32. Billy

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Melissa


«Ragazze!» esclama Liz.
Io, Olive, Lux e Lexi ci voltiamo e vediamo Liz insieme a Sandy.
«Liz!» esclamo io.
Salutiamo Sandy e poi ci allontaniamo tutte e cinque insieme.
Siamo venute alla nostra prima festa qui a Los Angeles. Una festa in una villa sulla spiaggia.
«Allora? Cos'è successo? Dopo ieri sera non ti sei più fatta sentire. Ci stavamo preoccupando.» chiede Olive a Liz.
«Oh, niente di che, ragazze. Sandy ed io stiamo insieme adesso.» confessa Liz con un sorrisetto da ebete.
«Cosa?» esclamiamo tutte all'unisono.
«Sì, ci siamo messi insieme ieri sera.»
«E cosa aspettavi a dircelo?» le chiede Lexi.
«Quindi vi siete baciati?» le domanda invece Lux.
«Sì, ed è stato fantastico, ragazze. Sandy è fantastico. È un ragazzo troppo romantico. Ha detto che sono la sua principessa e che sono bellissima. Ha detto che è stato amore a prima vista anche per lui. E poi oggi siamo stati tutto il giorno insieme. Mi ha tenuto la mano per tutto il tempo, mi ha baciata, abbracciata. Credo già di amarlo.» confessa Liz, con aria sognante.
«Di già?» le domanda stupita Lexi.
«Sì, vi giuro, ragazze. È perfetto, assolutamente perfetto, perfettamente perfetto.» risponde Liz.
Io la guardo incredula, ma la nostra Liz è la più dolce e pura tra di noi, quindi credo sappia bene quello che prova.
Non diciamo niente, così Liz ci guarda e chiede:
«Come mai non dite più niente?»
«Ci hai stese tutte, tesoro.» le risponde Olive.
«Credo che lui sia quello giusto. So che ho solo quindici anni e forse sono troppo giovane, ma mi sento innamorata ed è come se ci conoscessimo da sempre. Non voglio andare via, ragazze, non voglio tornare a Parigi senza di lui.» confessa Liz.
«Wow!» esclama Lexi.
«Sono impressionata, Liz. Ti giuro, non so cosa dire.» aggiunge.
«Neanch'io.» concorda Lux.
«Quindi deduco che ci farai sesso, giusto? Scusa, l'amore.» domanda Olive.
«Sì, voglio fare l'amore con lui. Mi è bastato solo un giorno per capire che è quello giusto.» risponde Liz.
Io non ho ancora detto niente. Tra che parlo meno di loro di mio e tra perché sono ancora sconvolta per quello che ci sta raccontando Liz, non so ancora cosa dire.
«Vacci piano però, tesoro. Forse ti stai facendo trasportare un po' troppo in fretta dagli eventi. Lo conosci solo da cinque giorni e ci stai insieme da uno. Okay che lui è dolce, romantico, carino, eccetera eccetera, però siete entrambi troppo giovani per pensare già al futuro.» le dice Olive.
Lasciala vivere in pace il suo amore, Olive.
«Io mi sento innamoratissima, ragazze, e credo anche lui. Ho notato come mi guarda e come gli brillano gli occhi.» confessa Liz.
«Wow! Davvero, Liz, non so proprio cosa dire.» afferma Lux.
«Io sto parlando solo ora.» salto su io finalmente.
«Io ti voglio bene, Liz, ma ti prego, evita di correre troppo. Evitate di correre troppo, altrimenti andrete a sbattere contro un muro.» le dice Olive.
«Tu dici così perché sai solo fare sesso e non dai importanza ai sentimenti. Io sono completamente diversa da te, e questo lo sai.» le risponde Liz, innervosendosi.
Per quanto riesca ad innervosirsi veramente Liz, perché non l'ho mai vista davvero arrabbiata.
«Sì, lo so, ma so anche come vanno a finire certe storie d'amore.» ribatte Olive.
«Io guardo i nostri genitori e vedo che si amano ancora, dopo più di vent'anni, e si sono conosciuti quando erano poco più grandi di noi. Io credo all'amore eterno, al vissero per sempre felici e contenti.» esclama la nostra Liz.
Nessuna di noi parla, ed è come se ci fosse un silenzio tombale e fosse sceso il gelo in questa casa sulla spiaggia, ma in realtà c'è la musica sparata a manetta e fuori c'è un gran caldo.
«Quando ti ho incoraggiata a farti avanti con lui e a capire cosa prova per te, non pensavo che saremmo arrivate a questo. Stai correndo troppo, Liz. Per favore, non esagerare. Avete solo sedici anni, e poi tu vivi a Parigi e lui qui. Vivete a chilometri e chilometri di distanza.» insiste Olive.
«Io provo questo e so che anche lui lo prova. Me l'ha fatto capire molto bene. Se tu non vuoi capirlo, non sono problemi miei.» sbotta Liz, andandosene senza dire una parola di più.
«Non ti pare di aver esagerato un po'?» domando io, guardando Olive.
«No, non ho esagerato. È troppo ingenua. Come può pensare già a queste cose dopo solo un giorno?» risponde Olive.
«Ma voi due siete diverse, lo sai. Tu sei tutto sesso e niente sentimenti, mentre lei è amore e sentimenti. Tutto l'opposto, insomma. Se lei prova questo, va benissimo. In fondo non ha mai avuto un vero ragazzo.» le dico io.
«Sì, lo so, ma...»
«Ma cosa? Lasciala vivere, Olive. Lasciala fare le sue esperienze. Ne abbiamo tutte il diritto.» affermo.
Olive non risponde e si rivolge a Lux e Lexi, chiedendo loro:
«E voi non dite niente?»
«Ci ha colto alla sprovvista, questo è certo, ma io l'appoggio, sono dalla sua parte. Lei è l'unica di noi che ancora non si è presa una vera cotta.» risponde Lux.
«Esatto. È l'unica di noi che deve ancora fare le sue esperienze. Lasciamogliele fare, ne ha bisogno.» concorda Lexi.
«Ma noi siamo le sue migliori amiche, dobbiamo proteggerla, dobbiamo evitare che si faccia del male, che venga ferita. Sandy la ferirà, ne sono sicura. Tutti i ragazzi lo fanno, anche se involontariamente a volte. E poi Liz è così ingenua.» dice Olive.
«Non le accadrà niente. E poi è giusto sbagliare, s'impara a crescere. Fa parte della vita.» dice Lux.
Olive si rassegna e non aggiunge altro.
«Dai, andiamo a ballare.» propone Lexi.

Più tardi vedo Liz raggiungere la veranda, e sto per andare da lei, ma improvvisamente vedo Sandy andarle incontro, così mi avvicino a loro, ma senza farmi vedere, e li ascolto.
«Come mai non stai più con le tue amiche? È da quando siamo arrivati che non ci parli.» sento che le chiede Sandy.
«Ho... litigato con Olive.»
«Come mai?»
«Dice che stiamo correndo e che è troppo presto per dire che voglio stare per sempre con te.»
«Non è affatto presto, perché io provo lo stesso. Ma staremo sempre insieme, perché tu vivi a casa mia.»
Che dolci.
«Ma io a giugno dell'anno prossimo tornerò a Parigi.» gli ricorda Liz.
«Lo so, ma non dobbiamo pensarci, almeno non per il momento.»
Liz non dice niente e la vedo stringere a sé Sandy.
Mentre si stanno abbracciando, passo accanto a loro e li saluto velocemente, poi raggiungo la spiaggia.
Ogni tanto ho il bisogno di stare da sola. Tra noi ragazze sono quella più solitaria, quella più taciturna.
Ad un tratto vedo un falò con attorno delle persone che cantano e suonano la chitarra e mi avvicino, incuriosita. Guardo il falò e i ragazzi intorno, e improvvisamente un ragazzo mi vede e mi dice:
«Unisciti a noi!»
Non ci penso due volte e mi siedo accanto al ragazzo. Canto con loro e quando finiscono di cantare, lui mi porge la mano e mi dice:
«Io sono Jake, piacere.»
