77. Basta che poi vieni giù con me, splendore

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Olive


«Vuoi toccarne una?» chiede improvvisamente una voce.
Alzo lo sguardo dalla vasca delle mante e dico:
«Ciao, Chad.»
«Allora, vuoi toccarne una?» insiste lui.
«Tu ci riesci? A me fanno un po' senso sinceramente.» dico.
«Sì, certo che ci riesco. Dai, vieni qui.» risponde lui, e afferra il mio polso per poi immergere la mano in acqua.
«Apri bene la mano.» mi consiglia, immergendo anche lui la sua mano in acqua.
«Sono un po' viscide, che schifo.» dico, appena una manta mi passa sotto la mano.
Chad ridacchia e mi guarda.
«Ne sta arrivando un'altra.» salta su.
Faccio la faccia schifata e Chad ride.
«Cos'hai da ridere? Fanno schifo.» esclamo.
«Sono delle mante molto fortunate perché le stai toccando.» dice lui.
Soffoco una risatina e poi scoppio a ridere.
«Sei sempre il solito, Chad.»
«Ovvio.» dice lui, sorridendomi.
Si volta verso la vasca, e mettendo la mano sopra la mia, esclama:
«Ne sta arrivando un'altra.»
E un attimo dopo un'altra manta è sotto le nostre mani.
Lo guardo e gli sorrido, per poi dire:
«Che schifo.»
Chad tira via la mano da dentro l'acqua e improvvisamente mi schizza.
Lo guardo, spalancando occhi e bocca, ed esclamo:
«Ora vedrai.»
Tiro via la mano da dentro l'acqua e lo schizzo anch'io.
Continuiamo a schizzarci a vicenda e quando iniziamo ad essere entrambi piuttosto bagnati, Chad mi afferra i polsi e mi tiene bloccata in modo che io non lo schizzi più.
«Ora non mi schizzerai più.» afferma.
«Dovresti essere tu a schizzarmi.» gli dico.
Chad apre la bocca e mi guarda.
«Magari, splendore.»
Ci guardiamo e poi scoppiamo entrambi a ridere.
Dai, in fondo è divertente.
Chad mi libera i polsi e in un attimo io lo schizzo di nuovo, e lui fa lo stesso subito dopo.
«Allora, avete accarezzato le mante?» sento improvvisamente dire da Lexi.
Mi volto e smettiamo di schizzarci a vicenda.
«Ti vedo un po' bagnata, Olive.» dice Liz.
«Colpa mia.» salta su Chad, e mi schizza nuovamente.
«Guarda che ti immergono nell'acqua con le mante visto che ti piacciono tanto, eh.» lo minaccio io.
«Basta che poi vieni giù con me, splendore.» ribatte lui.
Lo guardo e gli sorrido con la bocca serrata, poi soffoco una risatina.
«Direi tregua.» affermo.
«Tregua.» dice lui, porgendomi la mano bagnata.
«Tregua.» gli faccio eco io, stringendogliela.
Ritornano tutti al brunch e ci godiamo il resto della domenica.

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