«Non dirmi che ti manco così tanto.»
Come l'aria che respiro, come l'acqua senza cui non riuscirei a sopravvivere. «No, tutto sommato ce la stiamo cavando bene.»
Yoongi ridacchia, forse perché anche tramite lo schermo di un cellulare riesce a percepire la mia scarsa convinzione nel rassicurarlo sul mio stato.
Ho incluso Min-Seo nella mia risposta, perché in fondo siamo le uniche persone che possono capire cosa stiamo provando. Soltanto tra noi possiamo sfogarci a vicenda, perché non possiamo di certo metterci a gridare al mondo che siamo abbacchiate perché i nostri ragazzi sono oltreoceano. Potremmo farlo, sì, ma sembreremmo delle folli se dovessimo dire che parliamo di due dei Bangtan.
«Manca meno di una settimana, su.»
«Lo so» sospiro, stendendomi a letto. Non sono proprio così carina struccata e con la faccia schiacciata al guanciale, ma Yoongi non sembra farci caso. Gli piaccio lo stesso. «Saranno comunque due settimane, alla fine.»
«Cos'hai intenzione di fare quando partirò per la leva?»
«Trovare un altro idol, ovviamente. Non ti amo così tanto» lo prendo in giro, e lo sento ridacchiare dall'altra parte del telefono.
Stiamo scherzando, lo sappiamo entrambi, ma mi sento in dovere di rassicurarlo – come se potesse mai esserci la possibilità che io cerchi un rimpiazzo all'amore della mia vita.
«Ti aspetterò sempre, Yoongi.»
Quello che abbiamo è troppo grande e importante per poterlo dimenticare da un giorno all'altro, perché la distanza di qualche mese di leva possa indebolire il sentimento, instillare del dubbio in uno dei due.
«E io tornerò sempre da te» mormora Yoongi, e i chilometri che ci separano in questo momento diventano una manciata di centimetri. La distanza perfetta per impedirmi di toccarlo fisicamente, ma non di sentire la sua anima fondersi alla mia.
Il suo sguardo scuro sonda il mio viso, aprendosi in un sorriso quando mi vede sbadigliare senza il minimo ritegno. «Vai a riposare, jagi. Possiamo sentirci domani.»
Faccio per protestare, ma quando apro la bocca sbadiglio di nuovo e qualsiasi argomento contrario alle sue parole viene soffocato dal sonno che mi sta inghiottendo. Sbatto le palpebre due, tre volte, con estrema lentezza. La presa sul telefonino si fa sempre meno salda, il viso di Yoongi sullo schermo del cellulare è un po' sfocato.
«Dormi bene, yeobo.»
*
Grazie al cielo è il fine settimana.
Ho spento il pc così tardi, questa notte – mattina presto, più che altro – che se dovessi andare a fare lezione mi farei investire da un treno, perché sarei in condizioni migliori. Per fortuna, invece, riesco a dormire fino all'ora di pranzo e svegliarmi con il sorriso e il ricordo dello streaming dell'ultimo concerto del mini tour statunitense: sorrisi, risate, lacrime, urla. Ho scritto a Yoongi non appena è terminata la diretta, ma non ho ancora avuto risposta e lo capisco: staranno cercando di riposare per qualche ora prima di impacchettare tutte le loro cose e prepararsi alle ore di volo che li aspettano per il rientro a Seoul.
Per me è quasi ora di pranzo, però, e direi che è il caso di uscire dal letto, anche se non sprizzo di entusiasmo all'idea, e combinare qualcosa della mia vita.
Mentre sistemo casa chiamo Min-Seo, per supportarci a vicenda in queste ultime ore senza le nostre metà. Concordiamo un pranzo di lì a un'ora, così sono certa di avere tempo per farmi una doccia veloce e rendermi presentabile, anche se nemmeno un miracolo potrebbe cancellarmi le occhiaie che ho per colpa delle ore piccole di questa notte.
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Both in this life and the next | Min Yoongi [COMPLETA]
Romance[storia COMPLETA] Park Soo-Yun ha ventisette anni compiuti da poco e un posto come insegnante d'inglese in una scuola superiore di Seoul. Non ha crucci per la testa e ha risolto i suoi problemi anche e soprattutto grazie ai Bangtan Sonyeondan, che l...