XLIV

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Yeong-Suk e Tae-Won hanno insistito affinché ci fermassimo a pranzo da loro, come ringraziamento per esserci occupati di Joo-Won mentre erano in ospedale. La scelta è ricaduta su del take away così che nessuno dovesse affaccendarsi ai fornelli, soprattutto mia sorella.

Yoongi si è trovato a disagio, in principio, ma la complicità che condividiamo e l'avermi come punto d'incontro di Yeong-Suk e mio cognato ha sicuramente fatto la sua parte. Dopo un iniziale imbarazzo è più o meno riuscito ad entrare nella conversazione, rispondendo alle domande curiose di mia sorella sulla sua professione. Sono ancora convinta che Tae-Won non abbia capito un granché, ma tutto sommato va bene così.

Ci salutiamo nel primo pomeriggio, dopo un'altra pioggia di congratulazioni a mia sorella e mio cognato – e la promessa di non parlarne con nessuno. "Siamo una famiglia di sporchi segreti", ha commentato mia sorella –, e quando siamo a casa di Yoongi mi pare un po' strano tutto quel silenzio, abituata a una famiglia numerosa e alle chiacchiere fino a pochi minuti prima.

«Mi dispiace» gli dico mentre entriamo in casa. Do-Hyun ci ha lasciati davanti all'ingresso, con un sorriso accennato e il piede già sull'acceleratore. «Non volevo... cioè, sì, mi sarebbe piaciuto presentarti mia sorella, prima o poi. Non pensavo che sarebbe stata un'imboscata come questa, ecco.»

«Non c'è problema» mi rassicura Yoongi, prendendomi per mano dopo che ho infilato le pantofole. «Anche io vorrei che tu conoscessi il mio hyung, prima o poi. Non domani, ecco, però—»

«Ho capito cosa intendi» lo rassicuro.

Yoongi mi sorride e mi trascina verso il divano. Credo voglia dedicarsi a una sessione di coccole prima che gli impegni della prossima settimana ci separino per l'ennesima volta, e quando ci accomodiamo so di non essermi sbagliata. Mi fa sedere sulle sue gambe, affondando il viso nell'incavo del mio collo e inspirando il mio profumo. Da quel semplice gesto nascono mille brividi che fanno tremare tutto il mio corpo, che si stringe al suo in maniera quasi spasmodica.

«Parlami di te» mormora dopo qualche minuto di silenzio. «Dei tuoi genitori, dei tuoi fratelli, degli anni della scuola.»

Raccontami come hai costruito la persona che sto stringendo tra le braccia.

Non amo un granché parlare di me, ma tra i due sono sicuramente la più chiacchierona. È anche per questo che le parole mi escono come un fiume in piena, rassicurata dal tocco ormai familiare delle sue braccia.

Gli parlo di com'è essere la più piccola di casa, anche se Yoongi ha vissuto la stessa identica esperienza. Gli parlo dei miei genitori, che hanno sempre fatto molti sacrifici per me ma che si sono sempre aspettati il massimo proprio in ragione delle difficoltà incontrate lungo la via. Non siamo mai stati davvero poveri ma i problemi in casa Park non mancavano, soprattutto con tre bocche da sfamare. E anche di questo Yoongi sa qualcosa, riesce a capire le avversità che la vita propone e ammira chi è riuscito a superarle, nonostante tutto.

Racconto di Il-Seong, del rapporto speciale che abbiamo sempre avuto. Di come abbia sempre avuto un occhio di riguardo per me, la piccola di casa, forse con eccessivo fare paterno. Poi parlo di Yeong-Suk, che ha conosciuto e che ha potuto apprezzare, della ragazza che è stata e della donna che è diventata, al di sotto dei sorrisi e delle battute di oggi.

Anche Londra è un'altra storia da narrare. I voli, le risate, le follie, il divario culturale – e gli attacchi di panico, la lontananza da casa, le videochiamate con Min-Seo ad essere l'unica cosa, a volte, a riuscire a sollevarmi il morale.

«E poi sei tornata qui» sussurra Yoongi tra i miei capelli.

«Poi sono tornata, sì» mormoro di rimando. «Sapevo che sarei tornata a casa.»

Both in this life and the next     |     Min Yoongi   [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora