83. E io ti mancherò?

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Olive


«Disturbo?» chiede una voce, bussando alla porta della mia camera.
Alzo lo sguardo e rispondo:
«No, entra pure.»
Chad entra nella stanza e io lo scruto.
Cosa ci fa qui? Perché è venuto in camera mia che fra poco usciremo per andare in aeroporto?
«Tutto bene, Chad?» gli chiedo, osservandolo mentre gira per la stanza e si guarda intorno.
«Sono venuto a salutarti.» risponde, guardandomi per un attimo.
«Tra poco andiamo in aeroporto, ci saremo salutati comunque.»
«Lo so, ma volevo salutarti in privato.» risponde, guardandomi negli occhi.
Lo guardo senza dire nulla per alcuni secondi e poi affermo:
«Allora vieni qui, così ti saluto per bene.»
Chad si avvicina e io improvvisamente lo tiro verso di me e lo abbraccio.
«So che l'avresti voluto fare tu, ma non ne hai il coraggio, quindi l'ho fatto io.» aggiungo.
Chad mi stringe e non dice nulla.
«Non combinare casini, okay?» esclamo, appena ci stacchiamo l'uno dall'altra.
«E tratta bene le ragazze.» aggiungo, sorridendogli.
«Stai piangendo?» gli chiedo, guardandolo negli occhi.
«No.» risponde lui, asciugandosi gli occhi lucidi.
All'improvviso Chad si avvicina a me e stavolta mi abbraccia lui.
«Come farò senza stuzzicarti tutto il tempo?» esclama.
«Non m'interessa se sembro una ragazzina che piagnucola, voglio abbracciarti un'ultima volta.» aggiunge.
«Non m'interessa se piangi, Chad. Piangi pure quanto vuoi.» gli dico.
«Lo sai che mi mancherai, vero?» dice, staccandosi da me.
«Certo che lo so.»
«E io ti mancherò?» chiede lui.
Sto per rispondere, quando ad un tratto la signore Pope arriva sulla soglia della porta ed esclama:
«Olive, sei pronta? Dobbiamo andare.»
Io e Chad ci voltiamo e rispondo:
«Sì, sono pronta.»
Nel giro di dieci minuti io e la famiglia Pope usciamo di casa, direzione aeroporto.
«Mi mancherai, Lux.» esclama Spencer, abbracciandola.
«Anche tu, Spencer.» dice Lux, stringendola.
«Ci sentiamo, okay?»
«Certo.» risponde Lux.
«Ci mancherai, Lexi.» esclamano Katy e Stella all'unisono, mentre sono strette alla mia migliore amica.
«Anche voi, tesorine.» dice lei.
«Fate le brave, okay?» aggiunge, chinandosi e accarezzando loro il viso.
«Non mi abbracci, Cindy?» salta su Melissa, davanti alla famiglia Stephenson.
Cindy l'abbraccia e le dice:
«Continua a suonare e cantare che sei bravissima.»
«Ovviamente.»
«È vietato piangere, okay?» esclama Lewis, stretto a Lexi.
«Non ci riesco, Lewis.» dice lei, piangendo.
Lexi e Lewis si abbracciano, si baciano, piangono e si salutano.
Osservo le mie migliori amiche salutare le loro rispettive famiglie ospitanti e Lexi salutare Lewis mentre io sono davanti alla famiglia Pope.
Chad mi sta osservando, con le lacrime agli occhi.
Io gli sorrido e lui ricambia il sorriso.
«Ciao.» mimo con le labbra.
«Ciao.» mima anche lui con le labbra.
Salutiamo nuovamente le nostre famiglie ospitanti e poi ci mettiamo in fila per il check-in.