«Melissa.» dico io, stringendogli la mano.
«Loro sono Lucy, Paris, Billy e Trey.» mi informa lui.
«Piacere di conoscervi, ragazzi.» dico, osservandoli.
«Partiamo con Payphone, ragazzi. Melissa, canti anche tu con noi?» mi chiede Jake.
«Volentieri. Adoro quella canzone.»
«Vai, Billy!» esclama Jake.
Cantiamo e Billy suona la chitarra. Mentre cantiamo, noto Billy che mi guarda.
Una mezz'ora dopo smettiamo di cantare e suonare e ritorniamo alla festa, salutandoci.
«Melissa! Aspetta!» esclama una voce maschile, mentre sto ritornando verso la villa.
Mi giro e vedo Billy che mi sta raggiungendo. Camminiamo insieme fino alla villa e lui mi chiede:
«Vai alla Santa Monica High School?»
«Sì. Tu?»
«Anch'io, ma non ti ho mai vista.»
«Neanch'io ho mai visto te.»
«Quanti anni hai?» mi domanda.
«Sedici. Tu?»
«Anch'io. Senti, ti va di parlare un po'? Qui in spiaggia intendo.» mi propone lui.
«Sì.»
Io e Billy cambiamo direzione e ritorniamo dove c'era il falò. Una volta seduti, lui mi chiede:
«Tu non sei americana, vero? Perché hai l'accento britannico.»
«No, sono metà francese e metà inglese, quindi so parlare entrambe le lingue.»
«Wow, fantastico. E allora cosa ci fai qui a Los Angeles?» mi chiede lui, curioso.
«Sto facendo una vacanza studio di un anno con le mie migliori amiche. Siamo ospiti ognuna da una famiglia diversa.»
«Wow. E in che città della Francia vivi?»
«Parigi.»
«Meravigliosa. È una delle città più belle del mondo.»
«Concordo. Tu invece sei di Los Angeles?» gli domando io.
«Sì. > risponde lui.
«E come ti trovi qui?» aggiunge.
«Bene, direi bene per ora, anche se mi manca la mia città. Credo che non potrei mai rinunciare a Parigi. Anche se io e le mie migliori amiche abbiamo pensato di venire a fare l'università proprio qui a Los Angeles.»
«Ah, sì? Quale?»
«UCLA. Ma non abbiamo preso l'idea troppo seriamente, almeno non per il momento.» rispondo.
«Dovreste farlo invece. Mio cugino studia lì e dice sempre che è fantastico.»
«Forse credo che non ne abbiamo ancora parlato perché vorremmo andare alle superiori ancora per molto tempo e non vogliamo che ci sia la possibilità di separarci. Sai, siamo amiche dalla nascita, siamo come sorelle praticamente.»
«Ah, capisco.» dice lui.
Mi guardo intorno e poi gli chiedo:
«Da quanto suoni la chitarra?»
«Da quattro anni.»
«La suono anch'io, sia elettrica che classica.»
«Sul serio? Da quanto tempo?»
«Da sei anni.» confesso.
«E come hai imparato?»
«Mi sono iscritta ad un corso. E tu?»
«Mio padre. In realtà tutti in famiglia sappiamo suonare uno strumento. Io e mio padre la chitarra e mia madre il violino. Abbiamo un negozio di strumenti e spesso do loro una mano.» risponde Billy.
«Wow, è fantastico.» dico, entusiasta, e scrutandolo.
Billy è un ragazzo magro, con i capelli corti neri, gli occhi neri, ed è piuttosto alto. È il classico ragazzo misterioso e che fa musica.
«Lo è. Facci un salto un giorno, se vuoi. È al diecimilaottocentotrentuno di West Pico Boulevard, a West L.A.»
«Qui vicino?» domando, non sapendo dove sia.
«Sì, dieci-quindici minuti circa.»
«Ci passerò volentieri.» affermo, sorridendogli.
«Quando vuoi.» dice lui, sorridendomi.
Io e Billy continuiamo a parlare per un po' e poi entriamo nella villa, godendoci il resto della festa.

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