penseranno di me i genitori di Sandy? E i miei, invece? Cosa penseranno i miei genitori di me? Che sono una troia, ecco cosa penseranno. Che sono una stupida, una vera stupida. Non sanno neanche che ho iniziato a fare sesso, cavolo. Anche se forse potrebbero sospettarlo, visto che sanno di me e di Sandy. E di Sandy? Oddio, non oso immaginare cosa penseranno i miei di Sandy. Lui non potrà più venire in casa mia l'anno prossimo. Non potrà più starmi vicino, ed io morirò, morirò senza di lui. Oddio, sono completamente disperata. Stupida, stupida, sono una vera stupida.»
Rimango zitta un attimo, mentre abbraccio di nuovo le ragazze, e all'improvviso mi stacco di nuovo da loro e ricomincio a parlare a raffica, dicendo:
«E l'università? Come farò con l'università? Io volevo venire qui a Los Angeles per studiare all'UCLA, ma come farò se avrò un figlio? E la scuola il prossimo anno? Come posso andare a scuola con il pancione? Tutti mi prenderanno in giro e sarò lo zimbello della scuola per l'intero anno scolastico. È un disastro, una catastrofe, ragazze! Come faccio adesso?»
Anche le mie amiche iniziano a parlare in francese, e Lexi è la prima a dire qualcosa.
«Calmati, tesoro. Innanzitutto dovrai dirlo a Sandy, poi ai suoi genitori e anche ai tuoi. Tu e Sandy vi amate davvero, vi siete amati sin da subito, non è tutto così drammatico come sembra.»
«Sì che lo è invece. Ragazze, io sono incinta! Lo capite? In-ci-nta! Ho fatto tre diversi test di gravidanza e sono risultati tutti positivi.» urlo, in francese.
«Lexi ha ragione, Liz, non è poi così drammatico. Troverete una soluzione insieme, tu e Sandy con i tuoi genitori e quelli di lui. Ti aiuteremo anche noi a trovare una soluzione. Vedrai, andrà tutto bene.» mi rassicura Melissa.
«No, non andrà affatto bene. Abbiamo combinato un disastro, un vero e proprio disastro. Ci siamo rovinati completamente la vita. Per sempre.»
Le ragazze provano in tutti i modi a farmi calmare, a consolarmi, ma io sono in una vera crisi isterica, e mi dispero ancora di più ed entro nel panico più totale quando sento la porta aprirsi.
«Oddio, è Sandy. Come faccio a dirglielo? Come faccio?»
«Stai calma, Liz, stai calma. Adesso noi andiamo via così potete parlare tranquillamente.» mi dice Olive.
Faccio cenno di sì con la testa e mi siedo sul mio letto, con le mani sul volto, disperata.
Le mie migliori amiche escono dalla stanza e se ne vanno da casa Carr.
Poco dopo sento Sandy che mi chiama.
Ad un certo punto è in camera mia e io sono sdraiata sul letto, a piangere disperata. Si avvicina subito a me, preoccupato, e dopo essersi seduto, mi accarezza i capelli e mi chiede:
«Amore, cos'è successo? Perché stai piangendo?»
«Un casino, Sandy. È successo un vero casino, un disastro.»
«Cioè? Dimmelo, dimmi cos'è successo. Hai litigato con le tue amiche? È successo qualcosa ai tuoi? Dimmelo, ti prego.» insiste Sandy.
Non rispondo e così si sdraia accanto a me, ma gli do le spalle. Mi accarezza le braccia e dice:
«Liz, avanti, dimmi cos'è successo. Mi sto preoccupando.»
Qualche secondo dopo mi volto verso di lui e ho viso completamente bagnato dalle lacrime.
«Oddio, guarda come sei ridotta. Hai tutti gli occhi rossi, sembri un clown. Avanti, dimmi cos'è successo.»
«Non posso credere che stia succedendo proprio a noi due. Ancora non riesco a crederci. Come faccio a dirtelo? È una catastrofe, un disastro.»
«Cosa ci sta succedendo, Liz? A parte essere sempre più innamorati ogni giorno di più.» mi domanda Sandy.
Rimango in silenzio per un attimo, e dopo un respiro profondo, confesso:
«Sono incinta.»
Sandy spalanca bocca e occhi e mi guarda senza dire una parola, senza neanche respirare. Sembra che voglia dire qualcosa, ma non esce neanche una mezza parola dalla sua bocca. Si tira su a sedere e poi dice:
«In... incinta? Perché? Cioè, come? Com'è possibile? Ho sempre usato il preservativo.»
Mentre mi tiro su a sedere, di fronte a Sandy, dico:
«Non lo so, è quello che mi sono chiesta anch'io. Sei sicuro di averlo usato sempre? Perché evidentemente non è stato così, altrimenti adesso non sarei incinta.»
«Sì, sono sicuro, Liz, sono sicuro. Anche se...»
«Cosa? Anche se cosa?»
«Ti ricordi quando eravamo a quella festa e...l'abbiamo fatto mentre eravamo un po' ubriachi? Beh, forse è successo lì. Forse non ho usato il preservativo.»
«Non è possibile. E perché non l'hai usato, cazzo? Perché non l'hai usato?»
«Eravamo entrambi ubriachi e forse io me lo stavo mettendo ma mi si è rotto, così l'ho buttato via senza neanche pensarci e l'abbiamo fatto senza.»
Mi metto le mani sul viso e poi tra i capelli, disperata.
«Ho combinato un casino, ma non dobbiamo disperarci, okay? Io sono qui con te. Ci siamo dentro insieme, okay? Io non ti lascerò mai, Liz. Mai.» mi rassicura Sandy.
Mi abbraccia forte e mi ricorda che mi ama.
«Come faremo con tutti i piani che abbiamo fatto? Tu devi venire a Parigi per un anno, poi andremo all'UCLA. Come facciamo se abbiamo un figlio?»
«Per Parigi non c'è problema, Liz. Anzi, io sarò lì con te, vivrò sotto il tuo stesso tetto, più vicino di così. Per l'UCLA invece... beh, non lo so, amore, vedremo. Ti amo più di me stesso, non potrei mai abbandonarti, ricordatelo.»
Adesso piango per la gioia delle parole di Sandy. È quasi impossibile che ho trovato un ragazzo così meraviglioso e che questo ragazzo sia proprio il mio fidanzato, il mio Sandy.
«Dai, non è così grave, amore.» mi rassicura, accarezzandomi il viso.
«Andrà tutto bene, vedrai.» aggiunge.
Gli sorrido e ci abbracciamo forte.
Spero solo che Sandy abbia ragione, spero solo che andrà davvero tutto bene.

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