Più tardi, in aereo, vedo Liz parlare con Sandy, e Melissa ascoltare la musica, guardando fuori dal finestrino, sui sedili una fila davanti a me. Poi mi giro e vedo Lux giocare a Fruit Ninja con il suo iPhone, e Lexi leggere un libro. Anch'io sto ascoltando la musica e osservo Melissa davanti a me, e sono sicura che sta ascoltando della musica triste. Conoscendola starà pensando a tutto quello che è successo da quando noi ragazze siamo arrivate a Los Angeles. La prima volta che ognuna di noi ha visto le rispettive famiglie ospitanti in aeroporto, quando è arrivata alla villa degli Stephenson, il primo incontro con Billy sulla spiaggia, quando ha fatto sesso con lui la prima volta nel negozio di strumenti della sua famiglia, e anche quella volta in cui hanno fatto sesso due volte alla veglia funebre della nonna di Cindy, poi ancora quando lui voleva fare sesso a scuola, ma lei ha rifiutato. Quando ce l'ha raccontato io non ci ho trovato nulla di male, ma lei e le ragazze non erano d'accordo. Starà pensando anche a quando lui ha iniziato ad essere ossessivo, alla sera di San Valentino in cui lui l'ha lasciata, e anche quando noi ragazze ci siamo baciate alla festa di Halloween. Starà pensando anche a quando Lux, appena lasciata da Ike, ha detto di voler tornare a Parigi e poi si è ricreduta il giorno dopo, e tante altre cose. Ma sono sicura che non si pente di niente ed è contenta che con quell'ossessivo di Billy sia finita. In fondo è meglio così.
Improvvisamente si volta e i nostri sguardi si incrociano. Mi sorride e io le restituisco il sorriso, e sono sicura che è felice di tornare a casa, ma è anche felice di aver passato un'incredibile anno nella città degli angeli.
«Sì! Ho superato il record!» esclama improvvisamente Lux, attaccata al suo iPhone, giocando a Fruit Ninja.
Melissa guarda Lux e sorride, poi guarda di nuovo me e mi sorride di nuovo.
«Cosa ascolti?» le chiedo.
Si toglie una cuffietta e risponde:
«Musica triste. Non ti piace, ne sono sicura.»
«Può essere.»
«Rifaresti tutto d'accapo?» mi chiede Melissa.
«Cioè?»
«Tutto quello che è successo a Los Angeles. Lo rifaresti tutto d'accapo?»
«Assolutamente sì, soprattutto la tresca con Dave. È stato davvero uno spasso, poi lui scopa così bene. Era un orgasmo continuo.»
«Olive!»
«Ti dico solo la verità, Melissa.»
Melissa inizia a ridere, e io dopo di lei.
«E tu? Tu rifaresti tutto d'accapo?» le domando.
«Sì, senza tralasciare niente.»
«Possiamo tranquillamente dire di esserci divertite a Los Angeles.» dico, fiera.
«Già, soprattutto per le scopate e per quello che è successo alla festa di Halloween. Mi ricordo ancora la faccia di Lux quando ha visto che ci baciavamo tra di noi. Meritava una foto.» risponde Melissa, ridendo.
«Già, la meritava davvero. Era... scioccata.» concordo, ridendo anch'io.
Quando siamo a metà viaggio, Lux sta ascoltando la musica e mi dice se voglio condividere una cuffietta e ascoltare i One Direction con lei, ma io rifiuto. Mi dice che sta ascoltando la canzone "She's Not Afraid" e che le ricorda quando il giorno dopo il Giorno del Ringraziamento noi ragazze, Spencer ed Emma stavamo facendo il pigiama party nella palestra della villa degli Hammond, e Melissa disse che quella canzone sembrava scritta apposta per me. E in effetti le parole della canzone descrivono esattamente il mio modo di essere.
Quando la canzone finisce, mi dice che parte "Oath" di Cher Lloyd, e che si ricorda di quando in camera mia, mentre ci stavamo preparando per la festa di Halloween, Liz disse che quella sarebbe potuta diventare la nostra canzone, e così è stato.
Lux si volta verso Lexi e le mostra lo schermo dell'iPhone con il titolo della canzone e di chi la canta.
«Ti ricordi?» sento che le chiede.
«È la nostra canzone.» dice Lexi, sorridendole.
«Già.»
«Dammi una cuffietta.»
Lexi chiude il libro e Lux le porge una cuffietta.

Quando arriviamo all'aeroporto Charles de Gaulle di Parigi e scendiamo dall'aereo, Liz si rivolge a Sandy e in francese, gli dice:
«Benvenuto a Parigi, tesoro.»
Sandy le sorride e poi si danno un bacio, il loro primo bacio a Parigi.
Osservo Liz toccarsi la pancia e dire:
«Benvenuto a Parigi, piccolino o piccolina.»
Sandy si abbassa verso la pancia di Liz e dice:
«Siamo arrivati nella città della tua mamma.»
«Siamo tornate a casa, ragazze.» salto su io.
«Già.» dice Lexi, con gli occhi lucidi.
Ci guardiamo intorno, riconoscendo l'aeroporto della nostra città, mentre vedo che Sandy lo guarda per la prima volta.
Raggiungiamo l'uscita e troviamo i nostri genitori. Appena Liz li vede, va loro incontro con Sandy.
Immagino le preoccupazioni della dolce Liz, ed immagino anche quelle di Sandy. Fino a qualche mese fa lei era vergine con zero esperienza, ora si ritrova incinta a soli sedici anni. Nonostante io faccia molto sesso non sono mai rimasta incinta, anche perché mi proteggo sempre.
Vedo che si abbracciano e subito dopo Liz presenta Sandy ai suoi genitori.
I signori Savile stringono la mano a Sandy e gli sorridono.
«Non posso credere che sia già passato un anno. Ma soprattutto non riesco a credere che tu sia incinta, tesoro. Incinta. La nostra piccola Liz incinta. Di quanto sei ora? Due mesi, vero?» sento che le chiede la signora Savile.
«Sì, due mesi, mamma.»
«Dai, ora andiamo. Saluta le ragazze e andiamo.» sento che dice il signor Savile.
Ci salutiamo tra di noi e io torno a casa con i miei genitori.
Ritrovo la solita Parigi che avevo lasciato l'anno scorso, sempre più enorme e bella, sempre più così diversa da Los Angeles, ma anche speciale, mentre mio padre guida verso casa.
Quando arrivo nel mio appartamento, mi sento strana e diversa. Mi guardo intorno e faccio un respiro profondo. Wow! È già passato un anno e sembra ieri che io e le mie migliori amiche siamo partite per la vacanza studio tanto desiderata.

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