XXXVIII

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«Sei arrabbiato?»

La domanda di Soo-Yun gli arriva mentre le rimbocca le coperte in silenzio, come farebbe con una bambina. Quando Yoongi alza lo sguardo su di lei incontra i suoi occhi, ebbri e socchiusi, fissi sul suo volto, in attesa della risposta a una domanda del tutto inutile. Perché no, non è arrabbiato, non potrebbe mai esserlo. Si prenderebbe cura di lei giorno e notte se fosse necessario, e non gli peserebbe mai, nemmeno per un istante.

«Dovrei?» le chiede invece, giusto per prendersi gioco di lei per qualche istante.

È così bella e vulnerabile, in quel momento. È un essere umano di cui vuole prendersi cura, è una persona per cui sarebbe disposto a fare sacrifici che non fa da molto tempo, se non per gli altri membri del gruppo, o la sua famiglia stretta.

Osserva Soo-Yun imbronciarsi, dispiaciuta dell'eventualità. «Non credo. Ma se lo fossi...»

«Non lo sono» la rassicura, prima di fare il giro del letto e stendersi al suo fianco.

Non è ancora del tutto sobria, ma l'acqua che le ha fatto bere e il juk che ha recuperato dal frigo hanno sicuramente fatto il loro lavoro per farle assorbire l'alcol in eccesso.

«Sicuro?» La vocina lo raggiunge da sotto il piumone sotto cui si è sepolta da sola.

La percepisce muoversi, farsi spazio nel suo letto e nel suo cuore, fino a quando non gli arriva vicino. Allunga le braccia proprio come farebbe un bambino, richiedendo attenzioni da parte sua – non che abbia mai avuto intenzione di negargliele. Si sistema quanto basta per attirarla a sé, e Soo-Yun posa il capo sul suo petto. Yoongi si chiede se possa sentire il suo cuore battere alla velocità della luce, o se l'alcol annebbi troppo le sue capacità cognitive per farle riconoscere quel suono.

«Se fossi arrabbiato non ti abbraccerei, no?»

«No, forse no» gli concede Soo-Yun, ma poi si blocca un istante. «No, no. Mi devi promettere una cosa.»

Qualunque cosa, pensa Yoongi, ma non lo dice. «Cosa?»

«Che lo farai sempre.»

«Fare cosa?»

«Questo. Abbracciarmi. Anche se dovessi essere arrabbiato, Yoongi. Non tenermi lontana da te.»

Park Soo-Yun. Creatura fiera e vulnerabile al tempo stesso, delicata come un fiore di ciliegio, forte come l'acciaio di una katana.

Non riuscirebbe a privarla del suo abbraccio nemmeno se lei glielo chiedesse. Ne ha più bisogno di quanto sia disposto ad ammettere, e quello è il risultato: la sua necessità, pensa al buio, arriverebbe quasi a superare la volontà di Soo-Yun stessa.

«E se dovessi chiedermelo tu?» le domanda, prendendo ad accarezzarle i capelli con dolcezza. «Se tu dovessi chiedermi di smettere di abbracciarti...»

«Non devi mai ascoltarmi quando dico sciocchezze simili. Sicuramente sarà una bugia.»

Yoongi rimane in silenzio per qualche istante, soffocando una risata alle sue parole. Con ogni probabilità, nemmeno lei si rende conto di essere tanto tenera.

«Soo-Yunah...» mormora qualche momento dopo, ma è troppo tardi.

Si è addormentata tra le sue braccia, il respiro pesante e il capo posato contro il suo petto. È l'ennesima volta che dormono così vicini, così uniti, ma è la prima che Soo-Yun cede al sonno così velocemente, ancora prima di lui.

Nonostante l'ora tarda e la stanchezza, Yoongi è sveglio. È sveglio come non mai, e non fa altro che stringerla a sé, proteggendola dal mondo.


Both in this life and the next     |     Min Yoongi   [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora