41. Ho bisogno di te

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Lexi


«Vai a parlarci!» mi consiglia Olive, mentre io e le ragazze stiamo ballando alla festa di compleanno di Spencer in casa Hammond il primo venerdì di settembre.
«Vado?»
Le ragazze mi fanno cenno di sì con la testa, così raggiungo Lewis.
«Ciao.»
«Ciao. Anche tu qui?»
«Che fine hai fatto? È un po' che non ti fai vedere e sentire.» chiedo, di getto.
«Lo so, è che ho avuto dei problemi a casa.»
«Ah... okay.»
Lo osservo e sembra di malumore, mentre le volte che l'ho incontrato al parco sembrava di buon umore.
«Stai bene? Hai una faccia.»
«Sì, sto bene. Non ti preoccupare.»
Lo osservo ancora e sembra stare l'opposto di bene. Ha due enormi occhiaie ed è anche un po' pallido.
Più tardi, mentre noi ragazze stiamo chiacchierando con alcune amiche di classe di Spencer ed Emma, Lux ci dice che si allontana perché ha visto Ike tra la folla di persone.
La osservo parlare con lui e mi sembra sospettosa sul perché sia alla festa. Forse si sta chiedendo come conosce Spencer o forse è sempre troppo paranoica com'è spesso.

Passata la mezzanotte, io e Lewis andiamo al piano di sopra. Quando saliamo al primo piano, sul divano del corridoio c'è una coppietta che si scambia effusioni ed entrambi guardiamo e passiamo oltre.
«Andiamo in camera di Lux.» salto su io.
Arrivati in camera, Lewis esclama:
«Carina.»
Cammina per la stanza e io chiudo la porta.
«Carina?»
«Sì. Cos'altro si può dire di una camera da letto?»
Lo vedo che nota una foto con me e le ragazze sul comodino e la prende in mano, dicendo:
«Carina.»
«Non sai dire altro che carina?» gli chiedo.
«È una foto carina.»
«Mi accontenterò di carina, allora.»
Lewis posa la foto e continua a girare per la stanza.
Mi siedo sul letto e lo osservo. Cerco di sembrare il più sexy e spontanea possibile, perché sono attratta da lui, dal quel suo sguardo ipnotico, e ne sono attratta sin da quando l'ho conosciuto.
Lewis si volta e mi chiede:
«Perché mi stai fissando?»
«Non ti stavo fissando.» mento io.
Mi guarda con quello sguardo ipnotico e io quasi svengo. Viene via dalla finestra e si siede sul letto, accanto a me. Appena si siede, io mi sdraio e un attimo dopo si sdraia anche lui. Mi giro verso di lui e ci guardiamo.
«Mi piace un sacco il tuo sguardo.» confesso.
«Il mio sguardo? Quale sguardo?» mi chiede lui, confuso.
Lewis mi guarda proprio con quello sguardo ipnotico e dico:
«Quello che hai appena fatto, quello che ipnotizza.»
«A te ipnotizza?» mi chiede lui.
«Assolutamente.»
Lewis mi fa un leggero sorriso, il primo da quando abbiamo iniziato a parlare.
«Mi dispiace per i problemi che hai avuto a casa in questi giorni.»
«Non ti preoccupare.»
«È che oggi ti vedo... di malumore, mentre quando ci siamo incontrati al parco eri sempre di buon umore.»
«Lo so. Il mio umore cambia praticamente ogni giorno. A volte sono felice e a volte sono triste.»
«Ah. E come mai?»
Si tira su a sedere e dopo qualche secondo di silenzio, risponde:
«Mio fratello e il mio migliore amico sono morti in un incidente un anno fa. C'era mia madre alla guida. Da quando è successo i miei genitori sono depressi e mia madre ha iniziato a bere.»
Mi tiro su a sedere e metto una mano sulla spalla di Lewis, cercando di consolarlo.
«Ora capisco perché il tuo umore cambia spesso. In un attimo ti sei ritrovato solo.»
«Senza mio fratello e il mio migliore amico. È stato come se il mondo mi fosse crollato addosso.» confessa Lewis.
«Capisco. E capisco anche perché ti vedo sempre da solo.»
«Io sono solo, Lexi.» dice lui, triste, senza guardarmi.
«Nessuno è mai solo, Lewis.»
«Io sì, lo sono.»
«Hai i tuoi genitori e... hai me.» gli dico.
«Te?» mi chiede lui, guardandomi negli occhi finalmente.
Sposto la mano dalla spalla alla sua guancia e gli dico:
«Sì, io. Tu hai anche me, Lewis.»
Non dice niente e continuo a guardarlo.
Un attimo dopo tolgo la mano dalla guancia e Lewis appoggia una mano sulla mia coscia, dicendomi:
«Ho bisogno di te. Ho bisogno di te, Lexi.»
Mi guarda con lo sguardo ipnotico che è solito fare e io mi sporgo in avanti e lo bacio. Mentre ci baciamo, lui immerge la mano fra i miei capelli.
Poco dopo ci stacchiamo l'uno dall'altra e ci guardiamo, e improvvisamente lui si toglie la maglietta, cogliendomi di sorpresa.
Riprendiamo a baciarci e ci sdraiamo. Lewis inizia a baciarmi il collo, in seguito scende verso il seno e poi mi bacia la pancia. Io faccio per togliermi la maglietta e lui mi dà una mano, baciandomi di nuovo sulle labbra.
Sì, stiamo per fare sesso per la prima volta, e forse non dovremmo dato che ci conosciamo poco e niente, ma come lui sente il bisogno di me, io sento il bisogno di lui. Adesso, in questo momento in cui lui mi ha appena aperto il suo cuore.
Prima che Lewis entri dentro di me, io gli sussurro all'orecchio:
«Non sei solo, Lewis, ci sono io.»
E lo sento davvero. Lo sento più di ogni altra cosa in questo momento. Ora come ora sento che quello che stiamo facendo sia giusto, a prescindere che sia presto, a prescindere che sia tardi, perché lo sento vicino a me come non ho mai sentito nessun altro.

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